Regista, produttori e attori de Il Mostro della Cripta raccontano la loro visione degli anni ’80

Stasera sarà presentato nella selezione ufficiale del Locarno Film Festival Il mostro della cripta, che da domani 12 agosto esordirà nei cinema italiani, distribuito da Vision Distribution. In occasione della presentazione stampa che ha anticipato la premiere di Locarno, abbiamo avuto modo di scambiare quattro chiacchiere con il cast e la crew della horror-comedy prodotta dai Manetti Bros., scoprendo la passione che ha animato questa folle operazione che ci trasporta negli anni ’80 più nerd.

Mi trovavo a che fare con un film più grande con molti più spazi in confronto alla mia opera precedente – ha spiegato il regista Daniele Misischia, che nel 2018 ha diretto lo zombie-movie The End? L’inferno fuori. Ogni giorno una diversa location, per me è stata una sfida importante, anche se divertente, passando da un film rinchiuso tra quattro mura a questo che è molto aperto, con tante situazioni e personaggi che si rifà a quel cinema avventuroso degli anni ’80.  Tra l’altro, inizialmente non era ambientato negli anni ‘80, abbiamo deciso dopo di adattarlo a quegli anni perché la storia ci sembrava perfetta per essere ambientata in quel periodo”.

Il mostro della cripta si ambienta a Bobbio, entroterra emiliano, nel 1988 e vede protagonista un adolescente che scopre una inquietante similitudine tra i terrificanti eventi raccontati sull’ultimo numero del suo fumetto horror preferito e quello che sta accadendo nel suo paese.

Il mostro della cripta

Prende la parola Amanda Campana, che nel film interpreta la protagonista femminile Vanessa.

Per me è stato fantastico immergermi in quegli anni, che mi hanno sempre affascinato. Avendo un fratello più grande ho sempre avuto il mito di quest’epoca che avrei voluto vivere. Sempre mio fratello ha una particolare passione per i fumetti e, quando leggevo la sceneggiatura, il personaggio di Giò lo immaginavo proprio con il volto di mio fratello.

Tobia De Angelis, che nel film interpreta il protagonista Giò, anche dice la sua sui favolosi eighties.

Io soffro della sindrome della golden age, penso che tutte le cose belle siano già successe. Inoltre ho una vera passione per gli oggetti degli anni passati, che erano grandi ma belli, di design; oggi invece abbiamo oggetti piccoli e pratici ma brutti, come il telefono cellulare. Io sono un nerd, soprattutto appassionato di videogiochi e grazie a mio padre anche di fumetti. Il pensiero di passare alla regia mi stuzzica abbastanza ma sono cose che preferisco non dir ad alta voce, ci vuole una competenza così ampia che serve molto studio. Per ora mi limito a fare corti con gli amici.

il mostro della cripta

Anche Lillo interviene.

Io sono un appassionato di fumetti, negli anni 80 ne consumavo tanti e anche tanti film di genere, quella era un’epoca d’oro per queste cose, io ho sempre avuto una grande passione per fantascienza, horror e mi sono ritrovato in un film che è esattamente quello, anche se ha tinte di commedia. Sono contento di aver partecipato a un film che vedrei da spettatore, poi sono impazzito nello stare in una situazione in cui gli effetti speciali sono lì sul set, come si faceva appunto negli anni 80. Dal mostro meccanico alle pompette che spruzzano sangue, per me è stata un’esperienza stupenda.

Marco e Antonio Manetti hanno prodotto il film per la loro società di produzione Mompracem, ma ne hanno scritto anche soggetto e sceneggiatura. “Daniele ci sta accompagnando nel nostro percorso da produttori, lui è il nostro regista di punta” – dice Marco Manetti – “Questo è un film che anni fa volevamo girare noi, lo abbiamo rimandato per molto tempo e abbiamo capito che Daniele poteva essere la persona giusta per farlo. Glielo abbiamo proposto, lui lo ha accettato con entusiasmo e abbiamo deciso proprio parlando con Daniele di ambientarlo negli anni 80, nonostante la sceneggiatura non avesse quell’ambientazione, per omaggiare un cinema con cui noi siamo cresciuti e Daniele ama. È un’avventura horror comica, si citano i grandi film di Spielberg, quelli che lui ha prodotto, come Gremlins, I Goonies e il cinema tratto da Stephen King. C’è un filo conduttore: la fantasia di un appassionato di horror può diventare realtà?”.

