BLING RING – la regista Sofia Coppola presenta il film a Roma in conferenza

Sofia Coppola – vincitrice, nel 2004, di Premio Oscar, Golden Globe, Nastro d’argento e Indipendent Spirit Award per la sceneggiatura originale di Lost in Translation e, nel 2010, del Leone d’oro al miglior film per Somewhere – ha incontrato la stampa in una bella giornata di sole alla Casa del Cinema di Roma.
L’uscita nelle sale italiane del suo ultimo lungometraggio, Bling Ring, è imminente e Sofia – look fresco, timidi sorrisi, modi gentili e riservati – ha raccontato dettagli e curiosità sulla genesi e sulla poetica del film.
“Quello descritto in Bling Ring, per quanto attuale, è tuttavia un mondo molto diverso dal mio – ha dichiarato Sofia – Sono sempre stata interessata alla moda, ma il mio rapporto non ha mai avuto a che fare con l’ossessione di possedere a tutti i costi una borsa griffata perché la indossa una star. Non sono mai stata una persona ossessionata dagli oggetti di marca; il mio interesse è sempre stato e continua a essere di natura differente. Dopo aver girato questo film, e passato giornate intere circondata da prodotti di lusso, ho avuto un po’ un’overdose e quindi la mia inclinazione per oggetti di questo genere è diminuita ulteriormente”.

Bling Ring, tratto dall’articolo di Nancy Jo Sales The Suspects Wore Louboutins apparso nel 2010 su Vanity Fair, racconta le vicende dell’omonima gang di ragazzini che, per un anno, si introdusse di nascosto nelle case di celebrità hollywoodiane – tra cui Paris Hilton e Megan Fox – rubando soldi e costosi articoli griffati. (Qui la nostra recensione del film)
“Per quanto ne so e da quello che ho potuto osservare – ha continuato la regista – il fascino per le celebrities e l’ossessione per il loro mondo, così come il successo dei reality show televisivi, non fa che crescere. Mi interessava molto, pertanto, analizzare attraverso un film questo aspetto della nostra cultura, proprio perché mi sembra che stia toccando picchi veramente notevoli, e vedere anche quale sarebbe stata la reazione del pubblico rispetto a questioni che riguardano proprio il momento presente.
Il mondo degli adolescenti e la loro mancanza di valori sono temi che non sono certo la prima a toccare, al cinema come in altri settori. La mia storia, però, parla soprattutto delle estreme conseguenze cui giunge la loro ossessione per le celebrità e per la cultura pop e quest’ansia di condividere tutto con tutti in tempo reale che, purtroppo, rappresentano una parte importante dell’attuale cultura americana.
Quando sono venuta a conoscenza dei furti perpetrati da questo gruppo di ragazzini, ho voluto guardare in modo obiettivo a ciò che sta accadendo nel nostro Paese e analizzare la nostra cultura. Poi, se qualcuno stia facendo qualcosa, a livello istituzionale o politico, per arginare questo fenomeno di dipendenza dai reality show e dal mondo dello spettacolo, io non lo so; però credo che girare un film come Bling Ring sia un primo passo per fare in modo che la gente, rimanendo scioccata nello scoprire queste storie, ne prenda coscienza”.

