TFF33: Le Loups

Elie si immerge nel fantastico paesaggio canadese, quando la primavera comincia a fare capolino e a riscaldare l’aria. É giunta nel piccolo paese costiero perché ha bisogno di solitudine, di chiarirsi le idee e rimettersi in sesto. O almeno questo è quello che dice ai diffidenti abitanti, una comunità gioviale ma chiusa che la guarda con sospetto. Pian piano, senza farsi abbattere, riesce ad integrarsi nella comunità ma Maria è convinta che lei sia un’ambientalista che lotta per la salvezza delle foche in incognito venuta per carpire segreti e farà di tutto per ostacolare il suo inserimento.

La verità è (quasi) insospettabile: Elie è in realtà la nipote della stessa Maria, figlia di un’ambientalista che negli anni ’80 aveva manifestato con il suo gruppo proprio in quella zona e che aveva avuto una fugace storia con William, primogenito di Maria. Quando la verità viene a galla, Elie viene coinvolta, con imbarazzo e tenerezza, nella vita della grande famiglia allargata cui fa capo Maria e pian piano riesce a trovare il suo posto fra i rudi cacciatori di foche. Elie è felice, è riuscita finalmente a trovare il pezzo mancante della sua infanzia senza il quale non si sentiva completa, è riuscita a capire e a capirsi meglio grazie al “branco” che ora la circonda e si prende cura di lei.

Ma proprio quando sembra aver trovato la sua personale serenità la tragedia arriva dal mare.

Élie - Evelyne Brochu

Concentrato interamente sul “branco” di cacciatori, Les Loups si prefissa un’indagine introspettiva all’interno di una comunità molto particolare; una sorta di famiglia allargata che si prende strettamente cura dei suoi membri contro gli estranei visti come minacce.

Ma purtroppo questo film non mette molto altro sul piatto. I vari tentativi di Elie per farsi accettare e le sue esplorazioni di quello che è il territorio e la sua popolazione, per non parlare delle indagini per scoprire l’identità del padre, perdono velocemente di interesse lasciando la pellicola in un limbo di staticità in cui, stringi stringi, non succede nulla.

le loups 3

La stessa vicenda della protagonista non è né nuova né perpetrata con originalità e questo porta ad una totale mancanza di sorpresa quando i suoi fini sono palesati, fini che erano già ben chiari poco dopo l’inizio del film. Questo si riflette anche su quello che dovrebbe essere uno dei momenti clou della storia: la grande rivelazione di Elie al padre che tanto ha cercato. Ebbene questo momento topico di riconoscimento è consegnato con la stessa forza e intensità che vibrano per tutto il film (simile ad un encefalogramma piatto) e il tutto si risolve con una parziale conversazione di Maria con il figlio, al di là di un vetro che ci impedisce di carpirne le parole, e un paio di sguardi padre e figlia che non lasciano intuire un roseo per la relazione.

La storia è immersa in fantastici paesaggi di ricca desolazione in cui la mente, di Elie e dello spettatore, può spaziare indisturbata, peccato che questo sia il tenore dello stesso film che non riempie quei magnifici spazi incontaminati con qualcosa che permetta allo spettatore di appassionarsi alla storia né tanto meno alle sorti della sua protagonista.

le loups 2

La storia e i suoi personaggi sembrano avvolti in una bolla che li rende staccati e sconnessi con tutto ciò che li circonda e ne impedisce la crescita e il mutamento: alla fine del film si protrae la stessa staticità con cui i personaggi hanno dovuto convivere dall’inizio.

Vi è, poi, un altro aspetto alquanto disturbante: la caccia alla foca, presentata allo spettatore con una crudeltà e una vivacità quasi documentaristica mentre la cinepresa indugia, ripetutamente, su quelli che sono i gesti rituali della caccia stessa, come l’uccisione dei cuccioli attraverso picconate sul cranio e lo sventramento ed evisceramento degli stessi. Non è uno spettacolo per deboli di stomaco ma soprattutto sono sequenze di cui non si sentiva il bisogno.

Michela Marocco

PRO CONTRO
  • Una bellissima fotografia.
  • Lento e senza significativi colpi di scena.
  • Rappresentazione di una crudeltà fine a sè stessa.
  • Personaggi senza un arco di crescita narrativo.
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