Regali da uno sconosciuto, la recensione

Le vie del thriller sono infinite e per il suo esordio nella regia di un lungometraggio l’attore e sceneggiatore australiano Joel Edgerton sceglie quella meno convenzionale. Proprio mentre a Hollywood va per la maggiore la contaminazione con l’action, Regali da uno sconosciuto – The Gift si inoltra su una via più intimista, perfino minimalista, dove a contare è il rapporto di una coppia e la loro felice quotidianità, nella quale si intrufola un individuo che, a poco a poco, distrugge ogni sentore di serenità.

La coppia è formata da Simon e Robyn, appena trasferiti in una nuova e bella casa in periferia, dove la privacy sembra essere un optional, visto che le pareti sono delle ampie vetrate. Un giorno Simon incontra casualmente al centro commerciale Gordon, che lo ferma perché riconosce in lui un vecchio compagno di scuola. Da quel momento Gordon, detto Gordo, comincia a farsi sempre più presente nella vita della coppia, con regali e frequenti visite a casa loro, soprattutto quando Robyn è da sola. Infastidito da questa invadenza, Simon decide di dire a Gordo che sarebbe il caso non si vedessero più e l’uomo non prende benissimo l’allontanamento, trasformando la vita della coppia in un incubo.

THE GIFT regali da uno sconosciuto

Sebbene non brilli per originalità, Regali da uno sconosciuto ha l’intelligenza di costruire un discorso coerente che fa sue le dinamiche del thriller per creare un piccolo incubo casalingo.

L’idea per il film sembra essere balenata nella mente del regista pensando alle conseguenze che potrebbero avere determinate azioni anche a distanza di molti anni. In questo caso abbiamo a che fare con due personaggi legati da un filo apparentemente sottile dove l’oblio ha giocato un ruolo fondamentale. Il personaggio di Gordo è sottilmente ambiguo, attorno a lui si costruisce un alone di inquietudine crescente che scaturisce non tanto dal suo essere ossessionato da Simon e dalla sua bella moglie, anzi dalla sua vita perfetta, quanto dal suo essere remissivo e servile. Le sue gentilezze si trasformano ben presto in stalkeraggio e questo lo percepiscono i coniugi protagonisti, così come lo spettatore, non per la pericolosità delle sue azioni, ma piuttosto dall’improvvisa invadenza nella loro vita. L’entrata in una nuova casa, che in teoria avrebbe dovuto segnare un passaggio di grado nel benessere della loro vita, si trasforma di fatto in una discesa negli inferi in cui la mancanza di privacy e intimità e doppiamente sottolineata anche dalla singolare architettura trasparente delle pareti esterne della loro abitazione.

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Dall’altro lato abbiamo Simon, un uomo di successo a cui la vita sorride grazie a un lavoro di responsabilità, sicuramente ben pagato, e una moglie che chiunque vorrebbe avere, interpretata da una Rebecca Hall in un ruolo da scream queen. Jason Bateman incarna alla perfezione lo stereotipo dello Yes Man e il suo fare arrogante e strafottente, già anticipato dall’incapacità di riconoscere Gordo a primo acchito, anticipa il suo (doppio) ruolo nella vicenda, che raggiunge l’apice nella scena a casa di Gordo a metà film.

THE GIFT regali da uno sconosciuto

Avvalorato da un crescendo narrativo e da un uso sapiente della suspense, il film di Edgerton si avvicina spesso alle atmosfere dell’horror psicologico, con un paio di momenti di efficacissimi salti sulla poltrona, pur rimanendo rigoroso nello stile e classico nello svolgimento.

Allo stesso tempo, però, è innegabile che ci sia qualche cosa nel meccanismo di Regali da uno sconosciuto che non ha funzionato in maniera impeccabile. Su tutte il ritmo, dal momento che dopo un primo atto ben scritto e coinvolgente, c’è un blocco centrale che non riesce a reggere i tempi fino a quel momento costruiti, in cui l’idea di inserire un’indagine per chiarire alcuni punti oscuri della trama appare l’espediente più facile e meno adatto a questo tipo di storia. Poi il film si risolleva, inanella una serie di colpi di scena poco originali ma efficacissimi e chiude un meccanismo a orologeria che fa uscire lo spettatore dalla sala con un senso di profonda inquietudine.

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Joel Edgerton pare abbia impiegato diversi anni dalla stesura della sceneggiatura alla realizzazione del film, trovando, in corsa, il supporto di Jason Blum che con la sua casa di produzione specializzata in horror ha anche suggerito il titolo The Gift, sostituito a quello di lavorazione, Weirdo. Un esordio valevole di attenzione, che ha fatto guadagnare al neo regista anche un premio al prestigioso festival del fantastico di Sitges.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Storia accattivante e con risvolti inquietanti.
  • Buona la scelta degli attori.
  • Adeguata costruzione dei personaggi.
  • Ottima suspense.
  • Dura un po’ troppo e ha una parte centrale lenta.
  • I colpi di scena sanno un po’ di già visto.
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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Regali da uno sconosciuto, la recensione, 7.0 out of 10 based on 1 rating

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