Archivio tag: festa del cinema di roma 2017

Mio figlio, la recensione

Reduce da diversi drammi storici, tra cui L’affaire Farewell e Joyeux Nöel, il regista e sceneggiatore Christian Carion si dedica a tutt’altro genere, il thriller, nell’accezione del “revenge movie” e per portare al cinema Mio figlio, si avvale della collaborazione del sodale Guillaume Canet.

Presentato in concorso alla Festa del Cinema di Roma 2017, Mio figlio racconta la vicenda di Julien, un padre separato dalla moglie Marie, che viene a sapere che Mathys, il figlio di sette anni, è scomparso durante la notte, mentre era in un campo invernale sulle Alpi con i compagni di scuola. L’attuale compagno di Marie sembra completamente disinteressato alla vicenda e la polizia brancola nel buio, allora Julien si mette in prima persona alla ricerca di Mathys, arrivando a una sconcertante verità…

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Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Lola + Jeremy, la recensione

Jeremy (Syrus Shahidi) ha 27 anni, è un graphic designer e gestisce una singolare agenzia che crea finti alibi a fidanzati infedeli. Lola (Charlotte Gabris), 25 anni, lavora in una fumetteria, adora i supereroi e il cinema di Michel Gondry. I due innamorati creano il  video-diario giornaliero della loro storia, col proposito di riguardarlo dieci anni dopo. Ma la curiosità, si sa, è femmina. Lola, infatti, cede alla tentazione di rivedere immediatamente i contenuti video… incappando in un filmato che non avrebbe dovuto scoprire e che la porta addirittura alla decisione di rompere con Jeremy. Quest’ultimo, da quel momento, farà di riconquistarla lo scopo della propria vita.

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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Abracadabra, la recensione

Periferia di Madrid. Carlos è un operaio tifoso del Real Madrid dall’indole animalesca e aggressiva. Insensibile verso sua moglie, la casalinga Carmen, e la figlia adolescente, un giorno Carlos accetta di farsi ipnotizzare durante la festa di matrimonio di un suo amico. Da quel momento la vita di Carlos cambierà: l’esperimento di ipnosi fa sì che lo spirito di uno sconosciuto, defunto 35 anni prima, entri nel suo corpo, trasformandolo in un’altra persona. Inizialmente colpita positivamente dal cambiamento di suo marito, Carmen capisce che lo spirito intruso potrebbe essere una minaccia per la sua incolumità e quella di sua figlia, così cerca un modo per scacciare il nuovo Carlos…

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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Tonya, la recensione

Tonya Harding è tante cose: è la pattinatrice olimpica, è l’emblema del white trash americano, è la vittima di una madre e poi di un marito violento, è colei che ha ordinato di gambizzare la sua rivale Nancy Kerring. O forse no, forse non l’ha ordinato, forse è stata un’idea del marito. Forse lei sapeva e non ha fatto nulla.

Tuttavia a Craig Gillespie, regista del biopic I, Tonya (semplicemente Tonya in italiano), poco importa di chi ha fatto cosa, perché l’aggressione alla Kerring diventa un pretesto per raccontare tanti altri temi, o per meglio dire troppi temi: il film si concentra infatti sulla desolazione di una provincia americana gretta e ottusa, dove non si salva nessuno, nemmeno chi, come Tonya (interpretata nel film da Margot Robbie), ha cercato un riscatto nello sport.

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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Hostiles – Ostili, la recensione

Presentato come film d’apertura alla 12^ edizione della Festa del Cinema di Roma, Hostiles si pone come un ritorno al cinema classico e per agganciarsi alle suggestioni della grande Hollywood di un tempo, il regista Scott Cooper utilizza il linguaggio dell’epica western. Il risultato lascia un po’ interdetti: Hostiles è senz’altro un bel film nel mentre lo si guarda, ma è cinema di maniera, un compitino ben svolto che lascia pochissimo addosso allo spettatore.

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RomaFF12. Detroit, la recensione

Che Kathryn Bigelow fosse una regista “con le palle” lo sapevamo ormai da tempo. Un’artista che ci ha regalato negli anni alcuni film magnifici, prima (e ad oggi unica) regista ad aver vinto un premio Oscar, precisamente per The Hurt Locker, nel 2010. Dopo il bellissimo Zero Dark Thirty, la Bigelow torna a raccontare una storia vera, a metà tra la denuncia sociale e la ricostruzione storica per forza di cose imprecisa e con Detroit si sofferma sulla rivolta che nel 1967 infiammò per quattro giorni le strade della città del Michigan.

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The Place, la recensione

Quanto può influire un grande successo nella carriera di un autore? Tanto, sicuramente, e non essenzialmente in maniera positiva. È un po’ quello che viene da pensare dopo la visione di The Place, il nuovo film di Paolo Genovese, un film che sicuramente non sarebbe mai stato realizzato se il suo precedente lavoro, Perfetti Sconosciuti, non avesse incassato più di 17 milioni di euro guadagnando apprezzamenti dalla critica e acquisizioni dai mercati esteri. Perché The Place è un film che deve sicuramente da Perfetti Sconosciuti l’impianto corale (e condivide buona parte del cast), ma soprattutto è un film così anti-commerciale che difficilmente avrebbe trovato altrimenti un iter produttivo.

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Valutazione: 4.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Borg McEnroe, la recensione

Ogni partita di tennis è una vita in miniatura”, recita la didascalia che apre Borg McEnroe, il film che racconta la rivalità tra due dei più grandi tennisti degli anni ‘70/’80 all’alba della finale di Wimbledon del 1980. Quella frase proviene dall’autobiografia di Andre Agassi e racchiude efficacemente il fil rouge che percorre l’opera diretta dal danese Janus Metz.

Borg McEnroe, infatti, racconta non solo il match che ha fatto la storia del tennis, ma anche le vite dei due atleti, incastrate a ‘mo di flashback proprio prima e durante l’incontro. Scopriamo così che Bjorn Borg, quattro volte campione, è afflitto da una pressione mediatica e famigliare che ne ha fatto quell’uomo “di ghiaccio” su cui i media speculano. La sua vita è programmata a tavolino, ogni dettaglio deve essere perfetto per costruire di sé un’immagine che ne sollevi la sorte da “eroe”. Un impianto ossimorico costruito anche su una visione cristologica del personaggio (più che della persona), in bilico sulla ringhiera del balcone di un hotel a cinque stelle, pronto a immolarsi per la causa.

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Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
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