Darlin’: cronache di un’adolescenza cannibale. In Blu-ray con Midnight Factory il sequel di The Woman

Questo mese l’instancabile Midnight Factory si butta a capofitto sull’inedito sequel di un horror cult del 2011, Darlin’, che prosegue le avventure della donna selvaggia interpretata dalla poliedrica Pollyanna McIntosh partorita dalla penna di Jack Ketchum che era protagonista del più bel film di Lucky McKee, The Woman. Stavolta a scrivere e dirigere, oltre che interpretare, è la stessa McIntosh al suo esordio assoluto come sceneggiatrice e regista.

IL LATO SELVAGGIO DELLA FEDE

La Donna che ha il volto duro e incredibilmente espressivo di Pollyanna McIntosh nasce sulle pagine delle opere di Jack Ketchum (che ci ha lasciati nel 2018 e alla cui memoria Darlin’ è dedicato) e arriva sul grande schermo già nel 2009 con Offspring di Andrew van den Houten (mai distribuito in Italia), a cui fa seguito nel 2011 The Woman di Lucky McKee, opera decisamente apprezzata dalla critica e dal pubblico di settore nonchè vincitrice di diversi premi nei festival specializzati. Ora quel personaggio, che esprime l’aspetto ferino del femmineo, il riscatto della donna da una società di stampo patriarcale avvolta dal grottesco, torna in Darlin’ e si ambienta dieci anni dopo gli eventi narrati nel film precedente, riprendo le fila proprio da quel liberatorio ma per nulla consolante finale.

Darlin

La Donna ha preso con se la figlia più piccola della famiglia che ha massacrato e l’ha cresciuta, facendole da madre, trasmettendole la sua natura selvaggia e bestiale. Ora che la piccola Darlin’ è adolescente, la Donna la lascia davanti all’entrata di un pronto soccorso per un motivo inizialmente imprecisato; qui la ragazza viene accolta, curata e trattata con gentilezza dall’infermiere Tony che se ne prende cura finché il primario decide di affidarla a un orfanotrofio cristiano. Darlin’ ha difficoltà ad ambientarsi e il vescovo la utilizza per far si che la struttura non venga chiusa. Ma, nel frattempo, la Donna si è messa sulle tracce di Darlin’, convinta a riportarla nel suo habitat.

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Ambiziosissimo nei temi scabrosi che vuole trattare, che vanno dalla denuncia delle istituzioni religiose all’evergreen sull’emancipazione femminile e sul riscatto degli emarginati, Darlin’ non riesce a tenere lungo gli oltre 100 minuti di durata le redini dei suoi obiettivi risultando un’opera molto acerba e altalenante. Innanzitutto, viene a mancare quell’equilibrio presente nel film di McKee che concedeva ampio spazio alla critica sociale senza mai smarrire l’obiettivo dell’intrattenimento di genere, qui invece notiamo una continua alternanza di toni che non riescono a centrare l’obiettivo: si passa dal dramma adolescenziale all’horror gore (e questo ci può stare) con frequenti incursioni nel grottesco, che qualche volta si fa trash, di certo non in maniera voluta. Così se l’attenzione è giustamente focalizzata sull’adolescente Darlin’, le comunque frequenti comparsate della Donna appaiono per lo più fuori luogo, non disturbano ma spingono al sorriso non voluto. E quando questo accade ti rendi conto che qualche cosa è andata storta sia in sede di scrittura che di messa in scena.

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A proposito di scrittura, se la protagonista è impeccabile e molto contribuisce l’ottima prova recitativa di Lauryn Canny, lo stesso non si può dire di tutti gli altri personaggi che hanno caratterizzazioni a volte superficiali, a volte stereotipate, come accade per l’infermiere buono interpretato da Cooper Andrews di The Walking Dead, o Suora Jennifer impersonata da Nora-Jane None di The Descent che non sembra avere una reale funzione all’interno della narrazione. Anche qualche buco di sceneggiatura fa capolino qua e la (se Darlin’ viene esaminata in ospedale con tanto di TAC, come è possibile che nessuno di accorge del suo “segreto”?) a dimostrazione che al film è mancata, innanzitutto, una supervisione attenta e professionale.

Insomma, quello che sulla carta poteva essere l’interessante proseguo di un film bellissimo e ancora oggi incredibilmente attuale, nei fatti è un coming of age orrorifico con troppi spunti sociali gettati dentro alla rinfusa e non approfonditi che mostra innanzitutto problemi di scrittura.

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IL BLU-RAY DI DARLIN’

L’edizione home video italiana di Darlin’ porta il marchio di Midnight Factory, etichetta proprietà di Koch Media specializzata in cinema horror, e già questo dato è sufficiente ad esplicarne la bontà e la professionalità generale. Nella consueta slipcase limited edition, che contiene anche il mini-booklet da 12 pagine, l’edizione blu-ray di Darlin’ si mostra estremamente valida dal punto di vista tecnico con un’ottima resa video che va ad esaltare in particolare le scene maggiormente illuminate che presentano un’immagine vivida e dettagliata. Buoni anche i contrasti e non c’è male per le scene più scure anche se il film non ne fa un grande utilizzo, puntando decisamente più sull’orrore alla luce del sole.

Ottimo anche l’audio, presente in doppia traccia italiano-inglese in DTS-HD 5.1, sempre limpido e perfettamente amalgamato nella fusione dialoghi ed effetti sonori, anche per la versione doppiata in italiano.

Contenuti extra ridotti al solo trailer.

Roberto Giacomelli

DARLIN’ di Pollyanna McIntosh

Formato: Blu-ray (disponibile anche in DVD)

Label: Midnight Factory

Video: 1080p – 16/9 – 2.00:1

Audio: DTS-HD 5.1 Italiano, Inglese

Sottotitoli: Italiano

Extra: Trailer

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