Undone: disfare la serie animata

Nell’ultimo paio d’anni, la piattaforma streaming Amazon Prime Video si è resa una vera e propria concorrente di Netflix per quanto riguarda i prodotti originali. Serie streaming come The Marvelous Mrs Maisel e Fleabag sono prodotti freschi e interessanti, e Undone non è da meno.

Il primo punto per cui Undone spicca rispetto alle altre serie di animazione è sicuramente l’uso da primato del rotoscopio (o anche rotoscope, o rotoscoping), che prima di quest’opera non era mai stato usato per l’intera durata di una serie, ma solo per dei frammenti. Il rotoscopio è infatti una tecnica di animazione piuttosto laboriosa, che consiste nel delineare con il disegno delle riprese live-action. In questo caso, la tecnica coinvolge non solo live-action e animazione 2D, come i classici Disney (per esempio Biancaneve), ma anche la digitalizzazione 3D, che come effetto lo rende più simile a un altro prodotto realizzato con il rotoscopio, ovvero A Scanner Darkly, di Richard Linklater.

Come nel film di Linklater, anche qui la tecnica del rotoscopio è funzionale al tema. Il rotoscopio infatti provoca inevitabilmente straniamento, perché si assiste a un’animazione fin troppo viva, oppure, viceversa, a una realtà semplificata, come se un bambino avesse tratteggiato, sulla nostra retina, i contorni del mondo davanti a noi. E sia A Scanner Darkly che Undone sono storie stranianti, che parlano della sfumatura del confine tra immaginazione, paranoia e realtà: come transitiamo da fantasie psichedeliche a immagini di posti quotidiani (ospedali, sobborghi americani), così transitiamo dall’animazione al live action, in un’ambiguità estremamente prolifica. Infatti, in Undone, la protagonista è come il rotoscopio: vive sia di qua, nel mondo dei vivi, che di là, nel mondo dei morti; come il rotoscopio vive sia di animazione che di live-action.

Undone

Prodotto dal creatore di BoJack Horseman Raphael-Bob Waksberg, Undone nasce per l’appunto dall’undicesimo episodio della prima stagione di BoJack Horseman, intitolato Downer Ending (in italiano tradotto con Finale Deprimente), scritto da Kate Purdy. L’episodio segue BoJack nel suo trip allucinogeno causato dalle droghe che ha assunto per accelerare la scrittura del suo romanzo. Nel trip, Bojack sogna una carrellata dei fallimenti della sua vita e, infine, dà una fugace sbirciata alla vita alternativa che avrebbe potuto avere. L’episodio ha ispirato Raphael-Bob Waksberg a farne una serie, che la sceneggiatrice Purdy (qui anche co-creatrice) ha integrato con la sua storia familiare: sua nonna soffriva di schizofrenia, e lei stessa, intorno ai 30 anni, ha passato un periodo di depressione e ansia che l’ha avvicinata alle storie di antichi sciamani e di spiritisti. Infatti, nelle culture indigene dell’America Centrale, tra le altre, le malattie mentali sono viste come contatti con l’aldilà.

Undone

Da queste premesse si sviluppa la serie, che segue Alma, una trentenne mestizo (metà messicana, metà caucasica) che, stanca della monotonia di una vita sempre uguale, ha l’opportunità, attraverso un evento traumatico, di sbloccare le sue potenzialità di sciamana. Queste potenzialità prevedono il viaggiare nel tempo e cambiare l’andamento di certe situazioni. In particolare, lei vuole prevenire la morte del padre, avvenuta una notte di Halloween quando lei era solo una bambina.

La scrittura si dimostra fin dall’inizio schietta e accattivante: la nostra protagonista, Alma (Rosa Salazar) è una Juno aggiornata e adulta, ma sempre con la risposta pronta e nessuna tendenza alla diplomazia. Diversa da lei, è sua sorella Becca (Angelique Cabral), che invece tenta di mantenere sempre l’equilibrio e l’armonia nelle sue relazioni, sia con sua sorella che con il fidanzato Reed, uno wasp a cui lei si vuole omologare, andando talvolta a rinnegare le sue origini messicane. Fin dal primo episodio, i conflitti tra i personaggi sono fecondi (Becca tradisce il fidanzato, Alma litiga con la sorella e lascia il suo fidanzato Sam), e già questo ci porterebbe a continuare la visione. Poi, la storia ha una svolta, anche di genere: improvvisamente si sfonda l’onirismo, la fantascienza, in alcuni punti addirittura il giallo.

Undone

La visione è estremamente intrattenitiva e coinvolgente, e solleva anche dei punti di riflessione interessanti. Infatti, la nostra protagonista è nata sorda, ma dialoga con suo padre morto. Non solo, ma sua madre è messicana, il suo fidanzato è indiano, e sua nonna parlava da sola, perché schizofrenica (e non solo). Inoltre, Alma è onesta: dice quello che pensa, e agisce in accordo con quello che dice, anche quando questo le viene esplicitamente sconsigliato. Al contrario invece, tutti gli altri personaggi agiscono di sotterfugio: Becca tradisce il fidanzato, Sam ritorna con Alma perché lei non si ricorda di averlo lasciato, la madre cerca in segreto di far prendere delle medicine ad Alma, e anche il padre agisce in segreto. Sviluppa quindi una riflessione sulla comunicazione e, riprendendo la tecnica del rotoscopio, la parola chiave sembra essere fluidità: fluidità di confini, di linguaggi, di piani temporali. Il finale, però lascia apertura di interpretazione.

In generale, è una serie consigliata: è intelligente e scorrevole, gli attori sono bravi e in parte (dalla protagonista Rosa Salazar, fino a Bob Odenkirk, conosciuto soprattutto per il personaggio di Saul Goodman in Breaking Bad e Better Call Saul), l’animazione è sofisticata e intrigante, e la storia è ricca, anche di suspense.

Marianna Cortese

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