I See You, la recensione

Il meccanismo piscologico che ci permette di esorcizzare la paura derivante dalla lettura di un racconto dell’orrore o di un film è rappresentato da quella tenue e autoimposta convinzione di relegare la storia appena passatici davanti agli occhi, i suoi protagonisti, mostri e fantasmi vari in un mondo di pura fantasia e lontano anni luce dalla realtà circostante. Quando però i “mostri” varcano tali confini e arrivano ad invadere i nostri spazi quotidiani e familiari, questo esercizio non è più fattibile e la paura rischia di attanagliarci fino a tremare e avere timore anche di qualsiasi cosa che ci circonda. Partendo da questo spunto, si muovono le nuove generazioni di autori horror le cui opere tendono a mettere l’accento su paure intime e insite nel nostro animo: il timore che il nostro spazio vitale venga invaso da estranei, o di non conoscere per nulla le persone che abbiamo al nostro fianco, fino ad arrivare alla paura del diverso e di ciò che non si comprende.

Un percorso artistico, battuto negli ultimi tempi da registi di talento come Jordan Peele, Ari Aster e Natalie Erika James, in cui va ad inserirsi anche Adam Randall il quale, dopo i fantascientifici Level Up e iBoy, realizza un thriller dalle marcate venature horror grazie al quale si pone all’attenzione del grande pubblico. Il suo I See You, infatti, si configura come un film brillante, capace di raccontare una storia dalle tante personalità e dai mille colpi di scena e, cosa non da poco, di trasmettere una tensione costante e crescente anche per merito di una regia attenta ed efficace nella sua semplicità e un realismo inquietante e palpabile.

Un ottimo prodotto del regista britannico che può vantare nel cast attori del calibro di Helen Hunt e Jon Tenney.

i see you

Una tranquilla cittadina americana viene sconvolta dalla scomparsa di un ragazzino la cui dinamica ricorda molto da vicino lo stile di un rapitore seriale di bambini, attivo nella zona diversi anni prima. Ad indagare sul caso viene chiamato il detective Greg Harper il cui stato emotivo è già sconvolto dal recente tradimento di sua moglie Jackie e una famiglia ridotta a pezzi. Queste, tuttavia, sono solo le premesse di una storia torbida e con tanti segreti davvero spaventosi.

Riuscire a classificare I See You all’interno di un unico filone è un’impresa assai complicata e anche alquanto riduttiva, visto l’ampio respiro e la varietà di contenuti e spunti che offre il lavoro di Randall. Il regista britannico, infatti, mette sul tavolo quasi tutto quello che di buono può offrire un film horror per accontentare lo spettatore di ogni tipo e gusti e lo fa attraverso un plot che, come detto in precedenza, vive di diversi momenti e di approcci stilistici e narrativi, volti a disorientare chi guarda e a coinvolgerlo in una storia dai tratti torbidi e sorprendenti.

I see you

L’intento di Randall è quello di renderci partecipi dell’idea che niente è come sembra e tutto ciò che ci circonda è una forte illusione, sia dal punto di vista visivo che da quello più prettamente affettivo e psicologico. Assistiamo dunque a numerose sequenze in cui invisibili forze ultraterrene spostano oggetti e accendono tv che fanno da sfondo a dinamiche famigliari complesse e logorate da un insieme di tradimenti, ipocrisia e segreti inconfessabili che minano il rapporto tra protagonisti. Il tutto viene gestito con equilibrio in quanto il regista è molto abile nel creare una struttura resa solida e accattivante da una gestione della tensione quasi ottimale, atmosfere che incutono la giusta dose di timore e una sceneggiatura sempre puntuale e coerente nel descrivere le evoluzioni dei personaggi e le dinamiche dei rapporti fra gli stessi.

Le uniche pecche risiedono in una componente investigativa che se da un lato doveva rappresentare solo uno sfondo e un pretesto per il resto dell’intreccio, dall’altro non viene sviluppata in tutto il suo potenziale. Altro limite del film di Randall è quello di essere leggermente scolastico in alcuni punti dello sviluppo dell’intreccio, cosa che fa assumere ad alcuni colpi di scena quell’aura di “scontato” e di “già visto” sempre deleterio per una totale buona riuscita di un film.

I see you

Nonostante ciò, in conclusione, I See You è un prodotto di ottimo livello sotto tanti punti di vista e rappresentativo di una nuova età dell’horror, quella del connubio tra vena autoriale e toni da cinema di genere, che non deve mai mancare.

Vincenzo de Divitiis

PRO CONTRO
  • I tanti toni narrativi e stilistici sono omogenei e ben calibrati.
  • Gestione della tensione ottima e sceneggiatura solida e coerente.
  • Uno sviluppo dell’intreccio accattivante.
  • La parte investigativa non viene sfruttata fino in fondo.
  • Alcuni momenti del plot possono risultare un filino scolastici.
VN:R_N [1.9.22_1171]
Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: 0 (da 0 voti)
I See You, la recensione, 7.0 out of 10 based on 1 rating

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.