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Rodeo e Piano Piano: due intimi sguardi di cinema d’autore europeo con Mustang Entertainment

Il cinema d’autore continua a vivere un periodo di profondo cambiamento. Se fino a un decennio fa, infatti, quello d’autore era considerato un cinema difficile e ad appannaggio solo di certe nicchie (lì dove non erano coinvolti autori già ampiamente noti), oggi invece la situazione è completamente cambiata. Quasi ribaltata.

Complice l’avvento delle piattaforme così come l’omologazione di tutti i blockbuster hollywoodiani dettata dai grossi brand, il cinema d’autore è diventato oggi una realtà molto solida. In molti casi persino più cool del cinema a carattere più commerciale. Perché il cinema d’autore, oggi, è diventato quasi un genere a sé stante, un genere che ha dei codici molto precisi e che promette narrazioni a cui il cinema mainstream volta le spalle.

Una trasformazione talmente profonda (basta analizzare ciò che è riuscita a fare in pochissimi anni la rinomata casa di produzione A24) che probabilmente non sbaglieremmo nel definire il cinema d’autore odierno il cinema veramente mainstream, mentre quello mainstream, al contrario, è come diventato di nicchia (in quanto capace di parlare ad un pubblico che, per quanto vasto, è estremamente mirato e selezionato, ovvero quello dei fan). Di conseguenza sono sempre di più gli sguardi autoriali che arrivano sul mercato, racconti di giovani autori che provano a coniugare con sempre maggior insistenza il cinema introspettivo con storie dall’ampio respiro.

Nelle scorse settimane Mustang Entertainment ha portato in home video, purtroppo solamente in edizione DVD, due piccoli film europei che si inseriscono perfettamente nel discorso: un’opera francese e una italiana. Vi parliamo di Rodeo di Lola Quivoron e di Piano Piano diretto da Nicola Prosatore.

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Rodeo, la recensione

Julia è una ragazza senza famiglia, senza regole e perciò senza un posto nel mondo. Ama la velocità, ama il pericolo e solo l’adrenalina sembra riuscire a darle un’iniezione di vita. Il suo hobby preferito è mettere in piedi truffe a discapito di incauti venditori di motociclette, piccole truffe, forse anche innocenti, ma che permettono alla ragazza di sentirsi viva mentre sfreccia sull’asfalto rovente. L’unico vero sogno di Julia, tuttavia, è quello di correre sul circuito dei riders e diventare una campionessa di cross bitume, una pratica ai margini della legalità e che prevede pericolose acrobazie su un lungo tratto d’asfalto, impennando la moto e tenendola in equilibrio sulla sola ruota posteriore.

Julia si sente una rider ma sa che quel mondo, quasi esclusivamente ad appannaggio maschile, non è disposto a lasciarle una via d’accesso. Buttandosi con prepotenza sull’asfalto, per dimostrare tutto il suo coraggio e la sua sfrontatezza, Julia riesce a conquistare il rispetto di una nuova “famiglia”: un gruppo di riders spiantati che vivono in un’officina clandestina ai margini di una banlieue parigina. Julia ha finalmente trovato un suo posto nel mondo, lo ha trovato all’interno di un microcosmo fatto di testosterone, adrenalina e benzina. Ma adesso che può considerarsi ufficialmente una rider la posta in gioco si deve alzare. È arrivato il momento di applicare tutto quel talento sulle due ruote per portare a segno dei veri e propri furti su strada.

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