Venezia 71. Conferenza stampa di 99 Homes con Andrew Garfield e Michael Shannon

Oggi, 29 agosto, è stato presentato in concorso alla 71° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia il film 99 Homes, dramma di produzione americana che affronta la piaga degli sfratti a tappeto compiuti dalle banche nei sobborghi statunitensi. Per l’occasione si è tenuta la conferenza stampa che ha visto la presenza del regista Ramin Bahrani, del produttore Ashok Amritraj e degli attori protagonisti, Andrew Garfield e Michael Shannon.

 Che ricerche sono state fatte per poter scrivere la sceneggiatura?

Ramin Bahrani. Lo sfruttamento edilizio e il tipo di corruzione raccontata nel film è diventata sistemica nel mondo odierno e la si conoscete bene anche in Italia. Ho passato molto tempo in Florida, con poveracci che vivono in stamberghe. Però, per la precisione, ci sono due persone che hanno fatto ricerche per me, che hanno collaborato per rendere la sceneggiatura più realistica possibile.

Michael Shannon. Ho incontrato una persona che fa quello che fa Carver, il mio personaggio, nel film, ovviamente non farò il suo nome. Ho semplicemente guardato, l’ho osservato all’opera.

Andrew Garfield. Io ero dalla parte della vittime e anche io ho osservato e conosciuto gente che ci è passata realmente. È impossibile fare un film come questo senza sperimentare le cose che vengono passate quotidianamente dalle persone.

Nel film viene detta una frase: “L’America è una nazione fatta da vincenti per vincenti”. Voi cosa ne pensate?

Ramin Bahrani. Nessuno è finito in prigione per quello che è successo, il futuro, dunque, è fatto da chi vince. La volontà di cambiamento passa da persona a persona e dietro il personaggio del protagonista ci sono tante persone, tutte quelle che ci sono passate e vogliono fare si che questa cosa non si ripeta.

Michael Shannon.  A che punto si può arrivare per essere vincenti? È questa la domanda che bisogna porsi.

Io non ho proprietà immobiliari e girando questo film ho capito di aver fatto bene.

Assistendo al “patto” che viene fatto tra il protagonista e il personaggio interpretato da Michael Shannon, si potrebbe avanzare una connessione con il Faust. È esatto?

Ramin Bahrani. Il ritmo del film è quello dei film di gangster e si, c’è una connessione con Faust, Carver nel nostro film è come se fosse il diavolo.

Quanto è costato 99 Homes? E’stato difficile trovare finanziamenti? Uscirà in Italia?

Ramin Bahrani. C’era un budget sufficiente con due grandi attori e non è stato difficile trovare finanziamenti.

Per la distribuzione in Italia, ne stiamo parlando in questi giorni, aspettiamo di vedere cosa succede qui a Venezia.

Il suo personaggio ha una sigaretta elettronica, che importanza ha avuto l’utilizzo di questo oggetto?

Michael Shannon. Questa cosa della sigaretta era nella sceneggiatura, mi hanno chiesto se secondo me era necessario, io non ho mai provato una sigaretta elettronica e ho provato ad armeggiare e giocarci e non l’ho più messa via. È come nei vecchi cartoni animati, la sigaretta elettronica serve ad attirare l’attenzione quando non si sa cosa fare.

Siete stati attenti a dare una chiave didattica al film? Tra venti anni leggeremo la crisi che stiamo attraversando oggi anche attraverso questo film?

Ramin Bahrani. Questo sta a lei deciderlo. Per me è un film personale, un film che riguarda i personaggi, per tutto il resto sarete voi a deciderlo.

Ci sono artisti che l’hanno influenzata per questo film? E come ci spiega la dedica a Roger Ebert e se altri film hanno influenzato.

Ramin Bahrani. Si ho due persone che lavorano con me, poi qui ho portato il mio mentore e regista Amir Naderi, da lui ho imparato tutto. Gran parte della mia carriera deriva da Roger, abbiamo condiviso tanto, libri e la stessa vita. Gli ho raccontato la storia e lui mi ha dato l’ok. Per questo gli ho dedicato il film che purtroppo non è arrivato a vederlo. La sua lotta per il buon cinema e non un “cinema-selfie” è stata fondamentale, purtroppo, però, ho paura che il cinema svanirà in un gigantesco selfie.

Come avete scelto le location per il film?

Ramin Bahrani. La Florida mi è sembrato il posto più idilliaco. La California già sappiamo che è un posto corrotto, la Florida è stata meno raccontata e più potenzialmente interessante.

In questo film, così come nei tuoi precedenti, hai esplorato la relazione padre-figlio e come può essere un’esibizione di aspettative fallite. In 99 Homes come descriveresti questa cosa?

Ramin Bahrani. È difficile sopravvivere senza essere corrotti. Il figlio del protagonista dice tante cose sul loro rapporto senza dire nulla.

Michael Shannon. Io penso che un ideale rapporto tra padre e figlio sia leggibile nel rapporto che c’è tra Carver e e Nash, il protagonista.

Roberto Giacomelli

Foto di Rita Guitto

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