Bombshell – La voce dello scandalo, la recensione

Un anno prima che esplodesse il caso Weinstein e che sorgesse il movimento #metoo, che ha reso pubbliche alcune deplorevoli “abitudini” di uomini di potere, un caso analogo aveva gettato un polverone sul mondo della tv americana e questo scandalo rispondeva al nome di Roger Ailes.

Chi è Roger Ailes? Una domanda legittima, visto che il suddetto scandalo non interessò l’opinione pubblica internazionale tanto quanto quello Weinstein e, nonostante le coincidenze con il ben più celebre scandalo, si spense nell’arco di alcuni mesi pur innescando una miccia che da lì a poco avrebbe fatto esplodere la questione degli abusi sessuali nei luoghi di lavoro.

Era il 2016 e nella sede di New York di Fox News si stavano costruendo i presupposti per il più importante scandalo sessuale televisivo. La più conservatrice delle emittenti del gruppo Fox, apertamente a favore della candidatura di Donald Trump, trovò nel comportamento della anchorwoman Megyn Kelly un episodio da condannare: la donna, infatti, aveva incalzato durante una diretta tv il futuro Presidente USA sulle accuse di misoginia che gravavano sul suo conto. Un comportamento che fu duramente stroncato dai sostenitori di Trump ed ebbe, come conseguenza, un neanche troppo sottile gioco di ripicche su Twitter dove il candidato alle presidenziali si divertiva a offendere la giornalista. Megyn Kelly finì al centro di un polverone mediatico e fu duramente ripresa da Roger Ailes, il CEO di Fox News che ha, di fatto, costruito da zero l’identità dell’emittente.

Bombshell - La voce dello scandalo

Alla storia della Kelly, però, si univa il licenziamento della giornalista femminista, ex Miss America, Gretchen Carlson, duramente criticata dallo stesso Ailes per l’iniziativa di andare in onda senza trucco invitando le donne a mostrarsi per quello che sono e non per quello che gli altri vogliono che siano.

Terzo polo della vicenda è la giovane aspirante anchorwoman dalle forti convinzioni cristiane Kayla Pospisil, che si scontra con l’orribile meccanismo del far carriera, ricevendo avances sessuali dallo stesso Ailes in cambio di un posto di primo piano in un programma dell’emittente.

Tre storie, tre donne, un solo ambiente di lavoro, un epilogo comune che porterà al licenziamento di Roger Ailes, l’uomo che ha contribuito a rendere grande l’impero mediatico di Rupert Murdoch e autoritario boogeyman del quinto potere.

Bombshell - La voce dello scandalo

Infatti, in seguito all’accusa di Gretchen Carlson di abuso sessuale, molte altre donne di Fox News hanno fornito testimonianze analoghe, compresa proprio Megyn Kelly, nonché – come sappiamo – l’esordiente Kayla. Ma se le prime due esistono realmente e hanno fatto si che il mondo sapesse di questa mostruosa vicenda, la terza è un personaggio di finzione, nata per esigenze creative dalla fusione di più testimonianze raccolte durante l’indagine sui fatti. Un’indagine che ha innescato immediatamente la macchina-cinema già all’indomani della morte di Roger Ailes, avvenuta nel 2017: Lionsgate ha infatti affidato a Charles Randolph, fresco di Oscar per la sceneggiatura de La grande scommessa, lo script del film che è stato poi affidato alla regia di Jay Roach. Contemporaneamente, però, altri media si sono interessati allo scandalo Fox News e, nell’arco di una manciata di anni, a Bombshell – La voce dello scandalo si sono accostati la miniserie di Showtime The Loudest Voices (con Russell Crowe nel ruolo di Roger Ailes) e il documentario Divide and Conquer: The Story of Roger Ailes.

