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Resident Evil: Welcome to Raccoon City, la recensione del blu-ray
Il videogame horror più iconico e spaventoso di tutti i tempi? Se la giocano in due e uno dei due è Resident Evil. Creato nel 1996 e ormai giunto a quota 8 capitoli ufficiali più una miriade di spin-off canonici, Resident Evil ha dato vita a una saga anche al cinema, che però ha presto abbandonato i confini del genere horror per trasformarsi in un baraccone action-fantascientifico che ha fatto storcere il naso a più di un fan. Con l’idea di tornare sui binari del brivido, Constantine Film ha deciso di rebootare la saga cinematografica affidando la regia a uno specialista del brivido, Johannes Roberts di 47 metri e The Strangers: Prey at Night, che ha tenuto fedeltà assoluta (o quasi) ai primi videogames. Dopo l’uscita al cinema lo scorso novembre, Resident Evil: Welcome to Raccoon City arriva anche in home video grazie a Eagle Pictures.
Resident Evil: Welcome to Raccoon City, la recensione
È stato lo stesso regista e sceneggiatore Johannes Roberts a dichiarare a IGN che il vero slancio creativo per dar vita a Resident Evil: Welcome to Raccoon City è stato il remake videoludico di Resident Evil 2 uscito su console a inizio 2019. È dal 2017, infatti, che la Constantine Films ha messo in cantiere un reboot cinematografico della saga di Resident Evil, subito dopo la conclusione della “creativa” storyline costruita da Paul W.S. Anderson con i sei film interpretati da Milla Jovovich.
Inizialmente la Atomic Monster di James Wan si era interessata al progetto, ma con l’entrata in scena dell’inglese Johannes Roberts, talentuoso autore di chicche di tensione come The Other Side of the Door, 47 metri e The Strangers – Prey at Night, il regista di The Conjuring e Malignant è uscito di scena. Ma sia il “vecchio” progetto che vedeva coinvolto Wan che il nuovo corso guidato da Roberts hanno sempre avuto un obiettivo comune: il nuovo film di Resident Evil deve essere un VERO Resident Evil e ispirarsi direttamente ai videogame!
Monster Hunter: in bluray l’action con Milla Jovovich tratto dall’omonima saga videoludica
Dopo un continuo rimbalzo della data d’uscita, a causa ovviamente della pandemia mondiale, lo scorso giugno è finalmente approdato nelle sale italiane Monster Hunter, l’ultima frenetica fatica di Paul W.S. Anderson che torna a dirigere sua moglie Milla Jovovich in un fantasy/action tutto effetti speciali e tratto dall’omonima saga di videogiochi. Un film divisivo che ha saputo tracciare una netta linea di demarcazione tra chi lo ha considerato disastroso e chi, al contrario, ne ha elogiato lo spirito d’intrattenimento. Se lo avete perso in sala, adesso potete recuperare questo blockbuster tutto azione e mostri comodamente a casa vostra: Monster Hunter è infatti disponibile da pochi giorni in blu-ray disc grazie a Sony Pictures Home Entertainment e ai canali distributivi di Eagle Pictures.
Monster Hunter, la recensione
Si può impostare un’intera carriera nel trasporre per il cinema i videogiochi di successo? Se lo chiedete a Paul W.S. Anderson di sicuro vi risponderà che si, si può!
Piazzando il suo primo successo commerciale nel 1995 con l’adattamento cinematografico di Mortal Kombat, Paul W.S. Anderson ha poi dedicato anima e corpo alla saga filmica di Resident Evil, ha diretto il primo Alien vs Predator (che, vi ricordo, deriva in primis da un videogame), ha prodotto DOA: Dead or Alive di Corey Yuen e, a distanza di 4 anni dalla fine di Resident Evil, continua imperterrito con la sua passione videoludica trasponendo Monster Hunter.
Resident Evil: scelto il cast del film reboot live-action
Gran fermento attorno al brand Resident Evil, che è pronto a tornare più vitale che mai sia nella sua incarnazione originaria, il videogame, con l’ottavo capitolo ufficiale della saga, Resident Evil Village (che arriverà il prossimo anno su PS5), in una serie tv live action e una miniserie in CGI, Resident Evil: Infinite Darkness, entrambe per Netflix. Ma c’è da tempo anche il progetto di un film live action che fungerà da reboot cinematografico alla saga e vi parliamo proprio di quest’ultimo, visto che sono stati annunciati gli attori che ne comporranno il cast negli iconici ruoli principali.
