Il mio corpo vi seppellirà, la recensione

L’Italia pre-unificazione come l’America della Guerra di Secessione? Perché no! In fin dei conti ci sono molte affinità tra i due contesti storici, molte di più di quelle che si potrebbe inizialmente pensare. Ma la chiave per evidenziarle sta nel western, inteso come genere cinematografico. Questo è quanto ha fatto il regista Giovanni La Pàrola con Il mio corpo vi seppellirà, in cui sceglie coraggiosamente proprio il genere western per raccontare una storia di vendetta ambientata nel profondo Sud all’alba dell’Unità d’Italia.

Siamo nel 1860, Regno delle Due Sicilie. Prima dello sbarco delle truppe garibaldine, i soldati di Vittorio Emanuele II si spingono a Sud per espandere e consolidare il loro dominio, tassando i signorotti e i commercianti dell’ex-Regno borbonico e mettendo, così, in ginocchio molti settori produttivi del meridione. In questo territorio ancora senza legge, il Colonnello Romano conduce una personale guerra contro i briganti che stanno mettendo i bastoni tra le ruote alla sua missione di riscossione e, in particolare, punta un quartetto di donne che si fanno chiamare Drude, con le quali ha avuto uno scontro da cui è uscito ferito. Sulle tracce delle Drude è sguinzagliato Murat, ex sodato borbonico ricattato dal Colonnello, ora cacciatore di taglie conosciuto come Il Macellaio. Ma le Drude non combattono solo per la propria gente e per il loro tornaconto economico, ognuna di loro ha una storia di soprusi e violenze, con una grande sete di vendetta.

Il mio corpo vi seppellirà

Con gran sorpresa dello spettatore amante del grande cinema italiano di genere di una volta, Giovanni La Pàrola, al suo secondo lungometraggio dopo la commedia …e se domani (2005), confeziona un film violentissimo che ricorda in maniera incredibilmente genuina certi cruenti western italiani come Le colt cantarono la morte… e fu tempo di massacro (1966) e I quattro dell’Apocalisse (1975), entrambi di Lucio Fulci. L’originalità di un’operazione che non vuole essere un film sulla falsariga di qualcos’altro sta nell’idea di aver voluto raccontare non il selvaggio West, ma l’Italia dello stesso periodo storico dimostrando la grande somiglianza naturale tra i due contesti. La seconda intuizione, però meno originale, è aver eletto a protagoniste della vicenda una banda di donne: fuggiasche, criminali, spietate e ognuna con un passato oscuro che non le abbandona e ricorda loro che l’unico modo per reagire alla violenza è la violenza stessa. Mettere le Drude a elemento centrale del film non è una ruffiana mossa inclusiva, ma ha un preciso intento narrativo che supporta l’ossatura da revenge-movie della storia offrendo, allo stesso tempo, un gruppo di bad-girls fortemente caratterizzate che donano una lettura femminista alla vicenda.

Il mio corpo vi seppellirà

Questi elementi forniscono i giusti input per portare avanti un film dal grande ritmo che non si preoccupa di “piacere alla gente”, ma prende con coerenza una strada personale mirata a soddisfare i palati più sofisticati. Non a caso, Il mio corpo vi seppellirà è quasi interamente parlato in siciliano arcaico (e sottotitolato) come accadeva, ad esempio, con il protolatino ne Il Primo Re di Matteo Rovere o, ancora prima, con il napoletano stretto di Gomorra, e probabilmente non sarà una coincidenza se scorgiamo proprio il nome di Rovere tra i produttori di questo film.

Una bella fotografia calda – merito di Marco Bassano – riesce a creare la giusta atmosfera polverosa e arida ed esaltare le location naturali ricavate dalle campagne pugliesi. Gli effetti speciali visivi, invece, non convincono sempre e in un paio di occasioni in cui sono utilizzati per completare lo scenario (in apertura) o per arricchire una scena d’azione (la corsa della diligenza) risultano un po’ finti. Ma l’azione, al contrario, convince particolarmente e le scene di combattimento o inseguimento hanno l’adeguata costruzione coreografica e una buona sinergia regia/montaggio.

Il mio corpo vi seppellirà

Dal punto di vista attoriale, Il mio corpo vi seppellirà può vantare la partecipazione di alcuni grandi professionisti in ruoli di rilievo, molti scelti intelligentemente proprio dal panorama siculo. La banda delle Drude è composta da Antonia Truppo (Lo chiamavano Jeeg Robot), Miriam Dalmazio (Sole a catinelle), Margareth Madè (Baarìa) e Rita Abela tutte molto brave e caratterizzate in maniera pittoresca in modo da rimanere bene impresse nella mente dello spettatore con pochi e semplici elementi contraddistintivi. Nel versante villain abbiamo Guido Caprino (La stanza), nel ruolo del Colonnello Romano, un po’ troppo sopra le righe anche se perfettamente integrato nel contesto, ma soprattutto un grande Giovanni Calcagno (Il traditore) che dà vita a Murat/Macellaio, un personaggio spietato e disperato che ricorda davvero da vicino alcuni cattivi da spaghetti western.

Il mio corpo vi seppellirà

Il mio corpo vi seppellirà è, dunque, un film che sa prendere in contropiede perché risulta una scheggia impazzita all’interno della rinnovata voglia di cinema di genere che stanno supportando alcune produzioni italiane; un film divertente, pieno di ritmo, ma anche originale, particolarmente cruento ed eccessivo che guarda al fumetto pulp ma soprattutto al grande western italiano.

Potete trovare on demand Il mio corpo vi seppellirà dal 12 marzo sulle piattaforme Chili, Amazon, Google Play, Apple iTunes, Rakuten TV, Timvision, Infinity.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Un coraggioso tentativo di riportare in auge, con originalità, lo spaghetti western.
  • Il cast.
  • Alcuni effetti visivi.
  • Le musiche morriconiane si potevano evitare.
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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Il mio corpo vi seppellirà, la recensione, 7.0 out of 10 based on 1 rating

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