The Twin – L’altro volto del Male, la recensione

Il cinema horror/thriller ha attinto spesso e volentieri al tema del doppio, incanalando la dualità bene/male sulla figura del gemello. La lista dei film sul cosiddetto gemello cattivo è davvero lunga e in questa sede è doveroso citare almeno il noir di Robert Siodmak Lo specchio oscuro (1946), Chi giace nella mia bara? (1964) con una duplice Bette Davis, il thriller hitchcockiano di Brian De Palma Le due sorelle (1973) e l’imprescindibile Chi è l’altro? (1972) di Robert Mulligan. Tutti film che, in un modo o nell’altro, devono aver fornito ispirazione al regista e sceneggiatore Taneli Mustonen per la realizzazione di The Twin – L’altro volto del male, thriller dalle contaminazioni horror che arriva nei cinema il 21 luglio con Notorious Pictures.

In seguito a un drammatico incidente stradale in cui ha perso la vita il piccolo Nathan, i genitori Rachel e Anthony decidono di trasferirsi dagli Stati Uniti alla Finlandia, nella tenuta di famiglia di Anthony, immersa nel verde e lontana dai ricordi che tormentano Rachel. Qui il piccolo Elliot, fratello gemello di Nathan, sviluppa uno strano comportamento, come se interagisse continuamente con il fratello defunto, quindi Rachel si consulta con un’anziana signora del luogo che sembra poterla aiutare a capire l’origine del comportamento di Elliot. Nel frattempo, gli abitanti del luogo cominciano ad apparire sempre più invadenti e in qualche modo interessati ad Elliot.

Il finlandese Taneli Mustonen e il co-sceneggiatore Aleksi Hyvärinen avevano già dato vita all’interessante thriller-quasi-slasher Lake Bodom, liberamente tratto da una storia vera, trascinando lo spettatore nella fitta vegetazione finlandese. Con The Twin – L’altro volto del male, il duo torna a raccontare la loro terra d’origine legandosi stavolta all’antico folklore locale, fatto di superstizione e rituali pagani. Ma non è solo questa la cifra tematica di The Twin perché questo singolare film contiene al suo interno un’anima frammentata in più filoni del genere, costruito in modo tale da disorientare a dovere lo spettatore per condurlo verso lidi piuttosto sorprendenti.

Il primo atto di The Twin, infatti, sembra guardare con insistenza verso il filone ghost-story, più specificamente quello che racconta di subdole entità maligne che si legano alla dimensione infantile. Il linguaggio perseguito da Mustonen è proprio questo, con jump-scare piazzati con efficace parsimonia e tutti quei cliché che raccontano la solitudine di un bambino che entra in rotta di collisione con un’entità spettrale e la genitrice che cerca di scandagliare ogni soluzione razionale.

Il secondo atto, invece, ci conduce verso i sempre affascinanti lidi del folk-horror, un po’ The Wicker Man e un po’ Midsommar, con una comunità chiusa, i loro rituali e le credenze magico-religiose che fanno accapponare la pelle. Quando la direzione narrativa comincia a perseguire il filone demoniaco, con tanto di citazione a Rosemary’s Baby, il regista e sceneggiatore pensa di aggiungere ancora un altro elemento differente e il terzo atto di The Twin – L’altro volto del male subisce una decisiva sterzata in una direzione molto differente dalle precedenti, lasciando effettivamente di stucco lo spettatore. È richiesta però una ingente sospensione dell’incredulità, ma nel suo complesso il film funziona: lì dove, in ogni approccio al genere, The Twin poteva essere il “solito film”, in questo modo riesce invece a trovare una sua dimensione originale e schizofrenica che fa sue tante diverse suggestioni dell’horror/thriller.

È anche vero, però, che le quasi due ore di durata di The Twin sono francamente eccessive e la dilatazione narrativa a tratti si fa pedante, con ritmi lenti, ridondanze e uno spiegone finale a prova di scemo che appare fin troppo ligio allo scopo che vuole perseguire.

Colpisce tantissimo la prova attoriale di Teresa Palmer, che abbiamo incontrato spesso nel genere horror con Wolf Creek, The Grudge 2, Warm Bodies e Lights Out, qui solida impalcatura di tutto il film nell’intenso e credibilissimo ruolo della mamma depressa e traumatizza che sprofonda progressivamente nell’assurdo e nella paura.

Nel complesso, The Twin – L’altro volto del male funziona per il suo singolare approccio al genere horror, al progressivo accumulo di elementi differenti e al continuo stravolgimento degli stessi; pecca però in ritmo e minutaggio eccessivo. Con un ritorno in sala di montaggio prima del final cut forse staremmo parlando di un grande film, in questo modo dobbiamo accontentarci di un buon film.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Teresa Palmer, bravissima.
  • Sorprende piacevolmente in che modo sono stati affrontati e gestiti i vari filoni di cui si compone.
  • Troppo lungo e con ritmi da rivedere.
  • Richiede una bella sospensione dell’incredulità da parte dello spettatore, soprattutto in vista del twist finale.
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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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The Twin - L'altro volto del Male, la recensione, 7.0 out of 10 based on 1 rating

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