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Civil War, in blu-ray il thriller di Alex Garland
Mentre si avvicinano le Presidenziali americane e le prime pagine dei giornali sono occupate da attentati a candidati, torniamo a parlare di Civil War, il profetico, bellissimo e inquietantissimo film di Alex Garland che ci immerge in un clima distopico che racconta la guerra come raramente era stato fatto fino ad ora, privilegiando il punto di vista di chi fa informazione. Il film di Garland prodotto da A24 arriva in home video grazie all’unione delle forze di Eagle Pictures, 01 Distribution e Leone Film Group.
Civil War, la recensione del thriller fantapolitico di Alex Garland
The Star-Spangled Banner, ovvero quello che conosciamo comunemente come inno nazionale americano, nel suo primo verso recita:
<<E il rosseggiar dei razzi, e le bombe che scoppiavano in aria mostrarono, nella notte, che la nostra bandiera era ancora là. Di’ dunque, lo stendardo lucente di stelle sventola ancora sul paese degli uomini liberi, e sulla dimora dei coraggiosi?>>
Alex Garland, nel suo Civil War, coglie l’essenza del poemetto scritto da Francis Scott Kay ed eletto a Inno Nazionale da Thomas Woodrow Wilson e la ribalta facendo di quella bandiera a stelle e strisce il simbolo della divisione, dell’oppressione, del disonore in un conflitto bellico immaginario che sembra dannatamente realistico. Così lo stendardo che vediamo sventolare nel film di Garland mantiene le 13 strisce orizzontali, che rappresentano le colonie originarie da cui sono nati gli Stati Uniti, ma le 50 stelle sono pesantemente ridimensionate a sole due, come gli Stati che si fanno portatori della rivolta, Texas e California, ovvero il cosiddetto Fronte Occidentale.
Wasp Network, la recensione
Olivier Assayas torna in gara a Venezia con un film delicato: Wasp Network è il nome assunto dal sistema antiterroristico cubano sul finire della guerra fredda, giunto agli onori della cronaca nel 1998 all’arresto dei cosiddetti Cuban Five. Cinque agenti cubani (in realtà gli arresti furono una decina) operanti senza permesso su territorio statunitense. Eroi per qualcuno, terroristi per qualcun’altro. E per Assayas?
Il film non prende le mosse né da un eroe né da un terrorista, ma da un traditore. Il pilota René Gonzales (Édgar Ramírez) saluta moglie e figlia come tutte le mattine, sale sul suo aereo e vola in America. Non esattamente la mossa più apprezzata dal regime castrista. A motivare la sua fuga le ristrettezze dovute all’embargo statunitense. Olga Gonzales (Penélope Cruz) si troverà così a dover portare avanti la famiglia da sola, convivendo con lo stigma d’essere la moglie di un traditore.