La donna scimmia e Amore tossico: due classici del cinema italiano per la prima volta in blu-ray e in edizione restaurata

A questo giro ci sarebbe proprio da fare un applauso a CG Entertainment che, in collaborazione con Surf Film, decide di portare sul mercato home video, per la prima volta in alta definizione blu-ray, due grandissimi classici del cinema italiano: La donna scimmia di Marco Ferreri e Amore tossico di Claudio Caligari. Come sempre, infatti, la label si dimostra sensibile verso il cinema italiano che fu e porta avanti con tenacia questa deliziosa missione che mira alla sopravvivenza della nostra memoria cinematografica.

Entrambi i titoli arrivano sul mercato blu-ray anche per merito del pubblico che ha deciso di premiare le due iniziative grazie al crowdfunding (le Start-Up di CG) a cui la label ci sta abituando già da un po’. L’operazione resta esemplare perché ai due titoli non solo viene offerta la possibilità di esistere per la prima volta su supporto ad alta definizione, ma anche perché vengono editati in edizione restaurata a partire dai negativi originali. E il risultato è pazzesco! Nel caso del controverso La donna scimmia, CG recupera l’edizione integrale del film e rende disponibili tutti e tre i finali alternativi dell’opera (dunque quello cinematografico censurato, quello della Director’s Cut e quello realizzato per il mercato francese). Se amate il nostro cinema italiano, questi blu-ray sono assolutamente due acquisti imprescindibili.

Presentato in concorso al 17° Festival di Cannes, La donna scimmia è a tutti gli effetti un piccolo capolavoro della nostra cinematografia nonché – a parer di chi scrive – uno dei film più significativi all’interno della filmografia del grande Ugo Tognazzi.

Film di raro cinismo, spietato come pochissimi altri hanno saputo esserlo, La donna scimmia è stato inserito nel 2008 nella lista dei “100 film italiani da salvare” realizzata nel corso delle Giornate degli Autori durante la Mostra del Cinema di Venezia e con il sostegno del Ministero dei Beni Culturali.

Liberamente tratto dalla vera storia della messicana Julia Pastrana, donna ipertricotica vissuta nell’Ottocento e sfruttata come fenomeno da baraccone da Theodore Lent, La donna scimmia traspone la vicenda a Napoli e sposa il punto di vista di Antonio Focaccia (Tognazzi), un imbroglione da quattro soldi che vive alla giornata grazie a piccoli espedienti che lo mettono nella posizione di riuscire a tirare avanti. Un giorno, per puro caso, Antonio conosce Maria (Annie Girardot), una donna di umili origini cosparsa di pelo su tutto il corpo. La donna si vergogna d’essere guardata ma Antonio vede in lei subito un’opportunità da sfruttare al volo. Decide di ospitarla nel suo appartamento scalcagnato, sfruttarla come domestica e farla esibire, con ovvie finalità di lucro, in piccoli spettacoli rudimentali come unico esemplare di autentica donna-scimmia. Il paradosso è che Maria finisce presto per affezionarsi ad Antonio e così, quando capisce di avere la situazione in pugno, obbliga l’uomo a sposarla. In caso contrario, lei non si esibirà più per lui. Antonio adesso è con le spalle al muro ma di certo non intende abbandonare quella “gallina dalla uova d’oro”.

Se c’è un motivo valido per cui la nostra commedia ha saputo fare scuola ed entrare nella Storia del cinema è per la sua squisita tendenza alla cattiveria, per un cinismo di fondo sempre presente e indubbiamente utile a raccontare vizi e virtù di un’Italia popolata da finti intellettuali e stupidi arrivisti. In uno scenario come questo, sul finire degli anni ’50, emerge Marco Ferreri, regista d’indubbio talento che tuttavia ha bisogno di farsi le ossa in Spagna prima di riuscire a firmare qualcosa di suo in Italia (Una storia moderna – L’ape regina nel 1963).

