Archivio tag: torino film festival 2017
TFF35. Lorello e Brunello, la recensione
Jacopo Quadri firma il primo film italiano in concorso al 35esimo Torino Film Festival. Si tratta di un documentario che cattura il lavoro nei campi nel podere maremmano dei fratelli Biondi.
Lorello e Brunello segue quindi il ritmo naturale di quattro stagioni di (non troppo) duro lavoro agreste ritraendo la tosatura delle pecore e le attività da viticoltori dei due gemelli toscani. Attorno a loro ruotano pochissimi altri personaggi come la fidanzata rumena di Brunello, che i due vedono di rado a causa del lavoro di quest’ultima. L’incessante lavoro nei campi non lascia quindi molto spazio alle relazioni umane.
TFF35. Arpón, la recensione
“Lei è in pericolo, lui deve proteggerla” recita la tagline spagnola del film delineando quindi un possibile rapporto paterno. Ma l’ambiente in cui ci troviamo non è la famiglia, bensì la scuola, quell’istituzione pubblica che dovrebbe preservare il futuro degli studenti spesso ribelli, confusi e alla deriva.
Germán Arguello è l’irreprensibile direttore di una scuola mista di Buenos Aires. Poco attento a sé stesso e al suo stile di vita, Germán sorveglia i suoi studenti e fiuta eventuali pericoli alla loro incolumità. Nessuno è mai sfuggito al suo occhio e per questo è più temuto che amato. Ciò che manca a quest’uomo è forse un approccio più umano e paterno, ma Germán – uomo completamente solo – si comporta invece da braccio violento della legge.
TFF35. Pronostici in vista della chiusura del Festival
Il 35° Torino Film Festival è ormai alle porte ed è tempo di pronostici per il concorso Torino 35.
Con una giuria presieduta dal regista cileno Pablo Larraín, due film in particolare sembrerebbero avere forse una marcia in più sugli altri: The Death of Stalin dello scozzese (di origini italiane) Armando Iannucci e il complesso A fábrica de nada del portoghese Pedro Pinho. Ma attenzione anche all’argentino Arpón di Tom Espinoza e all’israeliano Don’t Forget Me di Ram Nehari. Tra questi ultimi due potrebbe infatti nascondersi un (non troppo) imprevedibile colpo di scena.
Seven Sisters, la recensione
In un futuro non troppo lontano l’umanità è cresciuta al punto che il nostro stesso pianeta non riesce più a sostenerci: non c’è più cibo.
Una speranza arriva dagli scienziati che studiano speciali coltivazioni ogm che possano sfamare il crescente numero di esseri umani. Quella che viene applaudita come una soluzione salvavita ha però un terribile effetto collaterale: favorisce infatti parti pluri-gemellari complicando ulteriormente, come si può ben immaginare, la situazione mondiale.
È a questo punto che viene istituita, sotto consiglio della dottoressa Cayman, scienziata che da tempo studia il problema, la legge del figlio unico, che prevede l’ibernazione criogenica per tutti i fratelli e sorelle nella speranza di essere risvegliati in un futuro migliore. Un grandissimo passo avanti per la razza umana e un dramma quotidiano per le famiglie.
TFF35. A fabrica de nada, la recensione
Deve essere questa l’opera più controversa del 35esimo Torino Film Festival. A fabrica de nada ha infatti in sacco di idee originali e una sfrenata ambizione al capolavoro, ma c’è forse da chiedersi se raggiunge effettivamente gli obiettivi che si era posto in partenza.
Pur avendo presupposti decisamente interessanti, il film fatica un po’ a partire e il centro viene individuato soltanto a circa trenta minuti dall’inizio del film.
TFF35. Bamy, la recensione
Il titolo finora meno riuscito del concorso Torino 35 è la horror-tale giapponese Bamy di Jun Tanaka.
Il tema messo in scena dal film è così spiegato: “il filo rosso del destino – un mito dell’Asia orientale che lega i due amanti (di Bamy, n.d.r.) – non è altro che una maledizione”.
In un giorno qualsiasi la giovane Fumiko Tashiro riconosce in Ryota Saeki una sua vecchia conoscenza dei tempi del college. L’incontro tra i due non potrebbe essere meno romantico, marcato peraltro da un insolito evento: un ombrello piovuto dal cielo. Ben presto tra loro si instaura un rapporto sentimentale in cui i due riescono ad unire le rispettive solitudini.
Notte Horror al TFF35
Notte Horror è l’appuntamento che tiene svegli centinaia di spettatori il primo weekend del Torino Film Festival, con tre proiezioni di film scelti nella sezione After Hours, la selezione horror e thriller del festival. Si inizia a mezzanotte e si va avanti finché il fisico regge, uscendo dalle porte del cinema con le prime luci dell’alba. Il cinema Massimo e il TFF – sempre siano lodati – forniscono cornetti e caffè fra una proiezione e l’altra per premiare i coraggiosi spettatori da maratona.
Scocca la mezzanotte. Le luci si spengono. Che lo spettacolo abbia inizio!
TFF35. Kiss & Cry, la recensione
Le piccole rivalità sportive sono al centro di Kiss & Cry, il buon film diretto da Chloé Mahieu e Lila Pinell. L’argomento desta forse più interesse tenendo presente che parliamo pur sempre di una disciplina dal cinema poco esplorata: il pattinaggio sul ghiaccio.
La scelta di personaggi femminili minorenni fornisce alle due registe un pretesto per ritrarre in parte le inquietudini adolescenziali. Queste ultime emergono attraverso il centrale personaggio di Sarah, una ragazzina tanto ambiziosa quanto talentuosa e per questo spesso oggetto di invidie da parte delle sue compagne.
TFF35. Beast, la recensione
Primo lungometraggio dell’inglese Michael Pearce, Beast è di certo un film che non lascia indifferenti, merito principalmente di una storia fuori dagli schemi di racconto a cui normalmente siamo abituati.
Lo scenario è quello di un’isola imprecisata dove un paesaggio campestre ospita una piccola comunità repressa e opprimente.