Cani sciolti, la recensione
Bobby Trench e Marcus Stigman lavorano per Papi Greco, uno dei più potenti narcotrafficanti sudamericani. Bobby e Marcus però sono, rispettivamente, un agente della DEA e un ufficiale dell’Intelligence della Marina, infiltrati da ben 12 mesi con lo scopo di raccogliere le prove necessarie per incastrare Papi Greco. Nessuno dei due è a conoscenza della copertura dell’altro e quando i due sono incaricati di rapinare una banca di frontiera che contiene un ingente capitale proveniente proprio dal narcotraffico, i loro piani e le loro coperture vanno a rotoli. Abbandonati dai rispettivi organi di appartenenza e finiti nelle mire dei narcotrafficanti, Bobby e Marcus possono contare solamente uno sull’altro.
Con uno sguardo alla buddy action-comedy che ha proliferato soprattutto negli anni ’80 e un altro al linguaggio e alle tematiche tarantiniane, il regista islandese Baltazar Kormàkur realizza con Cani sciolti un thriller d’azione di quelli che sanno intrattenere davvero.
Punto di partenza è una graphic novel poco conosciuta, Boom! di Steven Grant, uno di quei fumetti hard-boiled pieni di violenza, turpiloquio e donne nude, insomma la sagra dell’exploitation che fa del pulp il suo principale credo. Materiale appetitoso, dunque, soprattutto per certo cinema d’intrattenimento che da qualche anno a questa parte ha sdoganato le vicende “adults only” anche nell’ambiente mainstream. E con la consapevolezza del materiale in ballo, Kormàkur e lo sceneggiatore televisivo Blake Masters centrano il bersaglio, offrendo allo spettatore proprio quello che lo spettatore si aspetterebbe da un prodotto del genere.
Per dare volto, muscoli e verve ai due protagonisti sono chiamate due delle più malleabili star di Hollywood, Denzel Washington – che dopo l’Oscar per Training Day sembra averci preso gusto a interpretare brutti ceffi – e Mark Wahlberg, che con Kormàkur aveva già lavorato lo scorso anno in Contraband. Ad affiancare i due “bad guys” tutta una serie di volti noti che si ritrovano con grande piacere, dal redivivo Bill Paxton, che qui impersona un sadico agente della CIA a un monolitico Fred Ward nei panni di un pluridecorato e severo colonnello della Marina degli Stati Uniti. Ma oltre ai cattivi James “Ciclope degli X-Men” Mardsen e il perfetto signore del narcotraffico Edward James Olmos, troviamo anche la bellissima e super sexy Paula Patton – che ricordiamo in Riflessi di paura e Mission: Impossible – Protocollo fantasma – che si esibisce anche in degli inaspettati topless che faranno felice il pubblico maschile, a cui quest’opera prevalentemente è diretta.
Denzel Washington e Marl Wahlberg “Cani sciolti” nel thriller d’azione di Baltazar Kormàkur
La storia di Cani sciolti è avvincente e, seppure ad un certo punto si complichi in modo eccessivo con la conseguenza che potrebbe apparire un po’ confusa, il ritmo è sempre alto e il divertimento costante. Grazie anche a una buona scrittura dei personaggi e tante situazioni sopra le righe che portano a parteggiare per i protagonisti, il film si tiene sempre su livelli costantemente alti.
C’è però da dire che a Cani sciolti tutto sommato manca un’anima, si tratta palesemente di un film usa e getta, un prodotto apparentemente inattaccabile ma che alla fine non lascia molto al fruitore. Ci si diverte e neanche poco, si passano due ore tra esplosioni, battute divertenti e cazzotti, ma usciti dalla sala si torna ai propri problemi quotidiani. In fin dei conti Cani sciolti è un Tango & Cash alla maniera di un Robert Rodriguez.
Disimpegno puro e va benissimo così, ma non aspettatevi il film dell’anno.
Roberto Giacomelli
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