Terrifier 2 – Box Set: con Midnight Factory un magnifico cofanetto Limited Edition 4K UHD + 2 blu-ray dedicato allo spaventoso Art the Clown
Ormai sono anni che Midnight Factory porta avanti, con estrema attenzione e dedizione, il suo nobile progetto di valorizzazione di uno dei nostri generi preferiti: l’horror. Senza considerare la linea Midnight Classics, che ha portato negli anni recenti ad avere alcune tra le più belle e complete edizioni home video di sempre per ciò che concerne il mercato italiano (solo per citare le ultime uscite, i meravigliosi cofanetti 4K UHD di The Wicker Man e Cannibal Holocaust), è probabilmente con l’uscita della Limited Edition 4K Ultra HD + 2 blu-ray dell’estremo ma divertente Terrifier 2 di Damien Leone che Midnight Factory piazza sul mercato uno dei suoi colpi più forti di sempre. Un cofanetto decisamente curato e dedicato alla spaventosa icona del cinema horror moderno, Art the Clown, misteriosa figura a metà strada tra clown e mimo che si diverte ad andare in giro la notte di Halloween ad uccidere – nel modo più cruento e sadico possibile – chiunque gli capiti a tiro. Nel cofanetto che Midnight Factory ci propone sono presenti ben tre dischi: Terrifier 2 in edizione 4K Ultra HD, Terrifier 2 in edizione blu-ray disc e poi, sul terzo disco, il fin’ora inedito All Hallows’ Eve: Terrifier – L’inizio in edizione blu-ray, ovvero il film del 2013 (sempre per la regia di Damien Leone) in cui è apparso per la prima volta il sadico Art the Clown.
Di cosa parla Terrifier 2.
Prendendo spunto dall’ormai collaudata formula introdotta da Halloween 2 di Rick Rosenthal, anche Terrifier 2 parte proprio lì dove finiva il primo Terrifier (2016), ovvero nel momento in cui Art the Clown si rianima all’interno dell’obitorio e infierisce – in modo decisamente truculento – sul malcapitato medico. Messo in scena questo atroce omicidio, la narrazione compie un balzo temporale in avanti di un anno esatto. Nel frattempo, del killer di Miles County nessuno ha più avuto notizie. Ora è di nuovo il 31 ottobre e la giovane Sienna (Lauren LaVera) è intenta ad ultimare il suo costume da valchiria da sfoggiare con le amiche al ballo della notte di Halloween. Mentre tutti si preparano a festeggiare la festa di Ognissanti, il feroce Art the Clown riemerge dall’oscurità e torna a camminare per il vicoli del quartiere imbracciando, come sempre, quel sacco nero pieno di fantasiose armi con cui poter divertirsi. Quando la strada di Art the Clown incrocia proprio quella di Sienna, l’esito dello scontro sarà meno prevedibile del solito.
Un giudizio critico.
Quello che ha saputo fare Damien Leone con il suo Terrifier ha dell’incredibile, bisogna riconoscerlo. Riuscire a dare vita ad una nuova icona del cinema horror, maneggiando un film ultra-underground e super-low budget, non era assolutamente una cosa semplice. In modo specifico, non era una cosa semplice da fare oggi (con un’industria cinematografica che non è più nemmeno paragonabile a quella degli anni ’70).
Pensandoci bene, infatti, era dai primi anni Novanta che il cinema horror non riusciva a trovare una nuova icona raccapricciante da lanciare nell’ immaginario. Nel 1988 era accaduto con Maniac Cop, nel 1990 è arrivata la miniserie televisiva che ha finalmente dato un volto al Pennywise di It e poi, nel 1992, era arrivato il malinconico Candyman che potremmo considerare senza grossi problemi l’ultimo vero boogeyman di certo cinema horror. L’ultima icona di quel florido periodo che ci ha regalato figure mitiche come Leatherface, Freddy Krueger, Michael Myers, Chucky e Jason Voohrees.
Poi il cinema horror non è più riuscito a creare nuovi mostri da poter collocare in quel preciso panorama. Si, c’è stato sicuramente Jigsaw, il poco fortunato Victor Crowley di Hatchet, così come tutto quel parco mainstream apportato dal Conjuringverse (quindi Annabelle, la Llorona e la suora conosciuta come Valak), ma è piuttosto evidente che stiamo parlando di icone di tutt’altra tipologia.
