DARKSIDE CINEMA.IT INTERVISTA CHECCO ZALONE, PROTAGONISTA DEL FILM SOLE A CATINELLE

L’attore comico Checco Zalone ha gentilmente scambiato quattro chiacchiere con i microfoni di Darkside Cinema in occasione della presentazione alla stampa, al Cinema Adriano di Roma, del suo ultimo film da protagonista, Sole a Catinelle, diretto da Gennaro Nunziante e prodotto dalla Taodue di Pietro Valsecchi.

All’anteprima del film, commedia non particolarmente brillante che vede Checco nei panni di un papà e di un uomo ‘frutto di vent’anni di Berlusconismo’, è seguita una intensa conferenza stampa, alla presenza dei già citati Zalone, Nunziante e Valsecchi e delle interpreti Miriam Dalmazio e Aurore Erguy.
“Alla base del progetto – ha raccontato Luca Medici, alias Checco Zalone – c’è la storia di un padre di famiglia. E’ stato questo spunto a spronare me e il regista. Io e Gennaro ci sentiamo spesso al telefono e, a partire da una gag, costruiamo la storia. Per Sole a catinelle siamo partiti dal mutismo selettivo nei bambini, e da lì abbiamo sviluppato la trama. Non volevamo puntare il dito contro nessuno, però. Stavolta non ci sono in gioco tematiche serie come quelle trattate nei film precedenti… Prometto che la prossima volta sarò serissimo!”

Non son mancati accenni di polemica, chi contro il presunto buonismo della pellicola, chi, al contrario, verso il linguaggio adottato da Checco, etichettato come ‘sboccato’. Il protagonista, tuttavia, si è destreggiato tra le domande, talvolta provocatorie, con il consueto brio e facendosi scudo della propria famigerata ironia. Toni più duri sono stati invece adottati dal regista: “Definire il film ‘sboccato’ non è in linea con quello che abbiamo fatto. Per noi è volgare portare in scena una commedia scontata, che tratti e affronti i suoi temi con goffaggine e approssimazione”.

Sta di fatto che Sole a Catinelle, dal 31 ottobre nelle sale italiane, fa sorridere, ma a denti stretti. La ricetta anti crisi di Zalone, a base di ottimismo e gioie familiari, stuzzica, ma non intrattiene. O, comunque, non riesce a mantenere il ritmo dignitosamente efficace, proprio della prima macro-sequenza, fino alla fine. Il suo problema non è il linguaggio volgare – piuttosto contenuto, a dire il vero – o qualche particolare pecca della scrittura. Semplicemente, l’idea portante non graffia né risulta particolarmente irriverente o innovativa.

La domanda che in molti hanno posto è: riuscirà la nuova fatica zaloniana a superare, o per lo meno eguagliare, gli oltre 45 milioni incassati dal precedente Che bella giornata?
Al box office l’ardua sentenza. Noi, per il momento, vi lasciamo con il video della nostra intervista e, a seguire, con la fotogallery esclusiva dell’incontro con il cast e il regista di Sole a Catinelle.

Chiara Carnà


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