Le Frise Ignoranti, la recensione
Il trentenne Luca (William Volpicella) vive incastrato tra un matrimonio infelice con la bella ma petulante Caterina (Eva Riccobono), un lavoro frustrante e le intemperanze dell’incorreggibile padre Mimmo (Francesco Pannofino). A renderlo davvero felice è solo la musica che fa con la band di cui è il leader e la voce: Le Frise Ignoranti. Sarà proprio durante la prima, sgangherata tournée del gruppo, organizzata dal manager cialtrone Salvatore (Dario Bandiera), che Luca verrà a sapere che il padre, dopo aver scoperto di avere un tumore, è sparito nel nulla e si accinge a compiere un gesto estremo…
Le Frise, a quel punto, si stringeranno attorno all’amico di sempre nella ricerca di Mimmo, incrociando personaggi improbabili e realtà sorprendenti, ma imparando anche molto su se stessi e sui valori della vita.
Il road movie pugliese di Antonello De Leo e Pietro Loprieno, il cui titolo parafrasa quello di una celeberrima opera di Ferzan Ozpetek, fonda la propria comicità su equivoci e dialoghi effervescenti, tentando di recuperare il guizzo delle grandi commedie all’italiana. Il senso della storia ruota attorno a tematiche ricche di spunti quali il viaggio come strumento di conoscenza e arricchimento, l’importanza dell’amicizia e della famiglia, la conquista dell’identità. Tuttavia, il risultato non convince se non in minima parte.
Il film si snoda, nella tensione disperata di strappare una risata ad ogni costo, tra personaggi sopra le righe, gag raffazzonate e la stucchevole morale pronta all’uso. La presenza nel cast di ottimi artisti quali Dario Bandiera e Francesco Pannofino non riesce, purtroppo, a risollevare la situazione a causa dei ruoli ingrati o insulsi loro assegnati. Fa la differenza, invece, la divertente ma fugace apparizione di Lino Banfi, esilarante nei panni di un Cavaliere neo borbonico. La surreale sequenza che lo vede protagonista concede una ventata di originalità alla pellicola e fa dimenticare per qualche minuto la mediocrità della stessa.
Uno dei maggiori difetti del film sta proprio nell’impossibilità per il pubblico di provare empatia per i personaggi, caricaturali e grotteschi. Questo valga tanto per i protagonisti – il corpulento e maldestro Franchino (Nicola Nocella) su tutti – che per le figure di contorno, come l’isterica Dottoressa Pizzuto (Federica Cifola). Nessuno, in questa sagra di caratteri bidimensionali, si dimostra in grado di emergere e lasciarsi ricordare ma questa, a onor del vero, non è una pecca dipendente dalle performance dei bravi interpreti quanto dalle evidenti carenze nella scrittura.
I momenti che vorrebbero essere toccanti, infatti, finiscono per stonare talmente con la continua mitragliata di facilonerie da risultare innaturali, penalizzando ancora una volta il coinvolgimento spettatoriale. Il paesaggio pugliese, inoltre, che il tema del viaggio avrebbe dovuto valorizzare come co-protagonista, non viene sfruttato a pieno nelle sue notevoli potenzialità. Rimane sullo sfondo, suggerito e fremente, senza mai svelarsi in tutta la sua ricchezza culturale e naturale.
Una vera e propria occasione mancata per un film che – invece di puntare su un umorismo brillante, sulla bellezza del territorio e su un maggiore spessore emotivo – preferisce indulgere nel turpiloquio e rimestare tra espedienti stantii, non regalando nulla di più di un imbarazzato sbadiglio. Le Frise Ignoranti, in sala dal 23 aprile, è distribuito da M2 Pictures.
Chiara Carnà
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