Ancora un giorno, la recensione

Le parole sono più forti delle armi? Fondamentalmente sì, soprattutto quando si caricano delle esperienze personali e riescono a diventare significative e reali per chi le legge. Ryszard Kapuściński è un reporter di fama internazionale che ha fatto di questo il suo lavoro, documentando i fatti e le guerre nel mondo mettendo costantemente a rischio la propria vita per renderlo più comprensibile.

Effettivamente la sanguinosa storia dell’Angola raccontata in questo film non rientra nel bagaglio di conoscenze delle persone comuni. Basterebbe comprare un libro in materia per farsene un’idea o probabilmente oggi cercare del materiale su Internet, ma spesso i semplici avvenimenti logico-cronologici non restituiscono la drammaticità degli eventi e la ricaduta sul reale.

Per questo motivo il titolo dell’ibrido di Raúl De La Fuente e Damian Nenow è Ancora un giorno. Vuol dire ridare corpo e volti ad una storia del passato utilizzando una commistione di animazione, documentario e presente per fare in modo che niente venga dimenticato partendo dal libro del reporter polacco. La possibilità che un tentativo del genere offre è eccezionale, come una di quelle interviste impossibili con personaggi del passato e il risultato è davvero sorprendente.

Lo svolgimento della storia ricorda a tratti un videogame in cui si è portati a interagire con personaggi per superare i vari quadri. Se la dinamica videoludica è normalmente collegata a situazioni irrealistiche o totalmente eccezionali, fa un certo effetto visualizzare non soltanto le dinamiche belliche e i suoi protagonisti, ma anche vedere personaggi animati prendere vita nei frammenti di interviste realizzati ad hoc per questo esperimento. Dietro, ovviamente, c’è stato un lavoro certosino di un team artisti digitali tra grafici, animatori ed esperti di effetti speciali.

Un documentario non-documentario unico nel suo genere può aprire la strada ad un genere cinematografico estremamente efficace per il grande pubblico. Ripercorrere i grandi avvenimenti del passato con un registro visivo immersivo dà alla storia nuove sfumature e un palcoscenico del tutto inaspettato. Elencare i morti di un dato conflitto è immediato e può fare capire le dimensioni di una guerra, ma rendere la confusao descritta da Kapuściński nel suo reportage richiede uno step ulteriore alla normale accezione di documentario.

Ancora un giorno per questo è un prototipo di altissimo livello e la strada che ha tracciato merita di essere battuta per tutto quello che non vogliamo che venga perso nel perenne flusso di informazioni della comunicazione di oggi.

Andrea De Vinco

PRO CONTRO
Una prospettiva interessante. L’argomento non adatto a tutti.
L’ibrido documentario-animazione.  
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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Ancora un giorno, la recensione, 7.0 out of 10 based on 1 rating

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