Archivio tag: commedia francese
La Belle Époque, la recensione
Storicamente parlando, con l’espressione “belle époque” possiamo definire quel periodo che va dall’ultimo ventennio dell’800 fino ai primi quindici anni del ‘900, ovvero finché non scoppiasse la Prima Guerra Mondiale, localizzando il centro del un fermento culturale e tecnologico nella capitale francese. Idealizzazione nostalgica di un periodo fiorente per la Parigi dell’epoca, ma anche di altre capitali europee in una manciata di anni in cui l’arte e la scienza avevano notevolmente alzato gli standard di benessere e culturali della classe borghese. Una valutazione retroattiva, ovviamente, coniata quando la povertà e la guerra avevano lasciato molti di quei luoghi in cumuli di macerie, sedati da morte e disperazione.
Tutti in piedi, la recensione
In attesa delle numerose commedie italiane pre e post-natalizie, i distributori ci stanno inondando con quelle di provenienza transalpina. Tutti in piedi (Tout le monde debout) diretto da Franck Dubosc, che esordisce come regista, ne è l’ennesima dimostrazione.
Nella commediografia francese torna periodicamente alla ribalta l’argomento handicap. Ci si può imbattere in false disabilità come nel divertente Giù Al Nord del 2008 oppure autentiche come quella del formidabile Quasi Amici del 2012 fino a quelle recentissime di Un Figlio All’Improvviso. E abbiamo citato solo i casi più conosciuti. Ora ci risiamo. Un finto handicap fa da colonna portante al risibile Tutti in piedi. Una pretenziosa commedia romantica in uscita nelle sale da giovedì 27 settembre.
Benvenuti a casa mia, la recensione
L’ilarità c’è, la commedia pure: è tutto il resto che manca.
Mi imbarazza scrivere di Benvenuti a casa mia perché è difficile commentare la pellicola senza doversi contraddire su quasi ogni suo aspetto. Ad esempio, la sceneggiatura. Se da un lato abbiamo delle battute e un lavoro sui personaggi che rappresentano la minoranza Rom, dall’altra abbiamo personaggi che vengono presentati e poi lasciati in un angolo, come uno scatolone di Natale che aspetta un anno per venire rispolverato, o peggio ancora per venire dimenticato in cantina. Così anche l’elemento sociale, che contraddistingue le commedie francesi più brillanti, non viene per nulla preso in considerazione. O meglio viene solo sfruttato per fare della comicità. Il che non fa ridere.
C’est la vie – Prendila come viene, la recensione
C’est la vie – Prendila come viene è il nuovo film della premiatissima ditta Nakache e Toledano, popolarissimi dopo Quasi Amici, e arriva nelle sale l’1 febbraio 2018 dopo un passaggio alla Festa del Cinema di Roma. Archiviata la parentesi più sociale con Samba, i due registi tornano ai sentimenti positivi e alla commedia pur se molto più sofisticata rispetto al loro famoso titolo del 2011.
Tutti gli uomini di Victoria, la recensione
La regista Justine Triet firma una commedia fresca, che descrive con brio sfide e contraddizioni inevitabilmente appartenenti alla donna di oggi, incarnata della ‘Katherine Heigl d’oltralpe Virginie Efira.
Tutti gli uomini di Victoria è una pellicola classica eppure originale che, strizzando l’occhio al brillante spirito americano, ben sfrutta le potenzialità narrative offerte dal genere comico.
Un profilo per due, la recensione
Alex (Yaniss Lespert), giovane scrittore senza arte né parte, vive una insoddisfacente relazione con (e a carico di) Juliette, ambiziosa ragazza in carriera.
Per scuotere il ragazzo dalla patetica abulia in cui si trastulla, Sylvie (la mamma di Juliette) gli propone di impartire lezioni di informatica al suo anziano papà Pierre (Pierre Richard), depresso e trascurato dopo la morte dell’adorata moglie. Sylvie promette ad Alex di non rivelare al padre che ad insegnargli a usare il computer sarà il fidanzato della nipote, e così il bizzarro corso ha inizio, non senza reticenze da parte di entrambi. La faccenda prenderà una piega inaspettata quando Pierre scoprirà il seducente e imprevedibile mondo degli incontri online…
In viaggio con Jacqueline, la recensione
In viaggio con Jacqueline, in originale La Vache (La Vacca), è una commedia francese di grande successo. In patria ha abbattuto la barriera del milione di spettatori e arriva sui nostri schermi con l’auspicio di confermare il buon trend di pubblico che la commedia transalpina può vantare a queste latitudini da qualche anno a questa parte.
Una favola dolce, stralunata e buffa, animata dalle migliori intenzioni, realizzata dal team produttivo di Quasi Amici.
Un amore all’altezza, la recensione
Ricordate il classico Disney La spada nella roccia? C’è un momento in cui Mago Merlino confessa a Semola: “Questa faccenda dell’amore è una cosa potentissima”. Una citazione che sembra un buon punto di partenza per analizzare Un amore all’altezza, commedia firmata da Laurent Tirard da oggi nelle nostre sale.
Come il titolo non manca di suggerire, c’è proprio il sentimento più complesso e forte del mondo al centro dell’intreccio e le riflessioni che questo va a sollevare sono meno superficiali di quanto non si penserebbe.
Torno da mia madre, la recensione
Nel 2014 il regista Eric Lavaine raccontava sui nostri schermi, con la commedia corale Barbecue, le sfumature scomode e paradossali dei rapporti d’amicizia. Due anni dopo, il cineasta d’oltralpe non rinuncia a indagare la complessità delle dinamiche interpersonali, ma sposta la propria sfera d’interesse direttamente nel centro nevralgico del nucleo familiare: il confronto madre/figlia.