Emma Watson in Bling Ring

Emma Watson in Bling Ring

Chi sono, dunque, i protagonisti di Bling Ring? Adolescenti spregiudicati che credono solo nel lusso o ignare vittime di un sistema di modelli fallaci e disorientanti?
Sofia Coppola, quando ha deciso di dirigere il film, aveva le idee molto chiare su come intendeva rappresentarli, e spiega: “I ragazzi protagonisti non sono sostenuti né seguiti dalle proprie famiglie e questa è forse la cosa che più li accomuna. Non intendevo, con questo, generalizzare sulla condizione degli adolescenti americani. Ci sono tanti altri giovani che hanno sicuramente una famiglia che trasmette loro alti valori.
Tenevo soprattutto che il pubblico seguisse la storia ma mantenesse, al tempo stesso, un certo distacco emotivo, senza empatizzare con i protagonisti. Nemmeno i ragazzi, del resto, hanno grande intimità tra di loro. A legarli è soltanto l’ossessione per gli oggetti di proprietà delle star.
Ho deciso di cambiare i nomi dei reali membri della gang innanzitutto per via di alcune questioni legali e poi perché, anche se Bling Ring è ispirato a fatti realmente accaduti, io stavo girando un film, non un documentario. Cambiando i nomi, ho potuto mantenere una libertà maggiore, per quanto riguarda il racconto.
La questione dei nomi si lega anche a un’altra problematica con la quale mi sono confrontata: io disapprovo quanto hanno fatto e non volevo accrescere la loro popolarità. Ho mostrato una dimensione inizialmente divertente del loro operato ma cercato, poi, di evitare di trasformarli in idoli. Anche se tutti conoscono la vera identità dei protagonisti, non utilizzando i loro veri nomi nel film spero di avere evitato che i ragazzi ne traessero il vantaggio di esser visti come degli eroi. Ho anche incontrato di persona alcuni di loro, ma non ho voluto essere troppo coinvolta nella vicenda reale. Questa è, dopotutto, la mia versione; non volevo ‘saperne troppo’ e condizionare la mia visione della storia.
So, comunque, che il ragazzo ha visto il film e ha detto che, dal suo punto di vista, la recitazione e il racconto ricalcavano la storia ed erano accurati.
Non ho avuto, al contrario, contatti né rapporti con nessuna delle vittime dei furti, eccetto Paris Hilton. Ho raccontato la mia storia dal punto di vista dei ragazzi, mantenendo io stessa un distacco dalle star coinvolte; lo stesso che hanno i ragazzi rispetto a queste ultime”.

I ragazzi di Bling Ring si divertono in discoteca

I ragazzi di Bling Ring si divertono in discoteca

La Coppola ha anche confermato in parte le voci relative a un divertente aneddoto sulla fase preliminare alle riprese: “Prima dell’inizio delle riprese abbiamo fatto in modo che i ragazzi trascorressero molto tempo insieme, in modo che si sviluppassero tra loro vere e proprie dinamiche di gruppo e si creasse un reale affiatamento. Abbiamo fatto molte cose insieme, tra cui c’è stata, effettivamente, quella di metterli nelle situazioni descritte nel film e cercare di fargli capire cosa si prova infilandosi di nascosto in abitazioni altrui.
È anche vero, però che la casa era quella di un mio amico, quindi non direi che sia stato proprio ‘di nascosto’…”

Guardando Bling Ring, salta immediatamente all’occhio la facilità sorprendente con la quale i giovani ladri riescono ad accedere alle dimore deserte dei loro beniamini. La domanda sull’effettiva noncuranza delle star hollywoodiane nell’adottare sistemi di sicurezza è sorta spontanea. “Credo sia un atteggiamento tipico di Los Angeles e di alcuni di quei quartieri simili a piccole comunità felici; chi vive lì dentro si sente, in qualche modo, protetto e ritiene di non aver bisogno di dispositivi di allarme. Immagino faccia parte dello stile di vita ‘cool’ che hanno in California. Sicuramente a New York le cose sono diverse ma per i californiani, probabilmente, è normale. E non direi che, in linea di massima, il loro comportamento sia cambiato, dopo i furti di cui parla il film. Almeno, però, Paris Hilton non lascia più le chiavi di casa sotto lo zerbino!!”

A proposito del proprio futuro artistico, Sofia ha chiosato: “Ho in programma di prendermi una pausa e trascorrere un po’ di tempo con i miei figli e la mia famiglia. Al momento, non sto lavorando a nessun progetto cinematografico definitivo”.

Bling Ring, interpretato da Israel Broussard (Marc), Katie Chang (Rebecca), Taissa Farmiga (Sam), Claire Julien (Chloe) ed Emma Watson (Niki), è distribuito da Lucky Red e arriverà nelle sale italiane a partire dal 26 settembre 2013.

Chiara Carnà

Di seguito potete guardare il video integrale della conferenza stampa di Bling Ring alla Casa del Cinema di Roma.

 

Le foto della conferenza stampa.

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