Bombshell - La voce dello scandalo

Candidato a tre premi Oscar e vincitore del premio al miglior trucco, Bombshell – La voce dello scandalo sa lasciare il segno. Innanzitutto, riesce a sintetizzare lo stile veloce e irriverente de La grande scommessa lasciando però da parte il tedio ultra-pop del film di Adam McKay. Dunque, linguaggio moderno (abbattimento della quarta parete) e mix di suggestioni provenienti da più generi mediali (l’influenza del documentario si fa sentire), ma anche una costruzione classica degli eventi, una narrazione comprensibile e mai schizofrenica che si affida a dialoghi serrati e una scrittura intelligente. Questo vuol dire che al di là della evidente furbizia di uscire in un periodo sensibile all’argomento e dipingere Ailes come il gran villain di una storia drammatica, Bombshell è un film che mette tutte le carte in tavola mostrando vittime e colpevoli ma senza che questi ruoli siano mai a senso unico. Dunque, Ailes è un mostro, ma lo scandalo non sarebbe mai emerso se Gretchen non avesse agito in seguito alla rabbia data da licenziamento, così come è evidente il dubbio che ricade su Megyn: parlare (e probabilmente perdere il lavoro) o far finta di nulla? O ancora il modo come l’ingenua Kayla asseconda la situazione che le se sta parando davanti inseguendo il suo desiderio di far carriera. Insomma, Bombshell riesce ad essere efficace e ficcante proprio perché è realistico, non utilizza eccessivi filtri e pone il dubbio sui veri ruoli del potere: chi usa chi?

Bombshell - La voce dello scandalo

Per arrivare a questo scopo, Jay Roach, che si è fatto le ossa con le commedie (la trilogia di Austin Powers, Ti presento i miei) e agli Oscar ci era già arrivato con il bellissimo biopic L’ultima parola – La vera storia di Dalton Trumbo, riesce a gestire egregiamente più registri raccontando con i toni brillanti della commedia una storia fondamentalmente drammatica, fino a toccare vette di emotività importanti, come la scena in cui Kayla è da sola nell’ufficio di Ailes, un momento che riesce a mettere a disagio anche lo spettatore più scafato e che trasmette un senso di angoscia molto profondo.

Contribuiscono alla riuscita di Bombshell anche gli attori scelti a dar volto (dietro pesanti sessioni di trucco prostetico) ai protagonisti della vicenda, tra questi le tre regine del film: Charlize Theron (è Megyn Kelly), Nicole Kidman (è Gretchen Carlson) e Margot Robbie (è Kayla Pospisil). Ne emergono tre ritratti di donna molto differenti tra loro ed efficacissimi, capaci, attraverso piccole e grandi sfumature, di creare un unico identikit femminile della vittima capace di afferrare il coltello dalla parte del manico. Immenso John Lithgow nel ruolo di Roger Ailes, pesantemente nascosto dall’ottimo trucco che lo rende quasi irriconoscibile ma capace di una grande espressività, grazie a uno sguardo severo e autorevole che, a mano a mano che la storia procede, si spegne e si fa fragile, impaurito, consapevole che la fine sta arrivando.

Bombshell - La voce dello scandalo

Bombshell – La voce dello scandalo è un film lucido e intelligente, capace di sensibilizzare alla grave piaga degli abusi sessuali nei luoghi di potere molto meglio di come, fino ad ora, ha tentato Hollywood investendo in orribili film di intrattenimento che dovrebbero riscattare l’immagine femminile, ottenendo l’esatto opposto, mascolinizzandola.

Bombshell sarebbe dovuto uscire al cinema a marzo 2020, ma l’emergenza sanitaria da Covid-19 ha ritardato l’uscita relegandolo al settore del VOD e rendendolo disponibile nel catalogo di Amazon Prime Video dal 17 aprile 2020.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Bombshell affronta una tematica scottante come gli abusi sessuali in maniera intelligente ed oculata.
  • Attori magnifici e John Lithgow alla sua migliore interpretazione di sempre.
  • È furbo nel cavalcare l’onda del metoo.
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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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