TFF33: TAG

Lola corre, o meglio Mitsuko. Anzi, Keiko. Anzi no, è Izumi. Oppure è semplicemente Mitsuko?

Il nuovo film di Sion Sono abbatte tutte le barriere tradizionali a cui siamo abituati, costringendoci a mettere in discussione tutto quello che diamo per scontato.

“Chi sono veramente?” si chiede la giovane protagonista con una ripetitività martellante. Perché è impossibile stabilire definitivamente la nostra identità? È questo l’interrogativo che sta alla base di Tag. Ma ce n’è un altro ancora più importante: cos’è la realtà? Tutte queste domande manderebbero in crisi chiunque, e infatti già bastano a distruggere (in tutti i sensi!) tutto ciò che trovano.

Un film che è impossibile etichettare, un film che sembra non avere mai fine. Ed è per questo che ironicamente il titolo inglese è Tag.

Il film inizia con un tranquillo bus di sgallettate studentesse giapponesi in mini-short e…improvvisamente accade l’inaspettato: la morte irrompe in scena. O è solo immaginazione? O è un’immaginazione destinata ad avverarsi, a ripetersi, a nascondere un significato oscuro?

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Per Sion Sono non esistono tempo e spazio: può succedere qualunque cosa, in qualunque momento perché, in fondo, la vita è surreale e perfino un’onda può cambiare il nostro destino. È quello che cerca di spiegare Sur (dove “Sur” sta per “surreale”) alla giovane protagonista.

Mitsuko esiste veramente? È un soggetto psicologicamente instabile che non fa che immaginare la morte delle persone che ha attorno o è lei stessa un’immagine degli altri? Per tutte queste domande, non esiste una risposta univoca.

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Sospeso tra Lynch e Buñuel, Sono, che difficilmente sbaglia un colpo, sforna un prodotto sorprendente, una storia labirintica, a bivi, piena di svolte inaspettate che, fino all’ultimo, tiene col fiato sospeso.

È un film dalla superficie debordante, eccessivo fino allo sfinimento, come del resto tutta la filmografia del regista. È un film spiazzante che non si decide a scegliere tra horror, sci-fi, psyco-thriller e dramma surreale.

Claudio Rugiero

PRO CONTRO
  • Climax vivissimo, dall’inizio alla fine.
  • E’ un film strano, ma di cui si finisce presto per accettarne la stravagante logica che lo sostiene.
  • C’è un po’ di ripetitività di situazioni.
  • A tratti, risulta confuso.

 

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