Festa del Cinema di Roma: Incontro con John Travolta
Roma, 22 ottobre – John Travolta è uno degli ospiti eccellenti della 14^ edizione della Festa del Cinema di Roma, protagonista di un incontro con il pubblico, in cui ha ripercorso la sua carriera di ecclettico artista e ha presentato il thriller The Fanatic, che sarà ospitato alla kermesse romana il giorno di chiusura come evento speciale. Prima dell’incontro, però, John Travolta è stato al centro di una breve conferenza con la stampa in cui ha anticipato quanto sarebbe accaduto da lì a poche ore con il pubblico. Ecco un breve recap della conferenza stampa.
“Questo ruolo è quello che preferisco come attore – inizia John Travolta riferendosi a The Fanatic – perchè rispecchia alcune mie fissazioni da fan, quindi non riflette la mia paura in quanto attore e possibile vittima di stalking, anche perché io non ho mai avuto problemi con i miei fan, ma al contrario riflette quello che apprezzo dell’essere fan”.
Il produttore del film, Oscar Generale, aggiunge un dato produttivo su The Fanatic:
Abbiamo prodotto il film in due mesi e girato in venti giorni, abbiamo battuto un record. Il film era perfetto per John, poi lui ha un carattere particolare che si presta a fare un film in poco tempo.
Poi, riferendosi alla sua esperienza come attore e ai film che ha interpretato, John Travolta dice:
Sono orgoglioso di realizzare qualsiasi film lasci un segno che rimanga nel corso degli anni, i film che possono lasciare una bella sensazione nel pubblico in ogni epoca viene visto, è un privilegio far parte di un film che lascia una scia ed è senza tempo, come Pulp Fiction, questa è una cosa positiva per ogni settore.
Secondo il mio parere, i tre film più memorabili in cui ho recitato sono Greese, La febbre del sabato sera e Pulp Fiction, sono orgoglioso di questi film perchè sono senza tempo. La vita di una persona è un collage di esperienze, ma sono vari pezzi che preferisci o meni, e questi sono quei pezzi che lasciano un segno nel tempo, quindi che io preferisco.
Il viaggio più interessante nella realizzazione di un film è stato Pulp Fiction, ho percepito che i consigli di Quentin Tarantino fossero corretti e sofisticati, mi ha lasciato spesso libero e mi ha concesso molta fiducia, se il regista è bravo e l’attore ascolta, si crea la giusta sinergia e nel nostro caso c’è stata.
“Il pubblico mi ha consentito di recitare ruoli così diversi tra loro – aggiunge Travolta – non pensavo che avrei mai interpretato una donna, il Presidente degli Stati Uniti, un avvocato cinico. I ruoli sono stati creati dagli sceneggiatori e io mi sono sentito una musa, ho deciso di essere un interprete e non un creatore. Questa cosa mi ha dato molta fiducia nel corso degli anni, sono state sfide ed è il pubblico che ha consentito questa mia libertà”.
Sui ruoli non interpretati…
Non ho rimpianti, la vita è oggi e lavori per domani. Io ho detto no ad American Gigolò, Splash, Ufficiale e gentiluomo, Il miglio verde… non ho accettato questi ruoli per motivi differenti ma non ho rimpianti.
Riguardo i suoi primi passi nel mondo del cinema:
Le persone sono fatte per fare certe cose, la mia famiglia veniva dall’arte e dal teatro, quando nella mia vita è arrivata l’opportunità di fare cinema, io ho abbracciato la possibilità di fare arte. Ho accettato questo invito a fare sempre di più, questo mi ha permesso di fare cose tanto diverse e non tutte della stessa fortuna.
Invece le sue origini italiane…
Mia nonna veniva da Napoli e mio nonno da un paesino in Sicilia. Mio nonno è arrivato in USA nel 1902, mia nonna quattro anni più tardi. In Sicilia ci sono stato ma non sono riuscito a trovare i miei parenti italiani perchè i Travolta non risultano da nessuna parte, infatti credo che ci sia stato un cambio sul registro degli arrivi e mio nonno sia stato registrato negli Stati Uniti con un cognome differente. Un altro nome chiave è Messina, che era il nome di mia nonna, ma anche in questo caso non sono riuscito a risalire a nessuno, non ancora.
Visto che The Fanatic parla del rapporto non proprio salutare tra un artista e il suo fan numero 1, di chi è fan John Travolta?
Io sono fan di James Cagney perchè sapeva cantare e ballare, di Sophia Loren… chi non ama Sofia? Federico Fellini, i Beatles e se parliamo di film: Cabaret, Funny Girl, Il Padrino… adoro Il Padrino! Adoravo Marlon Brando, che era un amico, Liz Taylor. Non mi sento in imbarazzato nel dire che sono pazzo di certe persone. È positivo essere ispirati da qualcuno. Potrei andare avanti per ore.
John Travolta ha avuto alcuni momenti della carriera meno fortunati e ricordandoli, in relazione alla tiepida reazione dei media riguardo The Fanatic, ha detto:
Non mi sono mai preoccupato dei momenti bui della mia carriera, sono sempre andato avanti nella ricerca di nuovi film e nuovi ruoli. The Fanatic ha ricevuto alcune delle migliori reazioni che ho avuto nella mia carriera, ma è un piccolo film che non ha avuto sostegno ed è uscito in poche sale, quindi la percezione è differente in confronto a quella di un grande film, di un blockbuster. Io ero molto soddisfatto prima di farlo e lo sono ora. Il personaggio è unico, un personaggio con tanto amore nel suo cuore, amore incontrollato che lo rende interessante e tutti possono identificarsi con lui.. tutti abbiamo un pezzettino di “fan” dentro di noi.
Per concludere, una domanda sull’argomento del momento: i cinecomics. Cosa ne pensa John Travolta?
Lo state chiedendo alla persona sbagliata perché non sono uno spettatore di questi film, quindi non li conosco bene. Non è una critica, io amo storie differenti, personaggi diversi dai supereroi, voglio essere commosso da una storia. I miei figli amano i film tratti dai fumetti, riescono ad emozionarli, ed ogni forma di intrattenimento che è capace di creare un effetto su qualcuno, se lo ispira, lo emoziona è senza ombra di dubbio valido intrattenimento e per questo deve esistere. Poi ci sono le opinioni, che in quanto tali sono personali e ognuno ha il diritto di esprimere la propria.
A cura di Roberto Giacomelli
Lascia un commento