Doraemon, la recensione

Un fenomeno che ultimamente ha preso piede è il revival, , sul grande schermo, di cartoni animati popolari in televisione negli anni passati. Tra le ultime uscite, infatti, abbiamo infatti L’Ape Maia e le Tartarughe Ninja; il 6 novembre, invece, sarà la volta del gatto spaziale Doraemon, che debutterà nelle nostre sale grazie a Lucky Red. Il simpatico robot blu non è nuovo al cinema, avendo all’attivo già ben 33 film, ma quest’ultima pellicola presenta una novità, ovvero lo sfruttamento della terza dimensione.
Il film recupera lo schema abituale delle puntate televisive: Nobita, un ragazzino pigro e svogliato, va male a scuola e viene continuamente preso di mira dai bulli Suneo e Gian. Fortunatamente, giungerà un aiuto inaspettato: un suo pronipote, preoccupato per il destino avverso della famiglia – dovuto a degli errori di Nobita – gli manda Doraemon, un saggio gatto-robot, per cambiare il futuro del bambino. Grazie a mille avventure, Nobita apprenderà molto sulla vita, imparando a crescere e a cambiare il proprio destino.

doraemon

I bambini rideranno sicuramente di gusto di fronte alle prodezze di Doraemon che, dalla sua gattopone, una tasca quadrimensionale, estrae mille oggetti affascinanti, detti chuski, che aiutano Nobita ad affrontare le difficoltà di ogni giorno. Il problema è che Nobita si affida troppo ai chuski e per niente alle proprie capacità! Nel corso del film, quindi, lo vediamo cacciarsi in mille guai a causa di quest’atteggiamento, ma lo vedremo anche maturare, impegnarsi a scuola, aiutare la sua amata Shizuka; diventerà, così, un punto di riferimento per il pubblico dei giovanissimi.

Se i bambini si affezioneranno agli adorabili protagonisti, i più grandi rivivranno momenti di sincera nostalgia coi personaggi che avevano imparato ad amare in televisione. Le situazioni sono infatti le stesse, ma con un pizzico di avventura in più. In effetti, in alcuni casi, le peripezie vissute da Nobita e Doraemon potrebbero risultare eccessivamente drammatiche per gli spettatori più piccoli: si veda, ad esempio, la scena della bufera di neve, o quella in cui Shizuka crede che Nobita abbia preso del veleno. E’ pur vero che una soluzione provvidenziale giunge puntualmente, e tutto va a finire per il meglio, tuttavia tali elementi stonano nel corso della pellicola.

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Un altro elemento poco adatto allo spirito infantile è sicuramente il leitmotiv del film, ovvero l’ossessione di conoscere il futuro: non è normale che Nobita, un bambino che va ancora alle elementari, abbia addosso una pressione così grande per quanto riguarda il suo destino, il matrimonio, il lavoro. Inoltre, è un aspetto troppo ricorrente che, alla lunga, nei 95 minuti del film, può annoiare il pubblico. Per fortuna ci sono anche molte pillole di saggezza e scene buffe: si ride e si sogna, si cresce e si impara. La lezione più significativa riguarda sicuramente l’importanza di affidarsi a se stessi e di non abbattersi di fronte alle difficoltà della vita: in sostanza, è un film che può mettere d’accordo adulti e bambini, pur non entusiasmando, a causa di alcune sequenze esagerate e poco originali.

Giulia Sinceri

PRO CONTRO
  • Le numerose pillole di saggezza e lezioni di vita.
  • Un’ottima occasione, per i nostalgici del cartone animato, di rivedere Doraemon sul grande schermo.
  • Alcune scene sono eccessivamente melodrammatiche.
  • Situazioni troppo ricorrenti e, pertanto, ripetitive.
  • Troppo peso alla conoscenza del futuro. Dopotutto, si parla a dei bambini.
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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Doraemon, la recensione, 7.0 out of 10 based on 1 rating

One Response to Doraemon, la recensione

  1. mena brusco ha detto:

    il mio programma preferito e doraemon e il mio episodio preferito e quando Nobita si arrende di amare Scizuca ciaoooooo

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    Valutazione: 5.0/5 (su un totale di 1 voto)
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