RUSH – il regista Ron Howard e il cast presentano il film a Roma in conferenza stampa

L’elegante Sala Torlonia dell’Hotel de Russie di Roma, gremita e in fermento per l’occasione, è stata teatro d’eccezione dell’incontro tra la stampa capitolina, il regista Premio Oscar Ron Howard (che nel cuore di molti resterà sempre l’impacciato Richie Cunningham di Happy Days) e gli attori Chris Hemsworth, Daniel Brühl, Alexandra Maria Lara (con tanto di tenero ‘pancione’) e Pierfrancesco Favino.
L’occasione di quest’incredibile riunione di stelle del grande schermo è l’imminente arrivo nelle sale italiane dell’attesissimo lungometraggio Rush, distribuito da 01 Distribution.
La pellicola vede Hemsworth e Brühl nei panni, rispettivamente, dei campioni di Formula 1 James Hunt e Niki Lauda, rivali sulla pista e inconciliabili nella vita. Favino è il pilota svizzero Clay Regazzoni, compagno di scuderia di Lauda, e Alexandra Maria Lara interpreta Marlene, la ragazza che ruberà il cuore dell’algido Niki e diventerà sua moglie.

La scalpitante pioggia di domande non si è fatta attendere e Ron Howard, sorridente e affabile, ha risposto in modo brillante e preciso, rivelando anche qualche interessante curiosità.
“I temi della rivalità e della contrapposizione tra personalità differenti tornano spesso nei miei film; adoro raccontare personaggi che vengono messi alla prova in situazioni insolite e sorprendenti. Prediligo questo tipo di storie, in cui posso mostrare le reazioni dei protagonisti in situazioni estreme. Che si tratti dell’astronauta, del pilota di Formula 1 o del matematico, sono sempre persone disposte a superate i limiti per mettere alla prova se stessi. Il pubblico riesce a riconoscere in costoro alcune caratteristiche che gli sono familiari accanto a tratti che li rendono completamente diversi da chiunque altro.

A proposito di situazioni estreme, sicuramente il confronto con il tema della morte è centrale in Rush ed è la qualità che più ci definisce in quanto esseri umani.
Ovviamente ciascuno di noi affronta il concetto e la possibilità della morte in maniera diversa e sicuramente questo è stato estremamente importante in fase di scrittura.
Entrambi i protagonisti del film hanno un punto di vista sulla morte molto particolare e, in un certo senso, abbastanza comune tra tutti i piloti di Formula 1, in particolare negli anni Settanta. Io credo che Lauda sentisse in particolare questo strano fascino per la morte. Rispetto a James Hunt, Niki era un calcolatore: aveva stimato una percentuale di morte del 20% e, in generale, era più simile ai piloti di oggi. Lui ovviamente sapeva che, guidando una macchina di Formula 1, ciascuno mette a repentaglio la propria vita, tuttavia riusciva a sentire se la situazione era giusta – in tal caso era pronto a correre – oppure no. È grazie a piloti come Niki Lauda che la sicurezza in Formula 1 è migliorata molto nel corso degli anni”.

Per quanto riguarda il rapporto con lo sceneggiatore Peter Morgan, Howard ha aggiunto: “Io e Peter abbiamo lavorato insieme all’adattamento cinematografico di Frost/Nixon e siamo diventati amici. Quando lui ha scoperto la storia di Hunt e Lauda e me ne ha parlato, entrambi vi abbiamo individuato e riconosciuto elementi importanti e fondamentali, quali la combinazione di personaggi affascinanti, unici ed entusiasmanti.
Abbiamo lavorato insieme alla sceneggiatura e condotto varie ricerche, poi abbiamo cominciato le prove con il cast… La sceneggiatura è stata un elemento in costante divenire, che sviluppava mano a mano. Peter è sempre stato aperto e disponibile ad ascoltare nuove idee creative e inoltre ha partecipato al progetto anche nelle vesti di produttore.
La collaborazione è stata eccezionale e il casting è stato un momento molto divertente per me. Ad esempio, quando si è trattato di scegliere chi avrebbe interpretato Clay Regazzoni ho immediatamente pensato a Pierfrancesco Favino e devo dire che sono lusingato che lui abbia accettato di interpretare il ruolo. C’è molto più Regazzoni nel film di quanto ci fosse inizialmente nella sceneggiatura: Pierfrancesco è stato capace, attraverso il suo talento e la sua creatività, di aggiungere molto a questo personaggio fondamentale nel film”.

