In Blu-ray con Midnight Factory: The Devil’s Candy e Jukai – La foresta dei suicidi

Midnight Factory, l’ormai nota etichetta distribuita da Koch Media e specializzata nella distribuzione di film dell’orrore, ha recentemente lanciato sul mercato dell’home video una doppietta davvero niente male. In un sol colpo, infatti, ha distribuito due tra i titoli più prelibati del suo listino 2017. Due film che, a differenza di altri, hanno goduto anche di un rilascio cinematografico. Si tratta dell’interessante metal-horror The Devil’s Candy e dell’inquietante Jukai – La foresta dei suicidi. Horror sui generis il primo, molto più convenzionale il secondo, entrambi accomunati da un enorme potenziale di base che però non è stato sfruttato fino in fondo.

Che Sean Byrne fosse un regista da tenere d’occhio lo si era capito già dal suo fulminante esordio, il bellissimo e crudele The Loved Ones che purtroppo è rimasto inedito in Italia. Il regista australiano fa un secondo (semi)centro con The Devil’s Candy. Qui si cambia completamente registro. Le atmosfere da torture porn con tinte adolescenziali cedono il passo a un sulfureo thriller dai connotati demoniaco-soprannaturali in cui la musica gioca un ruolo fondamentale. Il metal per la precisione, spesso delizia di tanto horror su celluloide e non raramente associato al Satanasso, che qui, con colpo di coda, diviene intelligentemente elemento diegetico al racconto.

Ray è un uomo palesemente disturbato che individua nella musica metal la sua vera ed unica passione. Vive costantemente con delle “voci” demoniache nella sua testa che lo spingono a commettere atti indicibili, tra cui l’omicidio dei suoi anziani genitori. Tempo dopo il terribile fatto, la villa in cui Ray abitava con la sua famiglia viene acquistata da Jesse, un artista che si trasferisce lì con sua moglie Astrid e sua figlia Zooey, con la quale il genitore condivide uno smodato amore proprio per la musica metal. Quando Ray si ripresenta alla porta della sua vecchia abitazione ed è proprio Zooey ad aprirgli, l’uomo rimane colpito dalla ragazza scegliendola come sua prossima vittima. Perché nel frattempo Ray si è fatto emissario del Diavolo, a cui deve procacciare giovani e dolcissime “caramelle”.

Bilanciato nell’elargire momenti gore e suggestive sequenze macabre, The Devil’s Candy riesce a creare un racconto appassionante che spazia tra i filoni dell’horror con una certa efficacia e spregiudicatezza. Il midollo osseo del film è l’horror demoniaco, non essenzialmente nella variante della “possessione”, anche se l’influenza che il Male ha sulle persone suggerisce che esse ne siano possedute. The Devil’s Candy non mostra mai demoni, diavoli e mostri cornuti di alcun tipo, lasciando l’aspetto soprannaturale sullo sfondo e creando saggiamente un’aura di ambiguità su tutta la vicenda. Lì dove il film convince meno è nella gestione dei tempi narrativi, esageratamente veloci. La durata del film raggiunge a stento l’ora e venti minuti così che, a fine film, si ha la sensazione di un’eccessiva e immotivata corsa verso i titoli di coda. Se molte cose fossero state dette con più calma il film ne avrebbe sicuramente giovato.

The Devil’s Candy arriva in home video sia in edizione DVD che in Blu-ray disc. Il supporto ad alta definizione, distribuito nell’ormai canonica Limited Edition che include anche il booklet interno d’approfondimento, convince molto in quanto a doti tecniche. L’immagine sfrutta davvero appieno le potenzialità del supporto, restituendo un quadro video nitido e ben contrastato. Reparto audio di gran qualità con traccia in 5.1 DTS-HD MA sia per la versione originale che quella doppiata in italiano. Purtroppo, questa volta, convince meno il reparto dedicato ai contenuti extra che appare spaventosamente scarno: solamente il trailer del film.

