Il mistero di Dante, la recensione

A metà strada tra una puntata di Quark e una di Mistero, tra il documentario istituzionale e quello più sperimentale, tra il docu-reality e la fiction, tra la storia e il misticismo…

Parlare di Dante oggi e del suo sommo capolavoro può essere un’impresa ardua e difficile: come avvicinare il pubblico a un’opera che risale al Medioevo? Come trovare il giusto connubio tra cultura e intrattenimento? E soprattutto come trovare una chiave di lettura originale o quanto meno interessante? Louis Nero prova a rispondere a queste domande col suo ambizioso Il mistero di Dante, che vede in produzione Franco Nero e tra gli attori il premio Oscar F. Murray Abraham.

Il punto di partenza dell’autore è quello di ricostruire un particolare aspetto della Commedia e della vita di Dante, ovvero la parte esoterica legata alla quarta lettura dell’opera dantesca, una lettura che porterebbe a interrogare il fruitore dell’opera su un piano non meramente storico-religioso-simbolico, ma su quello legato al viaggio di iniziazione. Divina Commedia  intesa come un sentiero che conduce alle porte della Conoscenza.

Potenzialmente queste premesse, degne del miglior Roberto Giacobbo (che per altro compare tra gli intervistati), sono interessanti anche se forse non così misteriose o originali: un po’ tutti hanno sempre associato il viaggio di Dante nell’al di là, come un viaggio metaforico all’interno del sapere alla ricerca di se stessi. Ma in ogni modo le premesse erano fruttuose.

Si parte con un inizio a mo’ di mockumentary – di sicuro la parte più riuscita dell’intero film – e si sta col fiato sospeso mentre una reporter segue tunnel bui e claustrofobici. Poi, terminata la cornice introduttiva, iniziano le interviste e per circa un’ora e venti vediamo gente che parla. Gente che parla. E poi parla, e poi parla. Ogni tanto c’è qualche tavola animata dalle fatture decisamente kitsch e poi ancora gente che parla.

Il mistero di dante immagine

Il problema de Il mistero di Dante sta proprio qui, in questa sua struttura terribilmente monotona e dialogica: le parti di fiction spariscono dopo poco, per lasciare il posto alle sole interviste che non riescono e non possono reggere i restanti minuti del film. Nonostante ciò che trattano gli studiosi e i ricercatori siano argomenti potenzialmente interessanti, la forma in cui sono proposte le rendono pesanti, poco fruibili e di sicuro facilmente dimenticabili. La concentrazione cala dopo la prima mezz’ora e difficilmente si recupera. Di misterioso si respira poco e nulla e tutto ciò che si percepisce è un fastidioso senso di ridondanza uditiva.

Alla fine dei conti l’unico mistero irrisolto è cosa volesse dirci il regista.

Il mistero di Dante sarà nei cinema italiani dal 14 febbraio 2014 distribuito da L’AltroFilm.

Lorenzo Giovenga

PRO CONTRO
  • Potenzialmente interessante.
  • La parte claustrofobica a mockumentary.
  • Sono intervenuti studiosi di grande valore.

 

  • 90 minuti di chiacchere.
  • Calo dell’attenzione assicurato.
  • Non si capisce cosa voglia dire il regista.

 

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Il mistero di Dante, la recensione, 5.0 out of 10 based on 1 rating

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