Resident Evil diventa una serie da 8 episodi per Netflix
Dopo la notizia di un probabile reboot cinematografico, Resident Evil si manifesterà sotto forma di serie tv per il colosso dello streaming Netflix, sul quale, tempo fa, giravano voci come ideale candidato per ospitare il rilancio di uno dei più noti franchise survival horror per console.
Scritta dal produttore esecutivo e co-showrunner di Supernatural Andrew Dabb e prodotta da Constantin Film, che si è occupata dei film di Resident Evil con Milla Jovovich, la serie si articolerà nella sua prima stagione in otto episodi e presenterà una storia mai raccontata prima che si svilupperà su due linee temporali.
Resident Evil – The Final Chapter, in Blu-ray il capitolo conclusivo della saga tratta dai videogames
Era il 2002 quando esordì nei cinema Resident Evil, la trasposizione filmica di uno dei prodotti più celebri e apprezzati dell’allora nuova generazione di videogame. Purtroppo la delusione fu dietro l’angolo, ma non perché Residente Evil fosse un brutto film, anzi, piuttosto perché con il videogame aveva davvero pochissimo a che spartire. Preso atto di questa notevole differenza tra materia d’origine e trasposizione cinematografica, il successo al botteghino del film ha generato una saga abbastanza corposa sia per numero di capitoli realizzati che per impegno produttivo impiegato e così, dopo 15 anni, siamo arrivati a quello che dovrebbe essere il film utile a mettere una volta per tutte la parola “fine”. Tra mostri d’ogni tipo, esplosioni, sparatorie, inseguimenti e fantasiose acrobazie arriva in home video l’atteso sesto e – in teoria – ultimo capitolo della saga: Resident Evil – The Final Chapter.
Resident Evil – The Final Chapter, la recensione
Era il 2002 quando esordì nei cinema Resident Evil, la trasposizione filmica di uno dei prodotti più celebri e apprezzati dell’allora nuova generazione di videogame. Ad aggiudicarsi l’onore (e l’onore) di questo compito era Paul W.S. Anderson, già noto al popolo di cinefili-videogiocatori per la pregevole trasposizione del noto picchiaduro Mortal Kombat e, all’epoca, nelle grazie del pubblico appassionato di horror per il bellissimo Eventhorizon – Punto di non ritorno. Purtroppo la delusione fu dietro l’angolo, ma non perché Residente Evil fosse un brutto film, anzi, la mescolanza tra horror, fantascienza e azione funzionava molto bene, piuttosto perché con il videogame aveva davvero pochissimo a che spartire.
Preso atto di questa differente direzione che Anderson aveva deciso di seguire, il successo di botteghino del film ha generato una saga abbastanza corposa sia per numero di capitoli realizzati che per impegno produttivo impiegato e così, dopo 15 anni, arriviamo a quello che dovrebbe essere il film utile a mettere la parola fine a questa saga: Resident Evil – The Final Chapter.
Resident Evil: The Final Chapter, rivelato il trailer italiano
Se ne erano perse un po’ le tracce della saga cinematografica di Resident Evil, fortunata trasposizione del grande successo videoludico della Capcom, iniziata nel 2002 per mano di Paul WS Anderson e arrivata al quinto capitolo, nel 2012, sempre per mano dello stesso regista. La serie di film action-horror sta però giungendo a termine con quello che sarà – a tutti gli effetti – l’ultimo film dedicato alle gesta della mutante Alice e Resident Evil: The Final Chapter si mostra finalmente nel primo trailer in italiano che Sony Pictures Italia ha diffuso poche ore fa.
Pompei, la recensione
Paul W.S. Anderson è un regista capace di mettere in difficoltà anche il critico cinematografico più votato all’intrattenimento di maniera. Gran guru dell’azione esasperata ed esagitata, sciamano del videogame su grande schermo, dal momento che ha iniziato la carriera con il film di Mortal Kombat e ha proseguito con Resident Evil e Alien vs. Predator, tra i primi ad essersi convertito convintamente al 3D, Anderson passa con estrema nonchalance da autentici gioielli come Punto di non ritorno e Death Race a imbarazzanti spottoni di nulla come i sequel di Resident Evil, fino a toccare vette di disorientamento filmico con la sua versione steampunk di I tre Moschettieri.