Esistono luoghi capaci di emanare un tale fascino da riuscire ad ispirare film, romanzi e quant’altro con la sola forza delle suggestioni che vi aleggiano. Un caso emblematico è rappresentato da Aokigahara, una foresta situata ai piedi del monte Fuji in Giappone, conosciuta dai locali anche con il nome di Jukai (letteralmente mare di alberi) e a livello internazionale con l’appellativo “foresta dei suicidi”. Eh già, perché Jukai è un luogo di morte, scelto da centinaia di persone all’anno per togliersi la vita. Una tendenza che va ormai avanti da secoli e che ultimamente sta crescendo, tanto che si parla di ben 247 tentativi di suicidio nel solo 2010. È impensabile che il cinema non traesse ispirazione da questo posto misterioso e metafisico e infatti spesso Jukai è stata cornice di storie drammatiche ma anche paurose. Il più recente tentativo di raccontare questa foresta al cinema, con il linguaggio del cinema horror, ci viene da Jason Zada con il suo Jukai – La foresta dei suicidi (in originale The Forest).

L’americana Sara (Natalie Dormer) si reca in Giappone per cercare sua sorella gemella Jess, che lì lavora come insegnante, dal momento che si sono perse le sue tracce dopo un’escursione nella foresta di Jukai, tristemente nota alla cronache come “foresta dei suicidi”. Sara, che ha sempre avuto un rapporto profondo con Jess, è convinta che sua sorella non si sia tolta la vita, come in molti credono, e così decide di campeggiare nella foresta, malgrado le credenze popolari raccontino che tra quegli alberi si aggirino gli yurei, spiriti senza pace di chi si è tolto la vita.

C’è poco da girarci attorno, il più grande merito del film è individuabile nell’ambientazione vincente. Una foresta che, grazie alle reali dicerie che si porta dietro, riesce davvero a trasmettere sensazioni di angoscia e malessere. Il problema più grande di Jukai, tuttavia, è il suo essere un film “fuori tempo massimo”. Zada dirige e confeziona un film come quelli che venivano prodotti una quindicina di anni fa, quando il successo internazionale del remake di The Ring ha portato i produttori americani a rifare ogni horror proveniente dall’Oriente che avesse avuto un minimo di risonanza ad di fuori dai territori nazionali. E Jukai, pur non essendo remake di nulla, ricorda mille altri film di quel filone.

Anche Jukai – La foresta dei suicidi arriva in home video nella stesse soluzioni del titolo precedente. Dunque, ancora una volta, troveremo un’edizione Limited Edition Blu-ray disc impreziosita da doppio slipcase cartonato e booklet interno utile a conoscere meglio il film. Anche in questo caso, sotto il profilo squisitamente tecnico, non c’è nulla da rimproverare al supporto. La resa dell’immagine è molto nitida e dotata di quel giusto contrasto utile a valorizzare la fotografia livida firmata da Mattias Troelstrump, mentre il reparto audio fornisce ancora una volta una squillante traccia in 5.1 DTS-HD MA sia nella versione originale che in quella italiana. Il reparto dei contenuti extra non è particolarmente nutrito e fornisce il trailer, un dietro le quinte della durata di 4 minuti e una serie di brevi interviste al regista Jason Zada (3’), alla protagonista Natalie Dormer (2’), agli attori Taylor Kinney (2’) e Eoin Macken (1’) e al produttore David S. Goyer (2’).

Roberto e Giuliano Giacomelli

THE DEVIL’S CANDY di Sean Byrne

Label: Midnight Factory per Koch Media

Formato: Limited Edition Bluray Disc (disponibile anche in DVD)

Video: 2.39:1 (16:9)

Audio: Italiano 5.1 DTS-HD Master Audio, Inglese 5.1 DTS-HD Master Audio

Sottotitoli: Italiano

Extra: Trailer

JUKAI – LA FORESTA DEI SUICIDI di Jason Zada

Label: Midnight Factory per Koch Media

Formato: Limited Edition Bluray Disc (disponibile anche in DVD)

Video: 1.78:1 (16:9)

Audio: Italiano 5.1 DTS-HD Master Audio, Inglese 5.1 DTS-HD Master Audio

Sottotitoli: Italiano

Extra: Dietro le quinte, Interviste, Trailer

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