Slumber – Il demone del sonno, la recensione

Il mondo onirico è da sempre terreno fertile per il cinema horror, grazie alla possibilità di scatenare la fantasia più macabra e surreale per dar vita alle paure più recondite e ancestrali dell’essere umano. Oltre alla celeberrima saga Nightmare, che ha dato vita a uno dei mostri più amati della cultura pop, Freddy Krueger, sono numerosissimi i film che prendono spunto dai sogni o, ancor meglio, dagli incubi per immergere lo spettatore in storie di terrore. Ricordiamo, tra i molti esempi, Vivere nel terrore (1988), il più fantascientifico Dreamscape – Fuga dall’incubo (1986), in Parasomnia (2008) e più recentemente in Somnia (2016), a cui oggi si aggiunge un novello esponente: Slumber – Il demone del sonno.

Diretto dall’esordiente Jonathan Hopkins, Slumber – Il demone del sonno prende ispirazione da un fenomeno reale, le cosiddette paralisi del sonno, ovvero un disturbo che causa in chi ne soffre l’impossibilità di muoversi dal letto poco prima di svegliarsi o nei primi momenti di sonno, pur essendo cosciente; un disturbo studiato dalla scienza ma avvolto ancora da un alone di mistero che ha fatto in modo che si scatenassero teorie paranormali su tale fenomeno, molte mutuate dalla tradizione folkloristica di vari paesi. Ed è proprio a quest’ultimo aspetto che si è ispirato Hopkins, anche sceneggiatore insieme a Richard Hobley, cucendo attorno alla vicenda un chiaro alone soprannaturale fin dal prologo, in cui assistiamo alla tragica morte del piccolo Liam di cui è testimone sua sorella Alice. Molti anni dopo, Alice è diventata dottoressa e si occupa di disturbi del sonno in una struttura specializzata, dove le si presentano i Morgan, una famiglia affetta interamente da disturbi notturni, in particolare il piccolo Daniel, sonnambulo e vittima di sempre più frequenti paralisi del sonno. Alice trova un parallelismo tra il caso di Daniel Morgan e quello di cui soffriva il suo fratellino, sospettando che in realtà questi disturbi siano generati da un’antica creatura che si nutre della linfa vitale dei bambini mentre dormono.

Le ottime premesse fanno di Slumber – Il demone del sonno un film dall’immediata presa sullo spettatore, trasportandolo senza troppi preamboli in un’atmosfera abbastanza cupa e opprimente in cui il momento del riposo è fonte di grande stress e pericolo mortale. Il demone che da titolo al film ci viene mostrato fin dall’introduzione e poi stranamente lasciato da parte in favore di suggestive ombre: non che la cosa ci dispiaccia, visto che il look del boogeyman è privo di fantasia e, pur rispettando le testimonianze di chi ha vissuto alcune esperienze estreme di paralisi ipnagogica, richiama con un po’ troppa insistenza quello di Cancer Man già visto in Somnia.

Dopo una partenza interessante che getta le basi per un buon sviluppo, Slumber si assesta pericolosamente su una struttura ripetitiva e fin troppo minimale in cui non facciamo altro che assistere alle “sessioni di sonno” della famiglia Morgan, senza che ci sia una progressiva aggiunta di elementi. Cosa che invece accade un po’ goffamente nell’ultimo atto del film, dove viene introdotto un personaggio che dovrebbe avere anche il ruolo di stemperare la tensione con l’ironia, un vecchietto “che sa tutta la verità” e ha il volto del Doctor Who Sylvester McCoy, un personaggio sopra le righe e forzatamente inserito con il solo pretesto di fungere da elemento risolutivo alla vicenda.

Poche situazioni realmente “spaventose”, l’insistito inserimento delle opere di Johann Heinrich Füssli (senza che questo abbia però un reale motivo nella vicenda), una buona gestione degli effetti sonori, un paio di scene raccapriccianti con protagonisti i denti e una Maggie Q molto brava e in grado di reggere interamente sulle sue spalle il film. Questo è Slumber – Il demone del sonno, un “innocuo” horror che sa intrattenere ma sicuramente non lascerà il segno nonostante l’interessante assunto di base.

Se volete approfondire la tematica delle paralisi del sonno, a questo punto vi consiglio di recuperare il ben più inquietante documentario The Nightmare di Rodney Ascher.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Un buon soggetto.
  • Brava Maggie Q.
  • Sceneggiatura un po’ scalcinata con momenti ripetitivi e un terzo atto zoppicante.
  • Non spaventa e non possiede scene memorabili.
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Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Slumber - Il demone del sonno, la recensione, 6.0 out of 10 based on 1 rating

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