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Povere creature!: arriva in alta definizione il film scandalo di Yorgos Lanthimos
Povere creature! è stato uno dei “casi” degli ultimi mesi, uno di quei film d’autore che oggi definiamo arthouse che è riuscito a portare al cinema un pubblico molto ampio, quel pubblico mainstream che solitamente evita questi prodotti. Merito degli attori, in particolare l’amatissima Emma Stone? Probabile. Merito dell’eco festivaliera (Leone d’oro a Venezia e due Golden Globe) con conseguenti pluricandidature agli Oscar? Molto probabile. O merito di quell’alone da “film scandalo” e spettacolo shoccante su cui tanto ha puntato il marketing internazionale vista la massiccia dose di sesso e nudo e le esplosioni di violenza splatter accompagnati a temi femministi? Probabilissimo. Fatto sta che 120 milioni di dollari nel mondo per un film vietato ai minori, per metà in b/n, con aspect ration 1.66:1 e con un linguaggio fortemente autoriale è stato un traguardo importante, supportato da recensioni entusiastiche della stampa professionale e ben quattro Oscar vinti, tra cui migliore attrice protagonista a una indimenticabile Emma Stone.
Povere Creature!: la recensione della nuova fiaba horror di Yorgos Lanthimos
Yorgos Lanthimos è uno di quei rari registi capaci di coniugare riconoscibilità e freschezza in ogni suo film, in cui nonostante ci bastino pochi tocchi per vederne la mano non si riesce mai a prevedere dove questa andrà a finire e cosa andrà a toccare. Poor Things!, Povere creature! in italiano, è il titolo della nuova fiaba horror del regista greco in concorso all’80ª Mostra del Cinema di Venezia, dove si è aggiudicata il Leone d’Oro, tratta dall’omonimo romanzo di Alistair Grey del 1992.
Willem Dafoe ha presentato Povere Creature! a Roma: ecco l’intervista
Vincitore del Leone d’oro all’80ª Mostra del Cinema di Venezia, di due Golden Globe (miglior film e miglior attrice), Povere Creature! di Yorgos Lanthimos si prepara anche agli Oscar 2024, dove è già dato per favorito in diverse possibili categorie. Ma questa stramba ed eccessiva versione “alternativa” de La moglie di Frankenstein, che il regista de Il sacrificio del cervo sacro ha tratto molto liberamente dall’omonimo romanzo di Alasdair Gray, arriverà nei cinema italiani il 25 gennaio e per promuovere l’uscita l’attore co-protagonista Willem Dafoe ha incontrato la stampa romana.
Dogtooth: disponibile in blu-ray disc il primo disturbante film di Yorgos Lanthimos
La rinascita del cinema greco ha una data, un nome e un titolo: la data è il 2009, il nome è Yorgos Lanthimos, il titolo è Kynodontas, o Dogtooth, se preferite l’accezione internazionale anglofona. È con questo minuscolo film di ormai 11 anni fa che Lanthimos si è fatto conoscere dal pubblico di tutto il mondo grazie al premio come miglior film nella sezione Un certain regard di Cannes 2009 e la candidatura come miglior film straniero agli Oscar 2011, un family drama così bizzarro e disturbante da non poter certamente passare inosservato! E infatti da quel momento la carriera del regista greco è decollata, prima con il romance distopico The Lobster, poi con l’horror Il sacrificio del cervo sacro, fino alla vittoria di un Oscar (con ben 10 candidature) per La favorita. Con 11 anni di ritardo Dogtooth è arrivato anche in Italia e dopo una piccola distribuzione in sala quest’estate, il primo film di Yorgos Lanthimos arriva anche in blu-ray disc con Lucky Red e Koch Media.
Dogtooth, la recensione
La rinascita del cinema greco ha una data, un nome e un titolo: la data è il 2009, il nome è Yorgos Lanthimos, il titolo è Kynodontas, o Dogtooth, se preferite l’accezione internazionale anglofona.
