Coco: il regista e la produttrice in conferenza stampa a Roma

Il 28 dicembre uscirà nei cinema italiani Coco, il film prodotto da Disney–Pixar e diretto da Lee Unkrich, già regista degli apprezzatissimi Toy Story 2, Toy Story 3, Monster & Co. e Alla ricerca di Nemo. Per presentare il film alla stampa italiana, lo stesso Unkrich ha tenuto una conferenza stampa a Roma insieme alla produttrice del film Darla K. Anderson, che ha iniziato la sua attività produttiva proprio alla Pixar con A Bug’s Life.

Di seguito un resoconto di quello che i due ci hanno raccontato sulla lavorazione di Coco.

Noi non facciamo film per bambini ma film per noi adulti che comunque possano essere visti e capiti anche dai bambini.

Con questa massima Lee Unkrich riassume la logica che sta dietro l’impeccabile macchina produttiva Disney-Pixar che apre l’interessante chiacchierata avuta con il filmaker americano.

Nel film Coco è presente Frida Kahlo, la nota artista messicana, che aiuta il piccolo Miguel nella sua avventura nell’aldilà.

Gli eredi di Frida Kahlo hanno visto il film – spiega Lee Unkrich – e anche durante le riprese abbiamo collaborato con le persone che gestiscono il museo dedicato all’artista e ci hanno aiutato perchè noi volevamo fare qualche cosa di rispettoso e anche corretto. Hanno partecipato anche alla grande anteprima che si è tenuta a Città del Messico e sono strati tutti molto contenti del risultato.

A proposito del tema dell’aldilà, fondamentale in Coco, Lee Unkrich ha detto:

Per noi era importante dare una rappresentazione della terra dei morti che fosse il più vicino possibile alla tradizione messicana. Poi era importante dare l’idea che quella non fosse la destinazione finale, ma che ci fosse un aldilà libero dalle credenze, in modo che il dopo è adattabile a ogni altra religione. C’è un altro aldilà, dove le persone non vengono ricordate e che rappresentano un ulteriore mistero a cui non abbiamo voluto dare risposta.

La produttrice Darla Anderson ha poi aggiunto:

Volevamo esplorare il tema delle passioni personali, questa è una festività incentrata sulla famiglia quindi per noi era importante intessere rapporti famigliari e genealogici. Inoltre Lee era convinto di voler mettere molta musica nel film e noi l’abbiamo fatto seguendo la tradizione messicana. È stato molto bello lavorare a un film che mettesse insieme tutti questi temi, su un ragazzo che difende se stesso contrapponendosi alla sua famiglia, ma allo stesso tempo lui ama la sua famiglia e la famiglia ama lui. È complesso e ci siamo divertiti molto.

Riguardo la tecnica d’animazione utilizzata in Coco, Lee Unkrich ha detto:

La rappresentazione della terra dei morti è stata difficile da realizzare non solo per la tecnica ma anche per una questione stilistica. Abbiamo fatto tante ricerche, ci mancava solo di esplorare davvero l’aldilà! Si tratta di una cosa basata sulla fantasia e la creatività, ma volevamo radicarla nei ruoli veri delle nostre ricerche, una città in continua costruzione, con gru e impalcature, perchè le persone passano a miglior vita di continuo e la città deve essere in evoluzione. Il mio team tecnico ha lavorato in stretta collaborazione per realizzare una cosa che solo qualche anno fa non sarebbe stato realizzabile. I computer fino a qualche tempo fa non erano abbastanza potenti per creare questo mondo.

Da dove nasce il personaggio di Ernesto de la Cruz? Darla K. Anderson racconta:

Ernesto è stato creato traendo ispirazione da molti cantanti messicani famosi e c’è anche un tocco di Elvis Presley. Il nostro obiettivo era di creare un personaggio molto carismatico e amato in modo da non far capire al pubblico in che parte saremmo andati.

Riguardo un’ipotetica ispirazione, Lee Unkrich ha spiegato:

Sapevamo che avremmo creato un film con gli scheletri quindi abbiamo passato in rassegna tutti i film in cui ci sono scheletri, tra cui quelli creati da Ray Harryhausen e Tim Burton, ma abbiamo creato un nostro spazio univoco e originale in questo senso. Nessun film è stato fonte diretta di ispirazione, ma sapevamo che saremmo entrati a far parte di un filone tematico già corposo.

Invece sull’utilizzo della musica:

Coco doveva essere pieno di musica e in questo caso c’è stata un’ispirazione da Fratello dove sei? dei Coen, dove è impossibile separare la musica dalla storia, in questo caso la musica messicana.

A cura di Roberto Giacomelli

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