“Regazzoni è più vicino a James Hunt come attitudine – ha continuato Favino – Non era propriamente il pilota moderno e disciplinato che Niki Lauda avrebbe portato sulle piste. Penso che Clay fosse una persona molto generosa, cosa che ha poi avuto modo di dimostrare nella sua vita dopo l’incidente, promuovendo iniziative molto belle per le persone colpite da handicap. È una cosa che ho scoperto lavorando al film.
Io sono un tipo forse più regolato, però condivido la sua generosità, che è una qualità che mi appartiene”.

A Daniel Brühl e Chris Hemsworth è stato chiesto del loro interesse per la Formula 1 prima di prender parte al film.
“Sono cresciuto a Colonia, proprio vicino a Nürburgring – ha raccontato Brühl – Anche Schumacher, che probabilmente avrete sentito nominare (scherza, ndr), viene da lì… Da bambino sapevo bene chi fosse Niki Lauda ed ero anche interessato a questo sport. Nel periodo in cui Schumacher ha iniziato a vincere ogni campionato, però, ho cominciato ad annoiarmi e a preferire il calcio e il tennis. In seguito, dopo aver visto il documentario su Ayrton Senna, ho ripreso ad appassionarmi e, tempo alcuni mesi, ho ricevuto il copione di Rush, che mi ha subito affascinato”.

Hemsworth, invece, ha dichiarato: “Non sono mai stato un fan di Formula 1. Io e i miei amici preferivamo il motociclismo. Ovviamente, quando mi sono lanciato in questo film, ho avuto modo di apprezzare e rispettare fortemente questo sport e ho fatto tutta una serie di ricerche sugli avvenimenti degli anni Settanta. Ma le mie conoscenze, al di fuori di questo periodo, rimangono abbastanza limitate.
A differenza di Niki Lauda, James ha un approccio molto più istintivo e viscerale alle gare, che poi si ripercuote costantemente in ogni aspetto della sua vita. Niki esorcizzava la paura della morte attraverso il calcolo, invece James indulgeva in tutta una serie di attività che potevano essere bere o fare il playboy. I piloti avevano bisogno di uno sfogo, questo è certo. Ne morivano tanti sui tracciati. A me piace molto correlare questa idea della morte all’immediatezza del momento presente. Mentre la nostra abitudine è quella di guardare avanti e pensare al domani, concentrandoci raramente sull’oggi, attività come questa, che ti costringono a rimanere saldamente ancorato al presente, concentrato sul momento immediato che si sta vivendo, mi attirano moltissimo”.

Alexandra Maria Lara, radiosa come solo le donne in dolce attesa sanno essere, ha raccontato una piccolo e curioso aneddoto: “La prima volta che ho parlato con Ron Howard è stato via Skype. Ero stata molto attenta a curare il mio look perché tenevo moltissimo a fargli una buona impressione. Però, una volta che si è parlato con qualcuno via Skype, il contatto rimane salvato; una sera io e mio marito stavamo cucinando qualcosa e, proprio mentre sbucciavo una cipolla, ha chiamato Ron! Ero un po’ titubante sul da farsi. Avevo gli occhi gonfi e lacrimosi per via della cipolla e di certo non un bell’aspetto… È stato un momento imbarazzante ma, a ripensarci adesso, anche divertente!”

Chiara Carnà

Di seguito potete guardare il video integrale della conferenza stampa di Rush.

Le foto della conferenza stampa

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