Ozzy – Cucciolo coraggioso, la recensione

La maggior parte delle persone corrono una gara per vedere chi è il più veloce. Io corro una gara per vedere chi ha più coraggio” (Steve Prefontaine)

Ozzy è un beagle che vive con la famiglia Martins in un tipico quartiere residenziale americano, dove tutto è idilliaco e la pace viene interrotta solo al momento della consegna dei giornali, da parte di un bulletto di quartiere e del suo perfido cane. Come la maggior parte dei beagle, Ozzy è mansueto, giocherellone, socievole e gioioso, a volte combina guai, ma mai coraggioso. Anzi, la codardia è sicuramente una delle sue caratteristiche principali, insieme alla velocità.

Quando i suoi padroni e la figlioletta vengono invitati a presentare il loro nuovo fumetto ad un prestigioso festival in Giappone, sono amareggiati nello scoprire di non poter portare Ozzy con loro. Nonostante il costo elevato, decidono di mandarlo in una Spa extra lusso per cani,  così da alleggerire il momentaneo distacco.

È solo quando i Martins partono, che Ozzy scopre che quel paradiso è in realtà un’infernale prigione, dove i detenuti a quattro zampe sono costretti a costruire frisbee per l’azienda del malvagio proprietario. Da qui, comincia per Ozzy una vera crescita personale, in cui il coraggio, l’astuzia e la determinazione prenderanno il posto della codardia.

Ozzy diventa così l’eroe del film, accompagnato dai suoi compagni di cella: Rutto, Hot Dog e Scheggia, che lo aiuteranno nel progetto di evasione.

Alberto Rodriguez (Pokoyò), ha ben pensato di contrastare al meglio i due mondi di Ozzy: colori accesi e vivaci padroneggiano nel quartiere dei Martins, mentre colori e luci più scuri ed elementi facilmente riconoscibili in classici del genere come La grande fuga, Nick mano fredda, Fuga per la vittoria e Le ali della libertà per gli ambienti della prigione.

Come in qualsiasi carcere che si rispetti, non poteva mancare il boss, interpretato da un chihuahua senza scrupoli, pronto a tutto pur di comandare. Don Vito gestisce un giro di scommesse di corse di  cani e punterà su Ozzy  per vincere la sua battaglia personale contro Roccia, il direttore del carcere. Ma come Nevosetto di Pets, anche Don Vito nasconde un cuore tenero e dolce, come lo “zucchero”.

L’obiettivo della produzione è stato fin da subito, quello di creare un prodotto con verve comica che intrattenesse la fascia dei più piccoli e che fosse, allo stesso tempo, un tributo ai film classici ambientati in prigione, per soddisfare anche gli accompagnatori adulti.

Il doppiaggio italiano risulta molto curato, in cui troviamo le voci di Fabrizio Manfredi, Luigi Ferraro, Marco Mete, Paolo Marchese e Davide Lepore. La colonna sonora invece non colpisce particolarmente.

Ozzy cucciolo coraggioso è stato presentato al Festival di Toronto, All’American Film Market, al Festival di Berlino e al Festival di Cannes dove pare sia stato molto apprezzato. Dopo l’uscita in Spagna nel 2016, verrà distribuito in Italia dalla Eagle Pictures a partire dal 2 marzo.

Il commento di Alessio, sette anni, a questo film:

“Il mio personaggio preferito è Scheggia. Sono contento  che Ozzy  sia rimasto suo amico nonostante Scheggia lo abbia deluso. È così che dovrebbero comportarsi i veri amici. Se dovessi dare un voto a questo film da 1 a 10 darei 20!”

Marcella Valenti e Alessio Mineo

PRO CONTRO
  • I personaggi creano empatia con lo spettatore.
  • Storia di amicizia, coraggio e lealtà.
  • La durata di 90 minuti è eccessiva.
  •  Fatica a decollare ma prende un buon ritmo a metà film.
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Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Valutazione: +2 (da 2 voti)
Ozzy - Cucciolo coraggioso, la recensione, 6.0 out of 10 based on 1 rating

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