Con quattro soldi in tasca ed una messa in scena piuttosto dozzinale, Terrifier è invece riuscito a spiccare il volo verso quell’immaginario horror squisitamente pop, sfondando sia la barriera del cinema underground che quella del cinema horror più in generale (grazie all’imprevedibile fenomeno del web, il film di Leone è ormai noto anche a tutta quella fascia di pubblico molto giovane non necessariamente appassionata del genere). E tutto questo è avvenuto senza dubbio grazie al boogeyman che Damien Leone ha creato, Art the Clown, una figura dal look fortemente inquietante ma anche carismatico per via di una pantomima che ricorda proprio la gestualità dei mimi (quindi zero parole, zero suoni, solo gesti fortemente enfatizzati). Art the Clown si è presentato sin da subito come un villain vincente, originale (nonostante la clownerie, non ha nulla di derivativo nei confronti di Pennywise), tanto crudele quanto simpatico e capace di sintetizzare senza inutili giri di parole quelli che sono i desideri di certi appassionati di cinema horror: assistere a violenza su violenza, omicidi sfrenati in cui il sadismo e la cattiveria non conoscono limiti.
In assenza di un vero protagonista con cui empatizzare e quasi epurato da una trama da seguire, il primo Terrifier costringeva lo spettatore a simpatizzare in modo esclusivo con il carnefice. Dunque, in poco più di 80 minuti si poteva assistere ad una sequela di omicidi raccapriccianti, tutti rigorosamente realizzati con effetti artigianali di ottima qualità, che culminavano in una scena ormai cult in cui una ragazza viene letteralmente segata in due – con una rugginosa sega a mano – dall’inguine fino alla testa.
In Terrifier la violenza estrema e lo splatter diventano cool, divertono come poche altre volte, e mettono in luce i veri desideri morbosi di chi guarda. Si, perché nonostante tutto e nonostante il film abbia una costruzione tale che si sa già che il villain avrà la meglio sulla vittima, si è spinti da una curiosità matta nello scoprire come Art the Clown infierirà sul prossimo malcapitato. E ci si augura che lo farà nei modi più fantasiosi e truculenti possibile.
E poi, dato ancora più importante, in Terrifier si chiede allo spettatore di entrare in sintonia con un cattivo che è davvero l’incarnazione del male fine a sé stesso. Molto di più di quanto ha cercato il dott. Loomis di farci credere parlando di Michael Myers. Si, perché tutti i boogeymen già citati, vuoi o non vuoi, avevano un background alle spalle. Seppur minimo. Qualcosa che ha potuto, almeno per un istante, collocarli nel mondo reale e farli vivere come delle vittime che adesso cercano giustizia (dagli emarginati cannibali del Texas al piccolo Jason, deriso e lasciato annegare nel lago). Invece con Art the Clown il gioco cambia. Lo spettatore non sa nulla di lui. Non si conosce il movente e nemmeno la sua provenienza. Non si sa di preciso se è un’entità demoniaca o una creatura terrena. Nulla. Art the Clown è il male assoluto, un crogiuolo di tutte quelle perversioni e fantasie malsane che risiedono in ognuno di noi.
Con Terrifier, perciò, Damien Leone è riuscito davvero a mettere in scena un horror che sembra essere la sintesi perfetta tra l’industria del porno e quella dei videogames. Dalla prima prende il fine ultimo senza troppi giri di parole, dal secondo l’esibizione della violenza come un qualcosa di super-divertente che ha quasi una funzione catartica in chi guarda.
Come ogni buon seguito che si rispetti, anche Terrifier 2 nasce con l’obiettivo di alzare la posta in gioco che, in questo caso, si traduce con una formula algebrica molto semplice: + morti + violenza = + divertimento. E quindi, potendo contare su un budget parzialmente più alto (ma comunque sempre confinato al low-budget) interamente ricavato da crowdfunding, Damien Leone si sbizzarrisce in un film horror che ostenta libertà sotto ogni punto di vista, a partire dalla mastodontica durata marvelliana di 138 minuti. 2 ore e 20 di violenza continua, di omicidi elaborati e lunghissimi (ce n’è uno, a metà film, che davvero mette a dura prova la resistenza di qualsiasi spettatore, con una poveretta squartata, scuoiata, ricoperta con il sale e poi persino mangiata mentre questa è ancora viva), tanto sangue che scorre nel mentre si consuma una narrazione che prova ad essere più elaborata di quella del primo film ma che resta sempre ridotta ai minimi termini.