Noto e apprezzato, seppur poco celebrato rispetto ad altri colleghi, Marco Ferreri riesce a diventare un vero e proprio portento della cattiveria. Un regista capace di far sua la commedia – il genere italiano per antonomasia – per poi stravolgerla, sporcarla e imbastardirla con il fine ultimo di condurla nei territori del grottesco puro.

La donna scimmia non fa eccezione. È una commedia in perfetto stile nostrano e l’Antonio Focaccia di Ugo Tognazzi è una tipica maschera italiana, un cialtrone imbroglione che spera di riuscire a fare fortuna sulla pelle degli altri. Ma con il progredire dei minuti la personalità di Ferreri prende il sopravvento, emerge con prepotenza tutta la sua formazione spagnola, e così il film si trasforma lentamente da commedia a grottesco e surreale teatrino degli orrori in cui la morale si perde completamente e i protagonisti diventano schiavi dei più spregevoli vizi dell’animo umano. A tal proposito, infatti, risulta esemplare il finale previsto dalla Director’s Cut (comprensibilmente censurato all’epoca) che davvero riesce a risultare persino sgradevole per l’enorme cinismo che Ferreri mette in scena.

La donna scimmia è un vero pugno nello stomaco. Un film capace di far ridere di gusto durante tutto il primo atto e poi, con un colpo di coda offerto da un finale spietato, riesce a mortificare lo spettatore, facendolo sentire persino in colpa per essersi divertito così tanto all’inizio.

Assolutamente da non perdere!

Come già accennato, La donna scimmia arriva in home video con CG Entertainment e Surf Film per la prima volta in alta definizione blu-ray. Un’edizione assolutamente eccezionale che restituisce la versione restaurata dalla Cineteca di Bologna nel 2017 in occasione del centesimo anniversario della nascita di Ugo Tognazzi. Questa edizione prevede tutti e tre i finali del film – tutti molti diversi l’uno dall’altro – montati in successione alla fine del film e non inseriti all’interno dei contenuti extra. Una scelta indubbiamente anomala ma sicuramente comprensibile vista la natura dei tre finali, capaci di offrire tre letture differenti a tutta l’opera.

Tecnicamente il prodotto è a dir poco perfetto. Il supporto restituisce un quadro video impeccabile, l’immagine è limpida e contrastata in modo eccezionale, così come il reparto sonoro è sempre squillante e di piacevole fruizione (presentato in doppia traccia italiana, sia DTS HD Master Audio 2.0 che Dolby Digital 2.0).

Tra i contenuti extra troviamo la featurette Ferreri, Tognazzi e La donna scimmia: storia vera di un matrimonio impossibile, ovvero una corposa intervista di 35 minuti a Ricky Tognazzi che racconta come è nato e come si è evoluto il rapporto personale e professionale tra Marco Ferreri e suo padre Ugo.

Facciamo un salto in avanti di quasi vent’anni e dal 1964 arriviamo al 1983, anno d’uscita di Amore tossico, l’audace e discussa opera prima di Claudio Caligari. Un film completamente differente da La donna scimmia, praticamente il suo opposto, eppure tra i due titoli c’è un minimo comune denominatore. Ovvero proprio Marco Ferreri che, nel 1983, ebbe l’onore di presentare il film al Festival di Venezia dove l’opera di Claudio Caligari si aggiudicò il Premio speciale nella Sezione De Sica.

Opera prima di un regista che è dovuto morire per far si che tutti si accorgessero della sua esistenza – forse il caso d’ipocrisia più eclatante nella Storia del cinema italiano – Amore tossico è il film più emblematico e impattante all’interno della brevissima filmografia di Caligari.

Siamo a Roma, anzi, ad Ostia. E siamo nei primi anni Ottanta, quando la società era gravemente piegata e dilaniata dalla spietata morsa dell’eroina. Qui un gruppo di ragazzi ai margini non fa altro che trascorrere le giornate in balia di squallidi espedienti: accattonaggi, piccoli e grandi furti, prostituzione. Tutte azioni finalizzate ad un unico scopo: racimolare il giusto quantitativo di soldi per poter comprare una dose d’eroina. Due ragazzi del gruppo, Cesare e Michela, quando riescono a toccare con mano l’abisso in cui si sono cacciati, decidono di uscire dal giro. Ma ovviamente non sarà un’impresa facile e indolore.

