Venezia77. Quo Vadis, Aida?, la recensione

1995, la Jugoslavia si sta violentemente sfaldando in nome di varie spinte nazionalistiche in una guerra contro quelli che poco tempo prima erano amici, conoscenti, maestri e vicini di casa. L’11 Luglio la città di Srebrenica viene presa dall’esercito serbo, in netta violazione con le normative dell’ONU che l’avevano dichiarata una zona protetta. I 35 mila sfollati cercano di entrare nella base dell’ONU per poter ottenere protezione, ma solo “pochi” riescono a entrare, mentre gli altri rimangono disperati ad aspettare davanti ai cancelli, sperando che il mondo ascolti la loro sofferenza. 

Aida lavora per l’ONU come traduttrice, ma allo stesso tempo è una vittima di quella guerra che sta distruggendo totalmente la vita di migliaia di persone. Ed è nel suo personaggio che dramma storico e personale si fondono nel suo punto di vista che si pone a metà tra la disperazione delle vittime e le difficoltà della base ONU abbandonata a sé stessa dai piani alti e che viene strozzata nei suoi doveri di difesa dalla sua stessa burocrazia. Il film infatti è una critica durissima alle Nazioni Unite, al modo in cui hanno ignorato e gestito la situazione, fidandosi ingenuamente di un governo militare violento ed evidentemente in mala fede, in violazione di importanti norme internazionali. 

Nel caos perfettamente orchestrato dalla regista Jasmila Žbanić (già Orso d’oro a Berlino), Aida cerca in tutti i modi di salvare la propria famiglia, trovandosi però di fronte una burocrazia lenta, indecisa, in netta inferiorità numerica e senza idea di come affrontare la situazione senza causare problemi internazionali, dando un implicito consenso a quello che è stato un vero e proprio genocidio.

La sceneggiatura eccelle nel riuscire a dare umanità ai personaggi, che diventano il simbolo di qualcosa di superiore, della perdita della quotidianità, della sicurezza, dei diritti, ma senza mai suonare retorici o banali. Una storia particolare per raccontare la disperazione di 35 mila persone innocenti che si sono ritrovate senza nulla da un momento all’altro. Con un ritmo che non lascia un attimo di respiro, il film ha un impatto emotivo molto forte, provocando rabbia verso l’ingiustizia che questa popolazione ha subito e verso l’atteggiamento debole e accondiscendente delle Nazioni Unite, e facendoci commuovere di fronte al dolore di una madre che cerca in ogni modo di lottare non solo contro i carnefici fuori dai cancelli della base, ma anche contro l’indifferenza dei comandanti dentro. Difficile non versare qualche lacrima. 

Quo Vadis, Aida?, presentato in concorso alla 77^ Mostra del Cinema di Venezia, è sicuramente un valido pretendente per portarsi a casa qualche statuetta, tra cui soprattutto la coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile per   Jasna Đuričić, ma ovviamente è ancora presto per fare previsioni e rimangono ancora molti film da vedere. 

Mario Monopoli

PRO CONTRO
  • Rielaborazione storica accurata di un evento di cui si parla troppo poco.
  • Forte impatto emotivo.
Non vi sono reali aspetti negativi.
VN:R_N [1.9.22_1171]
Valutazione: 8.0/10 (su un totale di 1 voto)
VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: 0 (da 0 voti)
Venezia77. Quo Vadis, Aida?, la recensione, 8.0 out of 10 based on 1 rating

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.