A dare un po’ più di corpo al film – ma di certo non a motivare i 138 minuti – ci pensa l’adolescente Sienna che Damien Leone ci propone come autentica final girl. Ora che il boogeyman ha fatto breccia nel cuore di tutti, infatti, Leone pensa bene di inserire nel racconto finalmente una protagonista che possa fungere da nemesi al male. Ma ad irrobustire l’intreccio narrativo ci pensa anche una linea fantasy non ben focalizzata, che viene introdotta confusamente nell’ultimo atto, e sembra confinare Art the Clown in una dimensione molto più ampia rispetto a quanto immaginato nel primo film.
Perciò, nonostante la durata sconfinata e decisamente inconsueta per questo genere di prodotto, Terrifier 2 si chiude lasciando mille domande aperte, tanti spunti di riflessione a cui non viene data una vera linea interpretativa. Perciò possiamo considerarlo senza difficoltà (anzi, il doppio finale dopo i titoli di coda ci suggerisce proprio questo) come un film di transizione verso quel Terrifier 3 che è già in preparazione e dovrebbe essere rilasciato il prossimo anno.
Ad ogni modo, piaccia o non piaccia, Terrifier 2 va salutato con un dovuto applauso vista la sua capacità di incassare 7,7 milioni di dollari (400 mila nel suo primo giorno di programmazione) a fronte di un budget di 250 mila dollari. Un risultato stupefacente che è stato definito “surreale” dalla rivista Variety e che sarebbe meritevole di uno studio senz’altro più approfondito.
Di cosa parla All Hallows’ Eve: Terrifier – L’inizio.
È la notte di Halloween e Sarah (Katie Maguire, già nel cast di Terrifier 1 e 2) sta facendo da babysitter ai piccoli Timmy e Tia. Non è ancora l’ora di andare a dormire e così i due bambini, mentre in tv trasmettono L’alba dei morti viventi di George Romero, fanno un resoconto dei dolci che hanno raccolto durante il girovagare dolcetto o scherzetto. Nel rovistare all’interno della sacca piena di dolciumi, Timmy scopre che qualcuno ha inserito all’interno una misteriosa vhs priva di copertina o indicazioni circa il contenuto. Incuriositi, i due bambini convincono Sarah a mettere la vhs nel videoregistratore e così scoprono che su questa è contenuto uno strano film horror ad episodi: tre racconti dell’orrore tutti accomunati dalla presenza inquietante di uno strano mimo, Art the Clown.
Nel primo episodio una ragazza si ritrova incatenata nei sotterranei di un edificio fatiscente, braccata da mostri e demoni d’ogni tipo; nel secondo episodio, una giovane donna è costretta in casa con un misterioso essere alieno che le dà la caccia; nel terzo ed ultimo racconto, un misterioso mimo con tendenze omicide perseguita una giovane costumista dopo che questa si è fermata a far benzina in una stazione di servizio.
Finito il film, la babysitter è destinata a scoprire a proprie spese che quella misteriosa vhs nasconde un segreto che nessuno avrebbe dovuto conoscere.
Un giudizio critico.
Nel 2013 Damien Leone realizza questo All Hallows’ Eve, ribattezzato in Italia come Terrifier – L’inizio. Più che un film vero e proprio, potremmo considerare All Hallows’ Eve come una sorta di raccolta antologica dei lavori germinali dello stesso Leone. Un insieme di cortometraggi che il regista ha realizzato prima di trovare il successo con Terrifier del 2016, fusi insieme attraverso un’intelligente operazione di montaggio che prevede anche una cornice (realizzata in un secondo momento) utile a dare un senso a tutta l’operazione.
Il primo episodio, quello della ragazza incatenata con demoni e mostri, non è altro che il cortometraggio The 9th Circle realizzato da Leone nel 2008. Un brevissimo racconto dell’orrore che sembra ispirarsi a Clive Barker e in cui una ragazza è misteriosamente braccata da numerose creature mostruose. Tra queste, ovviamente, c’è anche Art the Clown, alla sua primissima apparizione, ma confinato ad un paio di minuti all’inizio e non certo proposto come minaccia principale. Damien Leone racconta che, all’uscita di questo corto, molti furono rimasti così colpiti proprio da quell’inquietante mimo che convinsero il regista a dedicargli interamente un secondo cortometraggio, sempre dal titolo Terrifier (2011), uno slasher nudo e crudo di 20 minuti e che sembra una bizzarra fusion tra il primo segmento di Body Bags – Corpi estranei e l’ultimo segmento di Creepshow 2. Questo cortometraggio rappresenta il terzo mini-film (il più riuscito!) contenuto all’interno di All Hallows’ Eve. A completare questo anomalo film ad episodi ci pensa un ulteriore cortometraggio del regista dagli echi sci-fi e in cui Art the Clown compare solamente attraverso un sinistro dipinto.
