Venezia 74. Our Souls at Night, la recensione

Presentato fuori concorso alla 74esiama edizione della Mostra dell’Arte Cinematografica di Venezia, Our Souls at Night del regista Rietsh Batra è l’occasione di rendere omaggio a due grandissimi interpreti del cinema internazionale. Robert Redford e Jane Fonda vengono accolti sul palco della Sala Grande al Palazzo del Cinema, per ricevere il Leone d’Oro alla Carriera, con una lunga standing ovation e applausi carichi di emozione. Una serata magica e magnificamente orchestrata, coronata da una proiezione piacevole e, a tratti, commovente.

Addie Moore (Jane Fonda) vedova solitaria nella piccola cittadina di Holtin in Colorado, propone al vicino Louis Walters (Robert Redford) di “andare a dormire con lei”. Dopo tanti anni la solitudine si è fatta più pesante, più difficile da affrontare, soprattutto la sera prima di addormentarsi. Il potersi avvicinare nuovamente a qualcuno con cui condividere quelle ore, le renderebbe più confortanti e piacevoli.

Louis, inizialmente perplesso, finisce per accettare l’insolita offerta. Anche lui ha perso la moglie da molti anni e l’insonnia è diventata da tempo la sua migliore amica. Dopo un inizio titubante, tra i due si sviluppa un rapporto di amicizia sempre più stretto, fatto di confidenze e fiducia.

Un giorno Gene (Matthias Schoenaerts), figlio di Addie, si presenta a casa della madre con il figlio di sette anni  Jamie  (Iain Armitage).  La moglie lo ha lasciato, il lavoro è in crisi e lui non potrà occuparsi per un po’ del bambino.

Per Addie e Louis è l’inizio di una nuova avventura che renderà il loro rapporto ancora più profondo.

Our Solus at Night, prodotto da Netflix, è un film godibile, che trae la sua forza dalle interpretazioni dei due protagonisti e da una sceneggiatura che riesce a bilanciare molto efficacemente momenti più malinconici a altri più leggeri e divertenti. A fronte di un ritmo lento, che ben si sposa con la tranquillità della cittadina che ospita la vicenda, troviamo dialoghi vivaci che mantengono viva l’attenzione del pubblico.

È la storia di un uomo e una donna che, dopo molti anni ed esperienze personali travagliate, capiscono che il peso di quelle lunghe ore serali senza nessuno con cui parlare e condividere la propria vita e i ricordi che si portano nel cuore, sono troppe e decidono di darsi una seconda occasione.

Addie è una donna schietta, indipendente, a cui poco o niente importa delle chiacchiere dei vicini che spiano da lontano lo sbocciare della relazione. Louis è più riservato, quasi timido, al contempo desideroso e spaventato all’idea di lasciarsi andare.

Un rapporto che, pur risultando alla fine romantico, si focalizza nel raccontare lo sviluppo dell’amicizia tra i due che da quasi sconosciuti, attraverso lunghe chiacchierate sempre più intime, imparano a conoscersi e amarsi, scoprendosi più simili di quello che immaginavano.

Una storia malinconica, che racconta uno dei momenti più delicati della vita e lo fa con sensibilità ed eleganza. La complicità tra Robert Redford e Jane Fonda emerge chiara nella dinamica tra i due protagonisti, che reggono quasi da soli l’intera durata del film.

Per quanto interessanti e rivelatori, gli apporti di Schoenaerts e Judy Greer nei ruoli dei figli trascurati della coppia, funzionali a svelare il passato dei due protagonisti, forse non così idilliaco come ci si potrebbe immaginare, rimangono pur sempre in secondo piano rispetto a quella che vuole essere una celebrazione alle due intramontabili icone del cinema.

Un film piacevole quindi, un buon intrattenimento che non rinuncia all’occasione di farci riflettere.

Avrete presto la possibilità di gustarlo su Netflix.

Susanna Norbiato

PRO CONTRO
  • Se siete nostalgici della coppia Redford/Fonda è irrinunciabile.
  • Un film malinconico, con un epilogo non a “tarallucci e vino”, ma che non rinuncia ad una positività di fondo che lo rendono particolarmente piacevole da seguire (all’americana).
  • Non si tratta tanto di un contro, quanto più di una considerazione: resta pur sempre un film di riempitivo, che non ha la pretesa di essere un grande capolavoro.
  • Ben confezionato, invita alla riflessione, ma non si sta concorrendo per l’Oscar.
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