L’ultima parola – La vera storia di Dalton Trumbo, la recensione

Negli anni ’40 Dalton Trumbo era tra gli sceneggiatori più pagati di Hollywood, grazie a una serie di film di grande successo come Joe il pilota, Missione segreta e Kitty Foyle – La ragazza innamorata, che gli valse anche una nomination agli Oscar. Nel 1947 aderì al comunismo e la sua vita cambiò, perché con lo spettro rosso, durante i primi anni della Guerra Fredda, essere comunista in terra statunitense era sinonimo di tradimento e potenziale minaccia. L’ultima parola – La versa storia di Dalton Trumbo, diretto dall’esperto in commedia Jay Roach (Austin Powers, Ti presento i miei) e tratto dal romanzo biografico di Bruce Cook, racconta proprio il periodo più buio del celebre sceneggiatore e di come riuscì brillantemente a uscirne.

La sceneggiatura di John McNamara, brillante autore televisivo di recente fattosi notare con Aquarius e The Magicians, parte proprio dall’inizio del declino di Trumbo. Dopo una breve panoramica sul contesto sociale e famigliare dello sceneggiatore, troviamo il nostro protagonista messo di fronte alla Commissione per le attività anti-americane, per la quale si rifiuta di testimoniare, finendo nella famigerata black list dei “10 di Hollywood” che gli valse, nel 1950, la condanna a 11 mesi di reclusione.

dalton trumbo 1

L’ultima parola – La versa storia di Dalton Trumbo glissa abilmente sulla parte potenzialmente più “noiosa” della vicenda di Trumbo, quella fatta di processi e aule di tribunale, sbrigando gli anni delle accuse in una mezz’ora scarsa, come se si trattasse di un antefatto, e si concentra sul “dopo”.

Uscito di prigione, Trumbo si ritrova senza soldi, senza lavoro e completamente osteggiato dai colleghi e dall’intero ambiente nel quale lavorava. Da questo momento L’ultima parola – La versa storia di Dalton Trumbo diventa un film sull’arte di arrangiarsi, ma nella declinazione dell’american dream, con il nostro protagonista che continua ostinatamente a fare il suo lavoro firmando sceneggiature di b-movie sotto pseudonimo, condividendo il suo lavoro con i colleghi nella sua stessa posizione, fino all’incredibile risalita che lo portò a vincere ben due Oscar.

dalton trumbo 2

Vivace nella scrittura e con un protagonista incredibilmente carismatico e ben caratterizzato, L’ultima parola – La versa storia di Dalton Trumbo deve molto della sua riuscita all’ottimo Bryan Cranston, conosciuto dall’intero pianeta per la serie cult Breaking Bad che trova qui una legittimazione anche nel campo cinematografico grazie a un ruolo per cui ambisce anche agli Academy Awards. Il talento di Cranston non sta solo nell’essere bravissimo nel reggere un intero film di tale peso sulle sue spalle, ma soprattutto nell’essere riuscito a far suo un personaggio che personaggio lo era di base. Il Trumbo di L’ultima parola non è il classico protagonista da biopic, adagiato sull’interpretazione mimetica che – spesso e volentieri – potrebbe risultare un’imitazione dell’originale. Cranston neanche somiglia fisicamente al vero Trumbo e diventa altro, nella caratterizzazione fisica e comportamentale, con l’esigenza di essere Trumbo nella storia che lo ha reso famoso.

dalton trumbo 3

Il film di Jay Roach è così completamente asservito al suo magnifico protagonista, descrivendolo nei vari contesti in cui si immerge. Se la sua interazione nell’ambito domestico forse risulta la meno riuscita per la voglia di creare superficialmente un legame di amore/odio con la figlia maggiore Niki, interpretata da Elle Fanning, quello che colpisce (e diverte) di più è la sua ostinazione nell’ambiente lavorativo. Caparbio nel continuare ad agire in un ambiente dove è letteralmente bandito, Trumbo trova la solidarietà di Frank King, il produttore di b-movie che tra western e horror in un ventennio riuscì anche ad aggiudicarsi un Oscar proprio grazie a Trumbo che scrisse, sotto falso nome, La più grande corrida. A dare l’imponente corporatura a King c’è il sempre ottimo John Goodman, che dà vita a un personaggio simpatico e fortemente stilizzato, forse quello che tra i comprimari – a fine film – più rimane allo spettatore.

dalton trumbo 5

Ma L’ultima parola è ricco di personaggi pittoreschi che viaggiano sul confine della commedia, a cominciare dai due vip che hanno decretato la riabilitazione di Trumbo: Kirk Douglas, che produsse e interpretò Spartacus e Otto Preminger, regista di Exodus. I due, rispettivamente interpretati da Dean O’Gorman e Christian Berkel, sono qui descritti quasi come rivali, il primo fascinoso e ostinato, il secondo invadente e fin troppo collaborativo. Pur mostrati chiaramente come macchiette, i due personaggi funzionano e danno al terzo atto del film quel tono leggero che riesce a distinguere L’ultima parola da buona parte dei biopic, notoriamente legati alle regole del drama.

Non della stessa caratura è invece Hedda Hopper, attrice e giornalista conosciuta all’epoca come una delle tre “pettegole di Hollywood” per una nota rubrica di gossip, che qui ha le fattezze di Helen Mirren. Il personaggio è eccessivamente stilizzato con connotati negativi tanto da apparire poco credibile: antipatica, presuntuosa, praticamente un villain! Questo eccesso di caratterizzazione sembra fare a pugni con l’intento da storia vera del film, che finisce irrimediabilmente nell’approssimazione.

dalton trumbo 4

Ma diciamo che nel complesso, se L’ultima parola soffre di un difetto macroscopico, è proprio questo netto taglio dato ai personaggi. È un film fortemente di parte che innalza ad eroe Trumbo e descrive negativamente chi gli metteva i bastoni tra le ruote. Una esegesi delle colpe di Hollywood e allo stesso tempo una messa in ridicolo dell’ottusità tipicamente americana, qui amplificata dalla burocrazia.

Nonostante qualche palese difetto di eccesso di stilizzazione, dunque, L’ultima parola – La vera storia di Dalton Trumbo funziona a perfezione e riesce a rendere appassionante e divertente la storia di un uomo che ha fatto del paradosso e della sua testardaggine un modello di vita.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Bryan Cranston: magnifico!
  • Ottima scrittura e caratterizzazione di gran parte dei personaggi.
  • Sa divertire.
  • Alcuni personaggi, Hopper su tutti, sono eccessivamente stilizzati, tanto da apparire fasulli.
VN:R_N [1.9.22_1171]
Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: 0 (da 0 voti)
L'ultima parola - La vera storia di Dalton Trumbo, la recensione, 7.0 out of 10 based on 1 rating

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.