Sei ancora qui, la recensione

Sei ancora qui (I Still See You) ha tutte le carte in tavola per rappresentare l’ennesimo successo da botteghino, il piccolo caso pronto a scavarsi una nicchietta tra i cult generazionali. Un romanzo young adult dai buoni riscontri di vendite alle spalle, scritto da Daniel Waters, un’attrice come Bella Thorne che ormai raccoglie consensi tra il pubblico di coetanei (di entrambi i sessi, per ragioni differenti), un regista con un bel successo alle spalle, Scott Speer reduce da Il sole a mezzanotte, e un miscuglio di generi dal sicuro appeal che va dall’horror alla fantascienza, tutto in declinazione teen. Eppure, questa sinergia di fattori non è sufficiente a fare un buon film e forse neanche un film di successo.

Sei ancora qui racconta la storia di un’umanità distrutta da un’esplosione nucleare che ha spazzato via una buona parte della popolazione, ma le vittime non sono scomparse, non del tutto, dal momento che la loro immagine persiste nel mondo dei vivi con piccole apparizioni quotidiane, brevi momenti in loop in cui i defunti ripetono gesti della loro vita e poi scompaiono, per tornare il giorno seguente e poi il seguente ancora. Li chiamano redivivi, non possono in alcun modo interferire con la realtà, e si tratta di una condanna per i sopravvissuti, costretti a vivere nel dolore, quasi impossibilitati a elaborare il tragico lutto. In questo contesto distopico, vive l’adolescente Veronica, Ronnie per gli amici, che ha perso il padre in quell’esplosione e lo rivede ogni mattina a colazione, mentre legge il giornale. Ma un giorno, all’improvviso, Veronica vede un altro redivivo, un ragazzo, che sembra volerle comunicare qualche cosa. Da quel momento, le apparizioni del ragazzo si fanno sempre più frequenti e spaventose, suggerendo che stia cercando di fare del male a Veronica…

Un’idea indubbiamente accattivante capace di creare un contesto sufficientemente originale per supportare una storia che viaggia tra più generi, è questo il punto di forza di Sei ancora qui. C’è un’intera mitologia da esplorare (e inesplorata nel film) che si fonda sulla possibilità che il mondo dei vivi e quello dei morti possano entrare in contatto. Il film garantisce una buona fetta di “non-detto”, utile a generare mistero e accompagnare lo spettatore nella trama gialla che occupa buona parte della vicenda.

Una serie di suggestivi elementi che crollano inesorabilmente sotto il peso della banalità, quando il “non-detto” diventa “detto” e si scoprono tutte le carte in tavola che vanno a piallare quanto di buono si era costruito fino a quel momento. La cosa più interessante del film, ovvero la presenza dolorosa del ricordo dei defunti, rimane in superficie e non va oltre quello che ci viene detto nei primi minuti del racconto; viene invece sviluppata una trama gialla, infarcita da jump-scares caratteristici del moderno horror, di una prevedibilità disarmante e più passano i minuti, più ti rendi conto che Scott Speer non ha fatto altro che riproporre paro paro il canovaccio de Le verità nascoste di Robert Zemeckis, che a sua volta era già uno zibaldone di richiami-citazioni-omaggi a tanta letteratura e cinema del brivido. Ogni momento, frase, comportamento, azione di Sei ancora qui è ampiamente prevedibile e qui si capisce che l’obiettivo di Waters, Speer e Jason Fuchs (che ha scritto la sceneggiatura) sia di rivolgersi solo agli adolescenti di oggi, agli occhi dei quali tutto ciò potrebbe apparire come una novità.

Immancabile la storia romantica, che per fortuna viene lasciata molto a margine, ma particolare l’uso che viene fatto di Bella Thorne, attrice la cui bellezza è pari alla bravura ma purtroppo incapace di imbarcarsi in operazioni di qualità. L’attrice che abbiamo già visto in Il sole a mezzanotte e Amityville – Il risveglio, è qui chiaramente alle prese con un personaggio capace di creare empatia con un pubblico femminile (ragazza forte, determinata, combattiva, ma anche fragile e aperta a una storia d’amore con il bel tenebroso della scuola), ma allo stesso tempo molte scene che la riguardano mirano a catturare l’attenzione testosteronica del pubblico maschile, grazie a continui vedo/non vedo con le sue generose forme (piercingate). Un colpo alla ruota e uno alla botte per un prodotto dal target di genere un po’ schizofrenico.

Sei ancora qui (ma quanto è brutto e fuorviante il titolo?) è quindi una grande occasione mancata di costruire un teen-horror/thriller/sci-fi attorno a un soggetto interessante e originale, che viene enormemente sminuito da una sceneggiatura da manualetto, una marea di banalità e una prevedibilità a volte fastidiosa.

Un prodotto del genere sarebbe potuto andare sul finire degli anni ’90, ma non è da escludere che il quindicenne di oggi possa apprezzare e appassionarsi a questa fiera del già visto.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Contesto affascinante e originale.
  • Bella Thorne è bella e brava.
  • La fiera delle banalità.
  • Ogni sviluppo narrativo è altamente prevedibile.
  • È un film fuori tempo massimo, pare di guardare uno di quei teen horror fine anni ’90 che oggi nessuno rimpiange.
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Valutazione: 5.0/10 (su un totale di 1 voto)
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