Il mostro della cripta

Antonio Manetti ha aggiunto. “È il film più fantasioso che abbiamo prodotto, ma è anche il film più autobiografico, noi negli anni 80 facevamo quello che fa Giò nel film, facevamo corti tra amici, vedevamo i film di quegli anni e provavamo anche a farli. Gli effetti speciali di Sergio Stivaletti sono perfetti per questo film e ce lo stiamo portando dietro per altri progetti. Purtroppo il cinema italiano oggi non fa quasi più queste cose e spero che questo tipo di film possano tornare, film che si vedono e si godono grazie agli effetti pratici sul set”.

Carlo Macchitella, produttore presso Mompracem, ha preso la parola specificando la mission della loro casa di produzione.

Noi abbiamo preso la missione di fare solo quello che piace anche a noi da spettatori, con registi giovani, prodotti giovani e che possano caratterizzare la nostra presenza, ovvero che si riconosca che lo abbia fatto Mompracem. Da una parte i Manetti con il loro brand, ma dall’altra anche dei giovani come Daniele che possano fare prodotti di mercato, di qualità che possano piacere al pubblico e a noi. Il mostro della cripta è il tipico film di Mompracem.

Cercando di approfondire aspetti del film, Daniele Misischia rivela che per la realizzazione del mostro c’è stato un dialogo continuo tra lui, la produzione e il mago degli effetti speciali Sergio Stivaletti, che ha fatto continue proposte sull’aspetto che dovesse avere la creatura. L’idea inziale era di dargli un aspetto da insetto, una scelta che è stata accettata fin da principio.

il mostro della cripta

Poi, approfondendo l’aspetto della scrittura, Antonio Manetti specifica che il film è stato scritto insieme a Paolo Logli e Alessandro Pondi, specificando che loro sono i “colpevoli” di gran parte delle battute presenti nel film, comprese quelle cinefile: “loro sono battutati nati”.

La scena d’apertura de Il mostro della cripta, ambientata all’Osservatorio astronomico di Roma, è stata diretta dai Manetti Bros e, a tal proposito, Marco Manetti ha detto.

Noi siamo cresciuti a Roma sotto Monte Mario, l’Osservatorio lo abbiamo sempre visto con curiosità, immaginando gli orrori spaziali dei racconti di Lovecraft, quando abbiamo scritto il film ci abbiamo infilato la scena iniziale a forza proprio per la curiosità di girare nell’Osservatorio e quando abbiamo passato il film a Daniele gli abbiamo chiesto di poter comunque girare quella scena noi. È anche un modo per sentirci parte del film, ora l’Osservatorio l’abbiamo impressionato su digitale ma la magia che avevamo per questo posto un po’ si è smontata perché non è stato così magico come immaginavamo.

Il mostro della cripta

Infine, Daniele Misischia ha parlato del lavoro scenografico condotto sulle “camerette” dei protagonisti, agghindate con oggetti che riflettono la loro personalità e con poster di film che raccontano molto del loro essere spettatori. “La scenografa Noemi Marchica, io e i Manetti ci siamo confrontati molto. ogni personaggio ha personalizzato la propria camera, quando sei adolescente tendi a mettere la tua personalità dentro la tua stanza, il tuo mondo. Anche io ho arredato il mio appartamento con le mie passioni: film, videogiochi. Poi è stato un modo per dare maggiore personalità ad alcuni personaggi che emergono meno, come Christian interpretato da Ludovico Girardello, attraverso la sua stanza capiamo cosa gli piace e come è”.

A cura di Roberto Giacomelli

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