36TFF. Happy New Year, Colin Burstead, la recensione

Tutte le famiglie felici si assomigliano fra loro. Ogni famiglia infelice è infelice a modo suo.

L’incipit del romanzo Anna Karenina di Lev Tolstoj potrebbe essere senza problemi l’incipit del nuovo film di Ben Wheatley: Happy New Year, Colin Burstead, presentato nella sezione Festa Mobile del 36esimo Torino Film Festival.

La pellicola si apre in stile documentaristico con la presentazione dei Burstead, una famiglia inglese variegata che decide di passare il capodanno assieme in una villa di un Lord decaduto. I rapporti fra gli innumerevoli personaggi del lungometraggio sono pregni di tensione: segreti mai svelati, relazioni sessuali, crisi finanziarie e molto altro ancora si cela sotto la superficie pronto a esplodere da un momento all’altro.

Ciò che dà fuoco alle polveri è l’arrivo di David, fratello di Colin allontanato cinque anni prima e invitato alla festa dalla sorella Gini, convinta di fare piacere alla madre.

Quindi, quasi da subito, si scatena uno scambio di confessioni, ritorsioni e accuse che divampano per l’ora e mezza di film e che, purtroppo, allo spettatore appare densa come fosse il doppio.

Ben Wheatley cambia registro dal suo solito lavoro (A field in England, Free Fire), e in Happy New Year, Colin Burstead, invece di ricorrere alla violenza per esacerbare le tensioni, le gestisce con una buona sceneggiatura basata sulle imperfezioni insite in ogni famiglia. Ma non convince del tutto.

La regia segue da vicino i protagonisti; e il montaggio, curato da lui stesso, è violento, drastico, come i rapporti umani inscenati, ma questo allontana lo spettatore e accresce l’irritazione nei confronti di questi personaggi a cui non si riesce a voler bene, schiavi dei loro rancori (eccetto, forse, per il magnifico zio interpretato da Charles Dance).

Alcune trovate paiono inserite gratuitamente, per intensificare ancora di più l’angoscia; così come diversi personaggi che fungono a malapena da contorno.

Perciò, per quanto la recitazione sia ottima, non c’è spazio per l’empatia, e ciò che la famiglia Burstead pare festeggiare all’arrivo del nuovo anno, è un risentimento privo di redenzione.

Michele Cappetta

PRO CONTRO
  • Ottima recitazione.
  • Ritmo serrato.
  • Mancanza di empatia.
  • Montaggio drastico e confuso.
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Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
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36TFF. Happy New Year, Colin Burstead, la recensione, 6.0 out of 10 based on 1 rating

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