È con questo minuscolo film di ormai 11 anni fa che Lanthimos si è fatto conoscere dal pubblico di tutto il mondo grazie al premio come Miglior film nella sezione Un certain regard di Cannes 2009 e la candidatura come Miglior film straniero agli Oscar 2011, un family drama così bizzarro e disturbante da non poter certamente passare inosservato! E infatti da quel momento la carriera del regista greco è decollata, prima con il romance distopico The Lobster, poi con l’horror Il sacrificio del cervo sacro, fino alla vittoria di un Oscar (con ben 10 candidature) per La favorita.
Analisi di un cult. The Lobster di Yorgos Lanthimos
Un uomo di mezze misure in un mondo di estremi.
The Lobster è una commedia nera terribilmente grottesca e sarcastica sulle relazioni amorose, ambientata in un mondo distopico e surreale in cui se si è single dopo i 45 anni di età si è costretti a sottoporsi ad un processo che ha come fine quello di trasformarsi in un animale (a propria scelta, almeno). I single vengono infatti ospitati in un hotel in cui hanno l’ultima chance per trovare l’amore prima di sottoporsi a questa irreversibile e surreale operazione. L’animale scelto da David (Colin Farrell), il protagonista della storia, è l’aragosta (in inglese “lobster”, da cui viene il titolo del film), che sotto la sua corazza dura nasconde una deliziosa polpa, e il motivo per cui ha scelto questo animale è che possono vivere fino a cento anni, hanno il sangue blu e sono sempre fertili. Inoltre, a David piace il mare. Questa scelta è forse l’unica nel film sulla quale David non avrà nessun dubbio.
La Favorita, la recensione
75esima Mostra del Cinema di Venezia. Finisce la proiezione di The Favourite – La Favorita e parte un applauso unanime, che prende per mano il vecchio Casinò e, come nella migliore delle favole natalizie, la trasporta a godere dei fasti del Passato in cui i lampadari dorati erano privi di polvere e i suoi ascensori non puzzavano di chissà che cosa.
Merito della scenografia, molto curata ma che mai diventa troppo carica di elementi, come spesso accaduto nel cinema più e meno recente? Merito del trio Olivia Colman, Emma Stone, e Rachel Weisz? O forse per la sceneggiatura, curata da Deborah Davis e Tony McNamara, che finalmente ha deciso di farci vedere di che cosa è veramente capace invece di continuare con serie tv e film poco impegnati per, diciamo così, un pubblico molto vasto? C’entrerà il più frequente uso di inquadrature contemporanee, come Fish Eye o Panoramica, o ancora movimento a 360 gradi su cavalletto fisso? O sarà per tutte questi aspetti messi assieme?
Il sacrificio del cervo sacro, la recensione
Dopo il successo di The Lobster, Yorgos Lanthimos torna a dirigere Colin Farrell in un nuovo potente dramma familiare a forti tinte horror (sebbene da un certo momento in poi la trama verta decisamente su questo genere).
Nei credits de Il Sacrificio del Cervo Sacro (The Killing of a Sacred Deer) troviamo inoltre il fedele Efthymis Filippou che col regista greco firma la sceneggiatura premiata al Festival di Cannes 2017 (in ex aequo con quella di A Beautiful Day di Lynne Ramsay).
The Lobster e The Terror, Live: sguardi autoriali in alta definizione sul genere
The Lobster, la recensione
Cast stellare per un film alquanto stravagante, composto da: Colin Farrell, Rachel Weisz, Léa Seydoux, Ariane Labed, Ben Whishaw e John C. Reilly.
The Lobster è il primo film in lingua inglese del greco Yorgos Lanthimos, regista degli acclamati Kynodontas e Alps.
In un futuro immaginario, essere single è un reato. I single vengono arrestati e tradotti in un elegante albergo, dove sono serviti e riveriti. Ma l’albergo, che ha i corridoi così incredibilmente somiglianti a quelli dell’Overlook Hotel di Shining, è soltanto la superficie di una sadica prigione, in cui i clienti/prigionieri hanno 47 giorni per trovare l’anima gemella, pena la trasformazione in un animale a loro scelta.