Hotel Transylvania 3 – Una vacanza mostruosa, la recensione

Dopo tanti anni di vedovanza, il Conte Drac inizia ad accusare uno spiacevole vuoto nella sua vita. Il suo magnifico hotel popolato da mostri lo riempie di gioia ma, ovviamente, nulla può competere con quella felicità che solo una “compagna” può offrire. Vedendolo sempre più stressato e triste ma senza comprendere il reale motivo, Mavis capisce che suo padre ha bisogno di una distrazione e di passare qualche giorno lontano dall’hotel. Così la ragazza organizza una divertentissima vacanza di famiglia a bordo di una nave da crociera. Tutto è perfetto e organizzato nei minimi dettagli eppure Drac non sembra essere felice, almeno fino a quando incontrerà il capitano della nave, la bella umana Ericka. Possibile che qualcun’altra – un’umana, per giunta – sia riuscita a far fare “zing” al Conte Drac una seconda volta?

Il Conte Drac e sua figlia Mavis, ma anche l’umano Johnny e il piccolo Dennis, così come tutta la combriccola di mostri stravaganti, tornano a tre anni di distanza da Hotel Transylvania 2 in un esagitato terzo capitolo che, pur se con poca fantasia, porta avanti la saga con molta coerenza e verso una direzione a dir poco obbligata.

Anche se accompagnato da un notevole successo di pubblico, il primo Hotel Transylvania non era certo un film d’animazione capace di distinguersi particolarmente nel mare magnum delle produzioni animate al di fuori di Casa Disney. Eppure, vuoi per uno stile iper-convulso che è tratto distintivo del regista (una delle menti celate dietro Le Superchicche) che per il simpatico tentativo di riesumare in chiave ironica tutti i mostri classici del cinema e della letteratura con annesso tutto l’immaginario che si portano dietro, il film diretto dal russo Genndy Tartakovsky è riuscito a fare “zing” nel cuore di grandi e piccini così da guadagnarsi un’intera saga che adesso festeggia l’importante traguardo della trilogia.

Siamo sicuramente ben lontani da quella corposità narrativa e quell’armonia che avevano caratterizzato il secondo film, che ad oggi rimane il capitolo più convincente e meglio strutturato, ma nonostante questo bisogna ammettere che Hotel Transylvania 3 – Una vacanza mostruosa riesce ad andare ben oltre le aspettative che hanno accompagnato la sua uscita grazie ad una notevole coerenza che sta facendo “crescere” nel modo giusto la saga ed alcune belle trovate che, alla fine dei giochi, risultano tanto ovvie quanto geniali.

Sin dal primo film, Hotel Transylvania ci ha posto di fronte ad argomenti semplici ma importanti, utili a far riflettere gli adulti ma soprattutto indispensabili a trasmettere valori ai bambini. Tra questi, non poteva certo mancare un’attenzione particolare verso il concetto di famiglia, che è la prima e più importante fra le istituzioni, così come non si poteva lesinare sull’amore – ma solo quello vero – che rappresenta il “motore” di tutte le nostre azioni nonché la quadratura perfetta di quel cerchio chiamato Vita. Accanto a queste tematiche, affrontate spesso dai film d’animazione proprio per il loro valore pedagogico, ce n’è un’altra che in Hotel Transylvania diventa cardine di tutta la narrazione e che, mai come oggi, risulta “mostruosamente” attuale: l’integrazione tra razze e la capacità di accettare il prossimo. Questo particolare “valore sociale”, che in questo caso vede contrapposti i Mostri contro gli Umani, non è solo la tematica portante e scatenante del primo film ma rappresenta il vero fil rouge dell’intera trilogia. Così, dopo aver innescato la miccia per una rivoluzione generazionale e progressista con l’innamoramento tra una vampira ed un umano con tanto di pargoletto a seguito, adesso ci si avvia ufficialmente verso un “futuro” privo di tabù e pregiudizi – un melting pot sui generis – grazie alla scoperta di un secondo “zing” proprio da parte del Re dei Mostri (Dracula) verso un’umana. In Hotel Transylvania 3, dunque, si porta a conclusione un discorso iniziato nel 2012 con la definitiva elaborazione di un lutto e capacità di lasciarsi alle spalle il “passato” in funzione di un “futuro” in cui Mostri e Umani possono vivere insieme e dare inizio ad una nuova società. In tutto ciò Hotel Transylvania assume dei connotati molto più sofisticati di quanto possa sembrare superficialmente e, in particolar modo, questo terzo capitolo sembra sposare con una certa fierezza e in modo nemmeno troppo velato quella politica Anti-Trump a cui Hollywood sembra aver aderito già da molto tempo.

A rinforzo di questa teoria, verso i quali non dovrebbero esistere pregiudizi legati alla razza, Tartakovsky inserisce in questo terzo film un ulteriore elemento, che è forse la cosa più interessante del film, ossia la presenza del primo vero cattivo della saga che non poteva che essere – logicamente – il buon Abraham Van Helsing, leggendario antagonista di Dracula. Un ribaltamento dei ruoli molto interessante che ci porta ad un Van Helsing particolarmente spregevole e disgustoso, così ossessionato dal vincere la sua “mortalità” da essere divenuto, oggi, una sorta di cyborg (più simile ad una macchina che ad un uomo) decisamente più spaventoso dei Mostri stessi.

I tanti elementi buoni, concettualmente parlando, posti alla base di Hotel Transylvania 3 – Una vacanza mostruosa non trovano un giusto contrappeso nella dinamicità della narrazione che a tratti appare davvero troppo vuota e non all’altezza di riuscire ad andare oltre queste tematiche che, per quanto possano essere stimolanti, restano comunque tematiche.

Non mancano momenti divertenti, come il geniale viaggio con la compagnia aerea gestita dai Gremlins, così come tante situazioni potevano e dovevano essere gestite in maniera più “matura”, in particolar modo l’agghiacciante scontro finale a suon di macarena, sicuramente più consono ad una puntata delle Superchicche piuttosto che al finale di un lungometraggio per il cinema.

In definitiva Hotel Transylvania 3 – Una vacanza mostruosa rappresenta un dignitoso punto di arrivo per la saga così come potrebbe essere, al tempo stesso, un nuovo punto di partenza. Le possibilità di vedere un quarto film ci sono, anche se molto dipenderà ovviamente dagli incassi, quel che è certo è che in un eventuale quarto capitolo non si potrà fare a meno di voltare pagina perché il discorso Mostri vs Umani ha trovato la sua degna conclusione.

Giuliano Giacomelli

PRO CONTRO
  • Con questo terzo film, Tartakovsky chiude in modo coerente e dignitoso un discorso aperto nel primo film.
  • Van Helsing è un cattivo necessario all’interno della saga.
  • Non mancano momenti divertenti e geniali.
  • Ricco di concetti ma povero di eventi. Si ha spesso la sensazione di “brodo allungato”.
  • Viene meno quella coralità che caratterizzava i precedenti capitoli.
  • Lo scontro finale è davvero imbarazzante.
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