Venezia77. Crazy, Not Insane, la recensione
Crazy, Not Insane, fuori concorso alla 77^ Mostra del Cinema di Venezia, è un documentario diretto e prodotto dall’americano Alex Gibney, che segue le vicende professionali della psichiatra Dr. Doroty Lewis.
La Lewis si è occupata per tutta la sua vita di analizzare serial killer che avessero problemi di salute mentale.
Nel titolo è già contenuta la tesi a cui è arrivata la ricercatrice e medico statunitense: la “malattia mentale” non è una malattia come le altre; perciò dovremmo parlare piuttosto di disturbo. Questo perché una malattia viene definita come una “condizione anormale”, mentre le vicende che stanno dietro a queste persone, che hanno subito violenze e che presentano alterata la struttura celebrale a seguito dei colpi ripetutamente ricevuti da genitori o conoscenti, hanno conseguenze che sono perfettamente normali, in relazione alle cause che le hanno generate.
Ecco che molte di queste persone hanno sofferto di disturbi della personalità, creandone diverse nel tentativo di uscire dalla loro condizione, non accettando più di identificarsi con chi subisce soprusi, viene sodomizzato, e via dicendo.
Il documentario è ricco di riprese tra la dottoressa e i suoi pazienti, in cui si possono notare comportamenti tipici di chi soffre di un disturbo della personalità multipla.
Nel Medioevo, in Inghilterra, la legge stabiliva che ci avesse una malattia mentale non fosse perseguibile penalmente. Questa legge venne importata anche nel Nord America, dove venne applicata fino a un certo punto.
Tecnicamente parlando, c’è stata una grande cura nella postproduzione. Filmati d’archivio degli anni ’90 si alternano a riprese dei giorni d’oggi con una saturazione dei colori così curata che i passaggi non disturbano l’occhio. Il ritmo del montaggio, poi, ben si adatta alle vicende che vengono narrate.
Le musiche – poche – sono d’effetto e vengono usate per sottolineare i momenti-chiave.
Unica pecca la lunghezza: quindici minuti di troppo. Vengono riprese più volte vicende identiche, con l’effetto che i discorsi si ripetono senza apparente giustificazione narrativa.
Per concludere e sintetizzare: Crazy, Not Insane è un documentario molto specifico e capace di approfondire una tematica interessante, mostrandosi ben riuscito un po’ sotto tutti i punti di vista.
Roberto Zagarese
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