Archivio tag: torino film festival 2017

TFF35. A voce alta – La forza della parola, la recensione

Ogni anno il concorso Eloquentia ha luogo nell’Università di Saint-Denis. Si tratta di un concorso in cui gli studenti si cimentano nelle loro abilità oratorie, un evento a cui partecipano anche importanti personalità dello spettacolo francese in veste di giurati come il regista Edouard Baer e l’attrice Leila Bekhti. Un gioco ad eliminatorie intelligente e sofisticato al termine del quale verrà premiato il “miglior oratore”.

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Valutazione: 8.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Blue Kids, la recensione

Non è I pugni in tasca ma il film di Andrea Tagliaferri non è del tutto ignaro della lezione bellocchiana né tantomeno di un certo cinema italiano indipendente prodotto negli ultimi anni.

Prodotto dal regista di Dogman Matteo Garrone, Blue Kids si avvale di due interpreti già noti al pubblico italiano, Fabrizio Falco e Matilde Gioli, e della nuova promessa Agnese Claisse.

Al centro il rapporto tra due fratelli in fuga da una colpa comune. L’incontro con una ragazza senza identità li metterà di fronte ad una situazione senza via d’uscita.

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Valutazione: 5.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Valutazione: +1 (da 1 voto)

They, la recensione

They è il nome con cui ha scelto di farsi chiamare il quattordicenne J, ancora in cerca della propria identità. They rifiuta il passaggio dall’infanzia all’età adulta auto-condannandosi ad un’eterna adolescenza favorita dall’uso di ormoni che ritardano la pubertà. Mentre i suoi genitori sono assenti, They trascorre le sue giornate Lauren e il loro nuovo amico Araz, un iraniano che tuttavia fatica a comunicare con i due a causa della sua scarsa conoscenza della lingua inglese. They osserva passivamente il mondo attorno a sé nella speranza di “salvarsi” dalle insistenti domande che l’imminente arrivo dell’età adulta gli porrebbe.

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Valutazione: 5.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Ricomincio da noi, la recensione

Il Torino Film Festival giunge alla sua 35ª edizione e sceglie Finding Your Feet – Ricomincio da noi come film d’apertura.

La vita di Sandra come lei la conosce viene distrutta quando, durante i festeggiamenti per la pensione del marito Mike (e per la sua nomina a Lord), scopre che il consorte la tradisce da lungo tempo con un’amica. Tutto quello che aveva sognato durante i 35 anni di matrimonio va in fumo: una vita agiata nella sua grande casa, viaggi, feste e ovviamente il titolo di Lady.

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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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The Disaster Artist, la recensione

Greg non ha neanche vent’anni, è bello ma timido, un’insicurezza che si frappone fra lui e il suo grande sogno, diventare un attore. Tutto cambia quando nella sua vita entra Tommy.

Tommy è un personaggio enigmatico, fuori da ogni schema, che sembra non curarsi di quello che gli altri pensano di lui. Con i suoi lunghi capelli neri, un accento indecifrabile come la sua età, fondi apparentemente illimitati di cui non si conosce la provenienza e una prorompente energia, Tommy diventa presto il mentore di Greg, spingendolo oltre le sue paure e instillando in lui una ritrovata fiducia in sé stesso.

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Valutazione: 8.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Morto Stalin, se ne fa un altro, la recensione

Tutto va per il meglio nella Grande Russia Socialista e nulla sembra poter intaccare il potere del suo grande leader, Stalin.

Questo finché al grande Stalin non viene un infarto nel bel mezzo di una notte qualunque. Solo poche ore prima lui e la sua ristretta cerchia di fedeli si erano ritrovati attorno a un tavolo discutendo amabilmente di liste di proscrizione, nuove leggi e astute manovre politiche. Ora il grande leader giace riverso a terra in una pozza non meglio identificata dei suoi stessi liquidi corporei. Al suo capezzale accorrono tutti, ovviamente, e per quanto il dolore e la disperazione offuschino loro la mente, i suoi fedelissimi devono trovare al più presto un sostituto, per garantire la stabilità alla Russia e al suo popolo.

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Valutazione: 8.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Dickens – L’uomo che inventò il Natale, la recensione

Siamo nel 1843. Lo scrittore britannico Charles Dickens è di rientro a Londa dopo un tour negli Stati Uniti per la presentazione del suo grande successo internazionale Oliver Twist. Il soggiorno negli States non è stato dei più gradevoli e lo scrittore, infatti, non ha delle parole lusinghiere per gli yankee. Ma negli ultimi mesi il suo nome, benché celebre, non è stato sinonimo di successo assicurato e infatti i suoi ultimi lavori dopo Oliver Twist non hanno venduto quanto sperato. Oberato dai debiti e con il suo editore con il fiato sul collo, Dickens sta cercando l’ispirazione per trasformare in un successo il suo prossimo romanzo: ha solo sei settimane per dar vita al suo capolavoro e con il Natale alle porte il processo creativo non ne giova.

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Valutazione: 5.0/10 (su un totale di 1 voto)
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TFF35. The White Girl, la recensione

Accolto meno freddamente di quello che ci si aspetterebbe da un film del genere durante la pubblica proiezione al Torino Film Festival 2017, The White Girl mescola diversi topoi che spaziano dal cinema alla video-arte, dalla letteratura fiabesca alla cultura orientale, senza però riuscire a trovare una dimensione credibile e riconoscibile.

In un villaggio di pescatori di Hong Kong, una ragazza orfana di madre deve proteggersi dal contatto con la luce ed è per questo presa in giro dai suoi compagni e soprannominata “la ragazza bianca”. La giovane emarginata trova ben presto un amico in un giovane giapponese senza fissa dimora. Quest’ultimo diviene il suo confidente, grazie al quale la ragazza trova finalmente il coraggio di aprirsi, di decidere di smettere di essere invisibile e trattata alla stregua di un fantasma. Ma lo scontro con il piccolo villaggio sarà tutt’altro che semplice.

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Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
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TFF35. Daphne, la recensione

Piccola gemma del concorso Torino 35, Daphne è un film sospeso tra dramma e commedia che deve molto ai personaggi delle sitcom americane, a partire dalla stessa costruzione del personaggio (una Rachel Green più fredda ed una Robin Scherbatsky più indipendente). La solitudine assume qui le forme di un’emancipazione a tutti i costi che non ammette alcun tipo di aiuto né di contatto umano, neppure con la figura materna.

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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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TFF35. The Scope of Separation, la recensione

Torino Film Festival 2017. Come ogni anno e come in ogni concorso che si rispetti, c’è sempre un film che proprio non riesce a sfuggire all’etichetta di “insignificante” e quest’anno tocca curiosamente ad un film cinese (l’anno scorso a trionfare era stato proprio un film della stessa nazionalità, lo stupendo The Donor di Qiwu Zang).

Opera animata da intenti troppo debilitanti per un esordio alla regia, The Scope of Separation si avvale di un solo personaggio interpretato da un attore di nessuna presenza scenica.

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Valutazione: 4.0/10 (su un totale di 1 voto)
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