Archivio tag: steve buscemi

I morti non muoiono, la recensione

Lo zombi è uno dei “mostri” postmoderni più affascinanti e complessi perché è riuscito con efficacia a raccontare la società, a farsi metafora del malessere, dell’omologazione, del capitalismo imperante che porta al consumismo, della futilità della vita e dei beni attorno a cui tutto ruota. Inoltre, lo zombi è riuscito a svecchiarsi, rinnovarsi, contaminarsi, celebrarsi rimanendo costantemente sulla cresta dell’onda del panorama horror internazionale e facendosi protagonista di successo al cinema, sui fumetti, nei videogiochi e in televisione.

Anche i sassi sanno che il papà putativo dello zombi come lo conosciamo oggi è George A. Romero, giustamente celebrato in ogni dove e dal quale siamo tristemente orfani, che ha saputo donare (a suo dire inconsapevolmente… all’inizio) nuovi significati e una mitologia originale all’immagine del morto vivente slegandolo dalla tradizione religiosa. Da allora – e parliamo del 1968, anno d’uscita del capolavoro La notte dei morti viventi – il nuovo archetipo dello zombi è stato utilizzato da altri, citato, smembrato, ricomposto e riciclato, rimanendo sempre vivo nell’immaginario popolare, grazie anche a prodotti di successo come il serial fumettistico-televisivo The Walking Dead.

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Le rocambolesche avventure di Charley Thompson (Lean on Pete) disponibili in dvd.

Durante la 74ª Mostra Internazionale d’Arte cinematografica di Venezia (2017), un piccolo film ha fatto il suo debutto conquistando più o meno tutti. Si tratta di Charley Thompson (Lean on Pete), quarto lungometraggio del cineasta inglese Andrew Haigh (Weekend, 45 anni), ricompensato a fine Mostra con il Premio Marcello Mastroianni assegnato al giovanissimo protagonista Charlie Plummer. Uscito nelle sale in sordina lo scorso aprile con Teodora Film,  l’ultimo film di Haigh è da qualche settimana disponibile in DVD grazie ai canali di CG Entertainment.

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Disponibili in dvd: Nico, 1988 e Morto Stalin se ne fa un altro.

Tra le più recenti uscite home video di CG Entertainment, in abbinamento al marchio Mustang Entertainment, troviamo due titoli che hanno esordito in sala circa un anno fa riscotendo elogi ed apprezzamenti un po’ ovunque. Due film da “festival”, potremmo dire, perché il primo ha saputo destreggiarsi al Festival di Venezia 2017 vincendo come miglior film nella sezione Orizzonti mentre il secondo ha conquistato la giuria del TFF 2017 che gli ha assegnato il premio Fipresci. Due film estremamente differenti, soprattutto nel linguaggio narrativo ed espressivo, ma accomunati dalla stessa voglia di raccontare qualcosa di estremamente vero che ha influito e condizionato la nostra Storia e la nostra Cultura in un passato più o meno recente. Arrivano in DVD il biopic Nico, 1988 e la black comedy Morto Stalin se ne fa un altro.

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Charley Thompson, la recensione

Prova superata a ottimi voti per Andrew Haigh, che con Charlie Thompson dà immagine al romanzo di Willy Vlautin.

Charlie Thompson è un ragazzo quindicenne, orfano di madre e con un padre alcolizzato che cambia fidanzata molto spesso. Mentre quest’ultimo è occupato a spassarsela con la nuova collega di lavoro del supermercato, il ragazzo è costretto a badare a sè stesso e alla casa con i pochi dollari che gli vengono dati dal genitore. Una notte, però, il padre viene pestato a sangue dal fidanzato della cassiera, un samoano vendicativo che lo getta contro una vetrina. In seguito a questo episodio, una scheggia di vetro si conficca nell’intestino dell’uomo e Charlie è chiamato a farsi bastare il nuovo lavoro di addetto alla manutenzione di cavalli da corsa.

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Morto Stalin, se ne fa un altro, la recensione

Tutto va per il meglio nella Grande Russia Socialista e nulla sembra poter intaccare il potere del suo grande leader, Stalin.

Questo finché al grande Stalin non viene un infarto nel bel mezzo di una notte qualunque. Solo poche ore prima lui e la sua ristretta cerchia di fedeli si erano ritrovati attorno a un tavolo discutendo amabilmente di liste di proscrizione, nuove leggi e astute manovre politiche. Ora il grande leader giace riverso a terra in una pozza non meglio identificata dei suoi stessi liquidi corporei. Al suo capezzale accorrono tutti, ovviamente, e per quanto il dolore e la disperazione offuschino loro la mente, i suoi fedelissimi devono trovare al più presto un sostituto, per garantire la stabilità alla Russia e al suo popolo.

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Baby Boss, la recensione

Quando due fratelli lavorano insieme, le montagne si trasformano in oro.” (Proverbio cinese)

Baby Boss è il nuovo nato (in tutti i sensi) della Dreamworks Animation, nei cinema italiani dal 17 aprile, giorno di Pasquetta.

Basato sull’omonimo libro per ragazzi scritto da Marla Frazee, Tom McGrath (artefice della trilogia di Madagascar, ma anche di  Megamind) ci fa assistere all’arrivo di un nuovo fratellino per Tim, un bambino di sette anni molto fantasioso, ma talmente sveglio da capire subito che un neonato che veste in nero, indossando un costoso orologio al polso e che ha difficoltà a staccarsi dalla sua 24Ore, risulta parecchio inquietante.

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