A rendere vincente All Hallows’ Eve, che altrimenti sarebbe stato solamente una raccolta di cortometraggi dal sapore fortemente artigianale, ci pensa proprio la storia che fa da cornice che, pur rievocando alla memoria il concept base di The Ring, riesce ad avere una certa efficacia (oltre ad un’incredibile cattiveria) ma anche ad ampliare nel giusto modo il misterioso mondo che ruota attorno alla figura di Art the Clown.
L’edizione 4K UltraHD + 2 blu-ray di Terrifier 2 – Box Set.
Midnight Factory, ovvero la costola di Plaion Pictures specializzata nel cinema horror, porta Terrifier 2 in home video attraverso un magnifico Box Set Limited Edition 4K Ultra HD + 2 blu-ray + booklet d’approfondimento. Un’edizione assolutamente impeccabile capace di render giustizia ad un piccolo grande cult dell’horror contemporaneo nonché un’edizione che dovrebbe trovare un piccolo spazio nella collezione privata d’ogni vero maniaco del genere.
Midnight Factory e Plaion Pictures decidono di rendere disponibile Terrifier 2 solamente in due opzioni d’acquisto: o la Limited Edition 4K Ultra HD – 2 blu-ray o l’edizione standard che prevede 2 DVD (con all’interno i due film). Noi vi parliamo della Limited Edition 4K Ultra HD + 2 blu-ray e siamo assolutamente entusiasti del prodotto.
Sia il disco 4K UHD che quello blu-ray di Terrifier 2 convincono senza mezze misure, restituendo l’opera di Damien Leone attraverso una totale perfezione del reparto video e audio (inutile sottolineare le miglior qualità del supporto 4K). In entrambi i casi l’immagine è limpida, molto attenta al contrasto e ai dettagli visivi, così come rispettosa nei confronti della fotografia pop dalle tonalità sature e acide. Ottimo il reparto sonoro, squillante e avvolgente, che prevede – sia nel caso del disco in 4K che nel caso del blu-ray – una traccia 5.1 DTS-HD Master Audio sia per la versione originale che per quella doppiata in italiano.
I contenuti speciali relativi a Terrifier 2 sono abbondanti e tutti contenuti nel disco blu-ray. Tra questi troviamo un commento audio al film da parte del regista Damien Leone, un’intervista esclusiva al regista realizzata appositamente per l’uscita di questa edizione home video (36 minuti), una seconda intervista al regista e all’attore David Howard Thornton che interpreta Art the Clown (9 minuti), un backstage di 33 minuti e il trailer del film.
Per quanto riguarda il terzo disco contenuto in questo Box Set, ovvero quello relativo al film All Hallows’ Eve, ancora una volta nulla da lamentare. Il film, anche regolarmente doppiato in italiano, presenta una buonissima traccia 5.1 DTS-HD Master Audio per entrambe le versioni (italiano e originale) ed anche il reparto video funziona alla grande, restituendo un’immagine molto nitida e sempre attenta al dettaglio visivo. Ovviamente parliamo di un film che non è altro che la fusione di più cortometraggi realizzati dal regista, in anni diversi e con dispositivi diversi, quindi è inevitabile aspettarsi una leggera discontinuità nella pasta dell’immagine così come del suono. Per quanto riguarda i contenenti extra di All Hallows’ Eve, possiamo confidare solamente sulla presenza del trailer.
Giuliano Giacomelli
TERRIFIER 2 di Damien Leone
Label: Midnight Factory e Plaion Pictures
Formato: Limited Edition 4K UHD + 2 Blu-ray disc + Booklet (disponibile anche in edizione 2 DVD + Booklet)
Video: 2160p 2160p @23.98 (4K Dolby Vision) – 1:78.1 / 1080p @23.98 1:78.1
Audio: Italiano 5.1 DTS-HD Master Audio; Inglese 5.1 DTS-HD Master Audio
Sottotitoli: Italiano
Extra: Commento al film del regista Damien Leone, Intervista esclusiva al regista Damien Leone, Intervista a Damien Leone e David Howard Thornton, Trailer, Backstage.
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