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Laggiù qualcuno mi ama, la recensione del documentario di Mario Martone su Massimo Troisi
Più di una volta mi sono interrogato su come Massimo Troisi avrebbe proseguito la sua carriera se il cuore malato non lo avesse portato via prematuramente 29 anni fa. Un mistero che rimarrà tale perché, in quarantuno anni, l’autore di San Giorgio a Cremano ha dimostrato di non essere mai banale o troppo uguale a se stesso, anzi stava attraversando un momento in cui aveva scoperto il piacere di essere diretto, di prestarsi a personaggi creati da altri. In occasione del suo 70° compleanno, stanno fioccando documentari che celebrano Troisi, uno dei più grandi autori comici (ma ritenerlo solo comico è assolutamente riduttivo) che l’Italia ha avuto. Infatti, dopo il poco riuscito Il mio amico Massimo di Alessandro Bencivenga e il fin troppo canonico Buon Compleanno Massimo! di Marco Spagnoli, arriva al cinema Laggiù qualcuno mi ama di Mario Martone, che tenta un racconto meno convenzionale e più autoriale del grande Massimo Troisi.
Nostalgia, in blu-ray il film che rappresenterà l’Italia agli Oscar 2023
Presentato in concorso al 75° Festival del Cinema di Cannes e scelto per rappresentare l’Italia nella sezione dei film internazionali alla 95ª edizione degli Oscar, Nostalgia di Mario Martone arriva in questi giorni anche in home video, sia DVD che Blu-ray, con Medusa Film attraverso i canali distributivi di Eagle Pictures.
Felice Lasco torna a Napoli, sua città natale, dopo quarant’anni passati a vivere in Egitto. Nonostante sia passato tutto questo tempo, l’uomo trova la sua città, anzi, il Rione Sanità, uguale a come lo aveva lasciato, il che innesca in lui la “nostalgia” dei tempi andati, quando passava il tempo a fare corse clandestine in moto insieme al suo grande amico Oreste. Ma qualcosa tra loro si incrinò e Felice non ha più visto ne sentito l’amico per tutti questi anni apprendendo solo ora che Oreste è diventato un temuto boss della camorra soprannominato ‘o Malomm. La voglia di chiudere un discorso rimasto aperto con il suo migliore amico, porterà Felice in un viaggio oscuro nei meandri della Napoli più drammatica.
Nostalgia, la recensione
“La coscienza sta nella nostalgia. E chi non si è perso non ne possiede”. Con questa frase di Pierpaolo Pasolini inizia Nostalgia, l’undicesimo lungometraggio di Mario Martone, che dopo lo straordinario e monumentale Qui rido io, ritorna al cinema con un’opera intrisa di malinconia e perennemente legata ai ricordi, tratta dall’omonimo romanzo di Ermanno Rea, presentata a Cannes, dove ha ricevuto nove minuti di applausi. Il film, prodotto da Picomedia, Mad Entertainment e Rosebud Pictures, distribuito da Medusa Film è nelle sale cinematografiche dal 25 maggio.
Venezia78. Qui rido io, la recensione
“Vincenzo m’è padre a me!”, ripete meccanicamente Peppiniello in Miseria e nobiltà innescando il tormentone comico. Una frase entrata nella storia del teatro, del cinema, della commedia italiana nel suo complesso, grazie all’estro di Eduardo Scarpetta, uno dei più grandi commediografi della Storia del nostro Paese, creatore della maschera comica Felice Sciosciammocca (portato al cinema con grande successo da Totò) e padre biologico di Eduardo, Peppino e Titina De Filippo, ovvero il trio di talenti più importante della scena teatrale italiana del dopoguerra per almeno un trentennio.
Mario Martone, che oltre ad essere un uomo di cinema è un uomo di teatro, cattura l’immagine di Eduardo Scarpetta e il personaggio che ne è scaturito per fornirne una descrizione costantemente in bilico tra realtà e scena. Qui rido io, in concorso alla 78ª Mostra del Cinema di Venezia e al cinema dal 9 settembre, fornisce uno spaccato limpido di un’epoca, la Napoli della Belle Époque, di un contesto, l’ambiente artistico teatrale, e affronta la tematica della paternità, intesa tanto dal punto di vista biologico quanto da quella prettamente artistico.
Il sindaco del rione Sanità, la recensione
Cinema e teatro sono imparentati, c’è poco da discuterne. Ma qual è il grado di parentela? E soprattutto: può un nonno spacciarsi per suo nipote? Per rispondere a tali quesiti chiamiamo in causa Il Sindaco del Rione Sanità. Che dirimere questioni è il suo mestiere.
Nel 1960 Eduardo de Filippo scriveva una commedia su un capomafia sui generis, Don Antonio Barracano, da lui anche interpretato. Una giornata qualsiasi, colma di contenziosi più o meno gravi, problematiche più o meno personali, che il salomonico Don è chiamato a risolvere. Decenni dopo Mario Martone la rimette in scena, attualizzandola. Il risultato lo soddisfa al punto che dice: perché non farne un film?
Capri-Revolution, la recensione
Capri-Revolution è il titolo poco piacevole (decisamente meglio l’originario Capri-Batterie, che se non altro trova giustificazione nel corso del film) dell’ultima fatica di Mario Martone, che con quest’opera termina un trittico di affreschi storici iniziato con Noi credevamo e proseguito con Il giovane favoloso.
Protagonista è la brava Marianna Fontana, la star di Indivisibili che regala una nuova preziosa performance che la conferma come attrice dal futuro promettente.
Movie Mag del 12 aprile… a tutto Fast!
Movie Mag, magazine di approfondimento cinematografico di Rai Movie in onda ogni mercoledì in seconda serata, questa settimana ha intervistato F. Gary Gray, regista di Fast & Furious 8, e parte del ricchissimo cast che vede tra gli interpreti Vin Diesel, Dwayne Johnson, Michelle Rodriguez e Charlize Theron. Il nuovo capitolo della nota saga automobilistica ha già registrato il record per il trailer più visto subito dopo la sua pubblicazione (139 milioni di visualizzazioni in 24 ore).
Il Giovane Favoloso, la recensione
Presentato in concorso alla 71° edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Il giovane favoloso è un film che ha decisamente diviso la critica. C’è chi lo dava per vincitore, chi l’ha odiato ribattezzando il regista Mario Martone “Mario Mattone”, e chi ne è rimasto piuttosto indifferente. A onor del vero, il nuovo film di Martone si presta benissimo a diverse sensazioni perché, da una parte, è un’opera sontuosa e visivamente accattivante, ma, dall’altra, un pamphlet didascalico a misura di liceo classico. L’indifferenza è, dunque, la linea di pensiero più condivisibile.