Luca, la recensione del nuovo film Disney-Pixar
Il mare, il sole, l’estate, la gioventù. L’Italia. Soprattutto l’Italia! Quell’elemento che può far davvero la differenza per un abitante del Belpaese guardando l’ultimo bellissimo film Disney-Pixar, Luca, che è ambientato proprio nella meravigliosa cornice delle Cinque Terre liguri.
La mano dietro Luca è, irrimediabilmente, italiana, anzi ligure visto che la Pixar ha affidato la regia del loro 24° lungometraggio a Enrico Casarosa, genovese di nascita e “uomo Disney” dal 2006, quando ha iniziato a lavorare in Pixar Animation Studios in qualità di storyboard artist, mentre nel 2011 esordisce in regia del cortometraggio candidato agli Oscar La Luna (che al cinema era in apertura di The Brave – Ribelle). Mai persona poteva essere più adatta, dunque, per dipingere un’Italia che va ben oltre i classici luoghi comuni, che si insinua in una quotidianità da borgo marittimo che solo chi l’ha vissuto può davvero conoscerlo.
Luca ha 13 anni ed è un mostro marino. Passa le sue giornate estive a controllare il pascolo di triglie della sua famiglia e, come tutte i suoi coetanei, teme quello che si muove sopra la superficie del mare. Finché Luca incontra casualmente Alberto, un ragazzino-mostro che invece conosce bene la vita sulla terraferma e lo invita a passare giornate intere fuori dall’acqua, dove i mostri marini possono assumere sembianze umane. Giornate passate a giocare e divertirsi con il sogno di avere una vespa tutta loro, Luca e Alberto si avventurano anche nel paese di Portorosso, dove vengono a conoscenza di un’annuale gara che prevede diverse discipline (bici, nuoto, gara di scorpacciate di pasta), i cui vincitori riceveranno una somma in denaro sufficiente per acquistare una vespa! I due amici sono convinti a partecipare ed entrano in squadra con Giulia, una ragazza estroversa che partecipa ogni anno alla competizione senza successo. Ma c’è un problema: Portorosso è un paese di pescatori e la loro ossessione è catturare i mostri marini che la leggenda vuole si aggirino nella zona!
Portorosso non esiste nella realtà, anche se l’assonanza con Monterosso che si trova all’estremo nord delle Cinque Terre è palese e la somiglianza paesaggistica con Vernazza è lampante, un suggestivo scenario marittimo coloratissimo immerso in un clima di spensieratezza adolescenziale come lo sguardo dei giovani protagonisti che la popolano, umani o mostri che siano. Luca è temporalmente ambientato negli anni ’50 (come evinciamo dai manifesti dei film che vediamo affissi sui muri, Vacanze romane e La strada), dunque i divertimenti sono ben diversi da quelli che conosciamo oggi (più genuini, direbbe qualcuno) caratterizzati fondamentalmente dal socializzare: corse nei prati, ruzzoloni giù dalle colline (e dalle scogliere!), giri in vespa e serate passate a guardare le stelle o quel che si pensa possano essere quei puntini luminosi che affollano la notte. È l’estate che, in un modo o nell’altro, tutti portiamo nel cuore anche se non abbiamo vissuto quei tempi e in quei posti, è l’estate dell’amicizia e delle prime cotte, della voglia di libertà, delle vacanze da soli.
Il fatto che Luca e Alberto siano dei mostri marini in incognito è un punto fondamentale della riflessione sull’adolescenza che sta alla base del film perché loro si sentono inadatti al mondo che si trovano a vivere, o meglio, Luca vive questo suo status come una problematica, cosa che Alberto sembra aver ormai superato. Come ogni adolescente o pre-adolescente, infatti, ci si sente un po’ alieni nell’ambiente in cui si vive, popolato da bulli ed esseri ostili (perfino il gatto baffuto Machiavelli), soprattutto se si è timidi e un po’ impacciati. La metafora del mostro in incognito funziona perfettamente per rendere questo clima di costante insicurezza, questo ostacolo apparentemente insormontabile che deve essere superato per essere accettati dai propri coetanei e dalla comunità tutta. È un concetto universale ed estendibile a più categorie, situazioni: Luca sceglie questo contesto e l’essere adolescenti in erba, ma ognuno può leggere in questa bellissima avventura la propria personale avventura.
Nel film di Casarosa, che adotta un’animazione stilizzata che sembra richiamare le rotondità della stop-motion, si respira quella joie de vivre tipica dei giochi infantili, del clima vacanziero. I colori accesi e le risate, c’è un’allegria intrinseca in ogni fotogramma che mette davvero di buon umore, con quelle note vintage che accompagnano tante scene, da Gianni Morandi a Edoardo Bennato, ai continui richiami alla favola di Pinocchio di cui Luca è la variante marina. Ma, come da tradizione Pixar, non mancano neanche quei teneri momenti di commozione, qui meno enfatizzati, ma irrinunciabili per creare il giusto climax e quell’empatia sempre necessaria.
Luca è dunque l’ennesimo centro per i Pixar Animation Studios, una realtà che è ormai una garanzia di assoluta qualità, capace di passare da un mese all’altro dalla profondità esistenziale di Soul alla spensieratezza adolescenziale di Luca.
Il film è disponile dal 18 giugno 2021 solo (purtroppo) su Disney+, compreso nel pacchetto standard di abbonamento.
Roberto Giacomelli
PRO | CONTRO |
|
|
Lascia un commento