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L’inganno perfetto, la recensione

L’ottantenne Roy Courtnay conosce la coetanea Betty McLeish su un sito di incontri per la terza età e i due cominciano a frequentarsi. Roy però non ha detto alla donna che per guadagnarsi da vivere organizza truffe ai danni di sprovveduti investitori. Quando l’uomo realizza dell’ingente patrimonio di famiglia di Betty, inizia a pianificare un modo per truffare anche lei.
Ad eccezione di alcune garanzie, quando Hollywood affida l’appeal delle proprie storie a vecchie glorie del cinema ormai ottuagenarie, c’è sempre da stare attenti perché la sola è dietro l’angolo. E se si tratta, poi, di film che trattano di truffe e raggiri… beh, la sola è praticamente assicurata!
La Bella e la Bestia, la recensione

Qualcuno fermi la Disney, per carità!
Guardando La Bella e la Bestia di Bill Condon, si ha la sensazione che il gioco dei remake live-action dei classici d’animazione stia realmente sfuggendo di mano.
Tutto è iniziato, con ogni probabilità, nel 2010 con Alice in Wonderland e il grande successo di pubblico che si è trascinato dietro (inversamente proporzionale a quello di critica, ma questi sono dettagli). Quel film macina-botteghini ha seminato un’idea nei vertici dell’Azienda con sede a Burbank: perché non rifare con attori in carne e ossa le storie già affrontate con successo a cartoni animati? Non era un’idea nuova, visto che nel 1996 c’era stato il pregevole La carica dei 101 – Questa volta è magia vera, ma c’è voluto un nuovo successo massiccio e la complicità delle più moderne tecnologie affinché si arrivasse gradualmente a Maleficent (2014) e, soprattutto, a Cenerentola (2015). Se nel film con Angelina Jolie La bella addormentata era tangente alla storia inedita di Malefica, il film di Kenneth Branagh abbracciava in toto il classico d’animazione del 1950. E la stessa cosa è accaduta con Il libro della giungla lo scorso anno, dove il modello di riferimento era in maniera sempre più prepotente il cartoon di Wolfang Reitherman del 1967.
Mr. Holmes – Il mistero del caso irrisolto, la recensione

Cosa sarebbe Sherlock Holmes senza Watson, Mycroft, Mrs Hudson e soprattutto, senza la sua disumana intelligenza? Provano a raccontarcelo il regista Bill Condon e il bravissimo Ian McKellen, che collaborano per la seconda volta dopo Demoni e Dei, in Mr. Holmes, adattamento cinematografico del libro di Mitch Cullin, A Slight Trick of the Mind del 2005.
Dopo aver interpretato Gandalf e Magneto, Ian McKellen veste i panni di un’altra grandissima icona dell’immaginario letterario e, ormai, anche cinematografico e televisivo, interpretando uno Sherlock Holmes profondamente diverso dagli altri; un Holmes più umano che non rispecchia del tutto il leggendario investigatore privato raccontato dal Dottor John Watson nei suoi famosi diari.