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Thor: The Dark World, la recensione

Dopo la battaglia contro i Chitauri avvenuta a New York in compagnia dei “colleghi” Vendicatori, Thor è tornato ad Asgard dove è impegnato al fianco di suo padre Odino a difendere i Nove Regni dai numerosi attacchi nemici. Ma la minaccia più grande deve ancora arrivare, si tratta di Malekith, leader degli Elfi Oscuri, una razza malvagia che popola il regno di Svartafalheimr e che è stata esiliata dopo aver tentato di gettare i Novi Regni nell’oscurità usufruendo della potentissima arma Aether. Quando Malekith riesce a liberarsi con il suo esercito ricomincia la sua missione di distruzione, nella quale anche la Terra ha un ruolo primario. Thor è allora costretto a tornare dalla sua amata Jane Foster per salvarla dall’imminente attacco di Malekith e in questa sua impresa dovrà unire le forze, suo malgrado, anche con l’infido fratellastro Loki.

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Obadiah Stane (Iron Man)

OBADIAH STANE 

Obadiah Stane è un uomo d’affari e industriale che ha preso il comando delle Stark Industries dopo la morte del socio e fondatore Howard Stark e in attesa che il legittimo erede Tony Stark compiesse la maggiore età. Dopo che Tony ha assunto le redini della multinazionale del padre, Obediah è comunque rimasto secondo in comando, occupandosi soprattutto della gestione finanziaria dell’azienda.  Ma Obadiah ha sempre covato rancore nei confronti della famiglia Stark con il desiderio di rimanere unico al comando dell’azienda; così l’uomo escogita un piano che prevede l’uscita di scene di Tony Stark accordandosi con l’associazione terroristica Dieci Anelli.

Tony viene mandato in Afghanistan per una dimostrazione che precede il lancio della nuova arma progettata dalle Stark Industries, il missile terra-aria Jericho, ma qui viene rapito da uno degli esponenti dei Dieci Anelli e rinchiuso in una caverna con il pretesto di costruire un prototipo di Jericho da consegnare ai terroristi. Nel frattempo Obadiah prende il controllo completo delle Stark Industries.

Quando Tony riesce ad evadere dal suo luogo di prigionia grazie all’armatura di fortuna Mark I, che verrà in seguito perfezionata e battezzata Iron Man, Obadiah non si perde d’animo e prende la palla al balzo, puntando proprio al progetto dell’armatura.