La promessa – Il prezzo del potere, la recensione

Arriva al cinema dal 10 Marzo l’ultimo film con protagonista Isabelle Huppert, La promessa – Il prezzo del potere (Les promesses). Al centro della storia abbiamo Clémence, una sindaca devota alla propria cittadina del dipartimento di Parigi, ormai giunta al termine con il suo mandato. Ad averla affiancata in tutti questi anni c’è Yazid, magistralmente interpretato da Reda Kateb. Il film ruota attorno agli ultimi problemi che Clémence e Yazid devono affrontare prima che questa termini il mandato: ottenere dei fondi che portino alla riqualifica dei Bernardins, un quartiere popolare in cui lo stesso Yazid è cresciuto. Quando però viene proposto a Clémence un posto nel ministero, cresce in lei una certa ambizione che fino a quel giorno era rimasta celata, mettendo a dura prova il rapporto con Yazid e in generale la sua identità politica.

Il film è tutto qui e forse è proprio questo il maggiore problema di un’opera, nel complesso, abbastanza riuscita. Il suo grande difetto, infatti, è voler trattare un tema interessantissimo in un’ora e mezza non riuscendo ad approfondire i molti spunti che il film stesso suggerisce.

Ancor più che la tematica centrale, sono i piccoli spunti che emergono con lo scorrere dei minuti i punti veramente interessanti di questa pellicola: le immagini della periferia come luogo di battaglia politica, ad esempio, oppure la speculazione edilizia. Ma soprattutto a catturare l’attenzione è una rappresentazione variegata di quella periferia che non è solo disagio e ritratti di personaggi vari, che agiscono e vivono secondo principi morali molto differenti tra loro, pur avendo un background socio-culturale simile, andando così a rompere i vecchi archetipi del cinema che vuole raccontare una certa periferia.

il prezzo del potere

Oltre a questi piccoli spunti il tema centrale gravita attorno al fatto che i politici mentono in campagna elettorale e che la politica è spesso costruita sulle menzogne e i giochi di potere. Come se poi ce ne fosse veramente bisogno. Il film prova inesorabilmente a raccontare questi intrighi come fossero un qualcosa che fino ad ora è rimasta celata agli occhi degli spettatori.

Altro piccolo problema che a molti, al sottoscritto in primis, può far storcere il naso è la rappresentazione di una classe politica che cerca di essere dalla parte degli emarginati e degli ultimi addossandosi un finto carico sulle spalle. Il film in questo cerca inesorabilmente di mostrarci una classe politica che vuole essere vicina ai più bisognosi ma ogni tentativo di rappresentazione viene vanificato dalle numerose scene e scelte narrative che vogliono contemporaneamente anche sottolineare un disagio e una difficoltà del vivere anche di chi sta bene economicamente. L’immagine del ricco politico che aiuta i proletari e gli emarginati dal caldo della propria villa non sembra una scelta critica voluta quanto più una gaffe ideologica.

Il prezzo del potere

Nonostante questa tendenza molto didascalica, il film offre degli scontri con dialoghi estremamente serrati, violenti e agitati che portano a vivere con tensione i confronti. Rimane però il problema che questo film non racconta nulla di nuovo e che altro non è che una rappresentazione di quel bimbo che grida “Il re è nudo”, ci dice che i politici fanno false promesse e che la politica si basa su bugie e compromessi come se il cinema degli ultimi anni non ce lo avesse già raccontato in ogni maniera possibile e immaginabile.

Sarà il tema interessante trattato in maniera banale o il fatto che forse il tutto sia trito e ritrito o la troppo breve durata, ma il film non riesce veramente ad arrivare da qualche parte. Non si tratta di un film inconsistente perché parte da un punto A e arriva con coerenza a un punto B, percorrendo il tipico viaggio dell’eroe che si ritrova davanti a un bivio e che alla fine risolve il proprio dilemma portando il tutto a una conclusione definitiva.

il prezzo del potere

Reda Kateb a parte, che fa un lavoro immenso, La promessa – Il prezzo del potere non si distingue particolarmente neanche per cast e regia, un film nel complesso godibile e con ottimi spunti di riflessione ma che è tanto veloce nel suo svolgimento quanto velocemente finirà nel dimenticatoio.

Emanuele Colombo

PRO CONTRO
  • Interpretazione incredibile di Reda Kateb.
  • Ottimi spunti di riflessione.
  • Il tema principale è raccontato in modo trito e ritrito.
  • La durata troppo corta non permette un ottimo sviluppo quei temi cardine che nascono dai vari spunti di riflessione.
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