They Shall Not Grow Old – Per sempre giovani, la recensione

Dopo l’incetta di premi nei festival di mezzo mondo portata a termine dal 1917 di Sam Mendes, per uno strano caso del destino arriva soltanto oggi in sala a dargli manforte, indirettamente, il documentario di Peter Jackson They Shall Not Grow Old – Per sempre giovani. Non un paradosso come quello dell’uovo e della gallina, ma un non meglio precisato impasse distributivo (la premiere ufficiale internazionale è datata ottobre 2018).

Non si può ridurre il tutto a due opere indipendenti legate semplicemente dal medesimo contesto storico, né risolvere la questione con una due approcci differenti ad un evento lontano nel tempo. Bisognerebbe chiedere a Sam Mendes se abbia avuto modo di visionare They Shall Not Grow Old prima, durante o dopo la realizzazione del suo film e abbia preso più di uno spunto dal rito proibito effettuato dal regista neozelandese sul materiale d’archivio dell’Imperial War Museum e della BBC per riportarlo in vita.

Il soffio creativo di Jackson è portentoso. Fotogrammi sgranati e sporchi di vecchie pellicole acquistano mediante un lavoro certosino profondità e spessore. Gli uomini del secolo scorso ritrovano la voce perduta e il colore della propria pelle prima di morire di nuovo davanti ai nostri occhi. Non è spettacolarizzazione del male, non è dispiegamento di mezzi fine a sé stesso. Ai confini della contemporaneità la forma del documentario amplifica la sua funzione educativa e informativa affidandosi interamente ad un materiale di cui sembra aver scoperto solo oggi un significato nascosto, come quando una teoria viene confutata dalla presenza di nuovo dati.

Educare, informare e intrattenere. Lungo i 99 minuti in sala, i cardini del servizio pubblico televisivo britannico esplodono all’incontro con il formato cinematografico e i fortunati a goderne i frutti sono gli spettatori di ordine e grado. La spia dell’apprendimento rimane costantemente accesa, pur entrando in una narrazione classica aristotelica, e la voglia di continuare ad averne ancora, ancora e ancora è fortissima.

Grazie a They Shall Not Grow Old è arrivato il momento di saccheggiare musei, biblioteche e siti storici e proiettarli nella dimensione creata da Jackson. Il solco è stato tracciato, il termine di paragone altissimo è stato fissato, non resta che affidarsi alle immagini e al loro potere latente per iniziare a ripensarne l’utilizzo nell’epoca dell’intrattenimento senza limiti.

They Shall Not Grow Old – Per sempre giovani, presentato in anteprima al 62° BFI London Film Festival e alla XIII edizione della Festa del Cinema di Roma, è nei cinema italiani solo il 2-3-4 marzo distribuito da Mescalito Film.

Andrea De Vinco

PRO CONTRO
  • Jackson resuscita letteralmente corpi e immagini morte.
  • Un utilizzo innovativo del documentario
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Valutazione: 9.0/10 (su un totale di 1 voto)
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