Con Amore tossico Claudio Caligari compie un urlo di protesta nei confronti della società finto-perbenista dell’epoca, una società benpensante che desiderava chiaramente voltare le spalle a quei problemi confinati per lo più nelle grandi periferie e dunque di poco conto. Caligari pensa così di recuperare una certa tradizione del cinema italiano, quello neorealista, armandosi di macchina da presa e calandosi direttamente sul “campo di battaglia”. Tutti quelli che recitano nel film, infatti, sono attori non professionisti, tutti prelevati direttamente dal mondo della tossicodipendenza: veri eroinomani o gente che comunque ha avuto un trascorso nel giro.

Questo permette ad Amore tossico di restituire una verità che ha dell’impressionante. È un film duro, che arriva dritto allo stomaco e che fa male. Non si percepisce mai la forma romanzata della vicenda, il tutto sempre magistralmente a cavallo tra la fiction e il documentario, con il risultato inevitabile che Amore tossico è un film che fa male.

Sensoriale, ipnotico, sgradevole e malsano. Amore tossico riesce davvero a restituire quelle che erano le ossessioni, le paure, le ansie e i desideri di alcuni giovani eroinomani del periodo. Persone appese al filo della vita, praticamente senza futuro, tenute in vita solo dall’irrefrenabile desiderio di procurare una nuova e indispensabile dose.

Amore tossico è il vero capolavoro all’interno della filmografia di Claudio Caligari.

Anche Amore tossico arriva in alta definizione blu-ray per mano di CG Entertainment e Surf Film. Ancora una volta si tratta di un blu-ray che offre il film in una splendida versione restaurata, restauro avvenuto nel 2021 per mano del CSC – Centro Sperimentale di Cinematografia.

Anche in questo caso non c’è davvero nulla da rimproverare al supporto sotto il lato tecnico. Certo, non si raggiunge quel livello di pulizia ottenuto nel caso del film Ferreri, ma bisogna tener presente la differente natura produttiva delle due opere. Nel caso di Amore tossico siamo davvero dalle parti di un film indipendente.

L’immagine che il blu-ray ci restituisce è perciò molto nitida, contraddistinta da colori vivi e un’attenzione alta nei confronti del dettaglio visivo. Il reparto audio soddisfa ampiamente e offre ancora una volta due trecce italiane in DTS HD Master Audio 2.0 e Dolby Digital 2.0. Certo, a volte l’ascolto non è dei più nitidi ma, ancora una volta, bisogna fare i conti con la natura produttiva che risiede alla base dell’opera.

Peccato per il reparto extra assolutamente a secco, unico vero neo di questa bella edizione ad alta definizione.

Giuliano Giacomelli

LA DONNA SCIMMIA di Marco Ferreri

Label: CG Entertainment e Surf Film

Formato: Blu-ray disc (disponibile anche in DVD)

Video: 16/9  1.85:1 – HD1080 24p

Audio: Italiano DTS HD Master Audio 2.0; Italiano Dolby Digital 2.0

Sottotitoli: Italiano per non udenti

Extra: Ferreri, Tognazzi e La donna scimmia: storia vera di un matrimonio impossibile. Intervista a Ricky Tognazzi

Puoi acquistare il bluray de La donna scimmia cliccando su questo link.

AMORE TOSSICO di Claudio Caligari

Label: CG Entertainment e Surf Film

Formato: Blu-ray disc (disponibile anche in DVD)

Video: 16/9  1.66:1 – HD1080 24p

Audio: Italiano DTS HD Master Audio 2.0; Italiano Dolby Digital 2.0

Sottotitoli: Italiano per non udenti

Extra: non presenti

Puoi acquistare il bluray di Amore tossico cliccando su questo link.

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