Elvis e Nixon, la recensione

Un incontro storico documentato da una singola fotografia, pare la più richiesta agli Archivi di Stato di Washington, tanto iconica quando grottesca nella sua scala di grigi oramai d’altri tempi. Una piccola parentesi, una breve divagazione su due enormi figure novecentesche americane che per quella ventina di minuti, nonostante l’apparente differenza tra i due mondi, si incontrano e si trovano. Una pellicola fugace in cui i personaggi principali, molto più imponenti del film in sé, travalicano i 90 minuti scarsi di durata e dominano l’interesse dello spettatore sia prima che dopo la visione.

Elvis & Nixon è questo, la proposizione filmica dello strano ma verissimo incontro privato avvenuto tra il 37° Presidente degli Stati Uniti d’America Richard Nixon e “il re del rock’n’roll” Elvis Presley. Nel dicembre 1970 infatti Elvis ottenne un incontro alla Casa Bianca con il bizzarro intento di farsi nominare agente segreto sotto copertura. Un breve e intenso incontro (almeno da come lo racconta la regista Liza Johnson) che si traduce in una pellicola altrettanto fugace e concisa tenuta totalmente in piedi da due mostri sacri.

ELVIS & NIXON

Sì certo una coppia di storiche icone apparentemente una opposta all’altra, ma anche e soprattutto due attori di spessore che trionfano nell’impresa di non venire rovinosamente schiacciati dal peso dei personaggi interpretati ma, all’opposto, riescono a imporre con pacata naturalezza le loro personali versioni dei personaggi donandogli un’umanità quasi puerile.

Michael Shannon ci regala un’immagine di Elvis placida e consapevole del suo status di celebrità mondiale che, in maniera un po’ infantile e guidato da visioni semplicistiche e parzialmente distaccate dalla realtà, utilizza questa condizione sociale privilegiata in nome di un bene nazionale superiore che fin da subito appare comico nella sua drammatica insensatezza. Dall’altro lato era decisamente curioso, dopo averlo già visto non troppo tempo fa abitare lo studio ovale nella serie TV House of Cards, scoprire come Kevin Spacey avesse dato vita a uno dei presidenti americani più discussi di sempre. Il risultato, soprattutto visto il carattere leggero e svogliato dell’intera operazione, ha dell’incredibile. Il Richard Nixon di Spacey non solo si avvicina visivamente moltissimo alla controparte reale, ma anzi in qualche modo la oltrepassa. Ingobbendo schiena e voce l’attore americano riesce a far rivivere l’ex presidente americano di fronte ai nostri occhi riuscendo a rendere la famosa scorza dura di Nixon motivo di sorriso e a sprazzi compassione, senza per questo mai mancare di rispetto o giudicare in alcun modo l’uomo che fu.

Elvis&Nixon

L’interessante operazione, trascinata dal curiosissimo spunto di partenza, basata su due grandi star che sorreggono di fronte a noi altrettanti pilastri del passato, sarebbe potuta anche risultare estremamente godibile allo spettatore. Peccato però che tutta la pellicola non sia altro se non un (fortunatamente non troppo lungo) pretesto per giungere al grandioso e pubblicizzato colloquio conclusivo tra le due icone. Entrambe le parti danno effettivamente motivazioni abbastanza valide perché l’incontro avvenga, partendo sempre e comunque dal fatto che di eccezione si tratta, ma il tutto viene messo in scena e raccontato in maniera talmente blanda e sbrigativa da far apparire il film come un grosso e corposo sketch televisivo di qualche talk show serale americano in cui strani ed esilaranti combinazioni tra individui di spicco e personaggi del passato la fanno da padrone.

elvis e nixon 3

Fortunatamente però i due attori riescono a non rimanere intrappolati da questa superficialità di fondo e anzi, energici e grintosi nelle loro reciproche pacatezze, trainano la pellicola dall’inizio alla sua conclusione sempre calandosi con grande ironia e profondo rispetto in due figure che nel bene e nel male, già solo attraverso una fotografia di 40 anni fa, riescono ancora oggi a smuovere in noi un incontrollabile desiderio di sana curiosità.

Matteo Pioppi

PRO CONTRO
I due attori principali spariscono dietro alle ottime interpretazioni di Elvis e Nixon, essendo allo stesso tempo ironici e divertenti ma rispettosi dei delicati ruoli a loro affidati. Quasi tutto il film pare un lungo intermezzo allungato che se da un lato dovrebbe servire ad arrivare al momento clou dall’altro pare solamente una prolungata attesa di quest’ultimo.
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