Un Natale stupefacente, la recensione
Il Natale è ormai alle porte ma per Remo e Oscar il “regalo” arriva con leggero anticipo quando scoprono di dover prendersi cura del loro nipotino di otto anni, i cui genitori sono stati arrestati per coltivazione e spaccio di sostanze stupefacenti. I due zii, molto diversi fra loro, sono sicuramente inadatti a svolgere questo delicato ruolo. Oscar è un single donnaiolo, appassionato di musica e con il chiodo fisso del rimorchio in discoteca. Remo, invece, si è appena lasciato con sua moglie e non riesce a digerire l’idea che ora lei stia con un tatuatore cafone e ignorante. Per i due, l’arrivo inaspettato del nipotino sarà l’occasione ideale per assumersi le proprie responsabilità con la speranza di aggiustare le loro vite.
Da due anni a questa parte, una nuova coppia di comici è esplosa al botteghino sovvertendo schemi e tradizioni che ormai andavano avanti da fin troppi anni. Se fino a qualche tempo fa la tradizione del “cinepanettone” era affidata al volto di Christian De Sica & Co. nel 2012, con l’uscita del film a episodi Colpi di Fulmine, le cose sono cambiate con l’approdare sul grande schermo di Lillo e Greg, due comici dal carisma fresco e innovativo che hanno saputo “oscurare” volti tradizionali della commedia natalizia decretando il successo di film come il già citato Colpi di Fulmine e, l’anno seguente, Colpi di Fortuna. Con Lillo e Greg è cambiato il modo di fare comicità e all’ennesima battutaccia volgarotta di De Sica è sopraggiunto un umorismo più ricercato e intelligente, a tratti persino surreale. Il pubblico ha saputo apprezzare per ben due anni di seguito il nuovo duo comico così che De Laurentiis, che di affari se ne intende, ha ben pensato di cavalcare l’onda rendendo Lillo e Greg protagonisti esclusivi della nuova commedia natalizia di quest’anno. Le premesse per un film comico fresco e bizzarro c’erano davvero tutte eppure Un Natale stupefacente riesce a non funzionare nemmeno per un istante.
Il problema enorme di base è che si ha la continua sensazione di assistere alla visione di un film paurosamente “addomesticato”, tenuto a bada e continuamente castigato. In una sola parola: inespresso. Lillo e Greg sono due comici che, sin dai loro esordi in tv e ancora oggi nei loro frequenti e divertenti spettacoli teatrali, hanno saputo creare un loro mondo ben preciso con uno stile umoristico tanto sottile quanto unico. Neri Parenti, che li ha diretti nei cinepanettoni degli anni passati, l’aveva ben capito e vedendo i due Colpi di…è piuttosto evidente notare come i due comici fossero stati lasciati liberi di auto gestirsi tempi e situazioni comiche, avvicinando la storia narrata a quello che è il loro modo di fare comicità.
Con Un Natale stupefacente le cose sono cambiate. Neri Parenti è uscito di scena, dopo anni di cinepanettone con Filmauro, e la regia è passata nelle mani del giovane Volfango De Biasi (già sceneggiatore degli ultimi film natalizi di De Laurentiis) che, forse colto dalla presunzione di avere fra le mani un film con una storia bella e avvincente, ha ben pensato di “piegare” i due mattatori della risata mettendoli totalmente al servizio della storia. Il risultato è un clamoroso fallimento e si percepisce in più di un’occasione il disagio di Lillo, e ancor più di Greg, davanti la macchina da presa, invischiati in una storia che a loro non appartiene. I momenti comici sono prevedibili e affidati a situazioni tutte già viste. L’originalità dell’umorismo di Lillo e Greg svanisce e quello che rimane è una coppia di comici che, onestamente, sembrano essere persino poco affiatati fra loro.
Solo in rarissimi momenti i due vengono messi nella condizione di poter sbizzarrirsi a loro modo e solo in questi momenti il film riesce a strappare qualche sana risata. Ad affiancare e spalleggiare i due comici sulla scena, i soliti volti dell’attuale commedia italiana: da Ambra Angiolini, totalmente fuori luogo in un film del genere, a Paolo Calabresi che è sicuramente simpatico ma è sempre alle prese con lo stesso identico personaggio in ogni film. Gli unici attori funzionali e funzionanti sono Riccardo De Filippis e Francesco Montanari, alle prese con una simpatica coppia di omosessuali non dichiarati e per giunta omofobi, e il piccolo Niccolò Calvagna nei panni del nipotino in affidamento.
Sarà sicuramente un buon successo al botteghino, ma Un Natale stupefacente è chiaramente un’occasione mancata. Anzi, sprecata. La verve scoppiettate di due comici come Lillo e Greg è totalmente vanificata in una commedia in cui, se al loro posto ci fossero stati Salemme e Buccirosso o Ficarra e Picone, non sarebbe cambiato assolutamente nulla.
Peccato, sarà per il prossimo anno.
Giuliano Giacomelli
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